mercoledì 31 gennaio 2018

Chiudiamo il 2017 - lievissimamente in ritardo

Ebbene sì: con oggi possiamo archiviare il 2017.
Poi diamo sta benedetta svolta e fine della questione. Oh.

Cosa ho letto a dicembre?
Eh... cosa ho letto?
Rispetto al resto dell'anno, l'ultimo mese è andato non proprio benissimo.
Vi avevo già accennato le mie disavventure, tra spostamenti e malattia, quindi alla fine della fiera (o meglio: alla fine dell'anno) ho letto appena 6 libri e 2 graphic novel. In sostanza, 8 robette che di impegnativo avevano solo lo spazio occupato e la difficoltà di trasporto.
Ma vediamo quali sono...

Iniziamo con Gemina, di A. Kaufman e J. Kristoff, che ho letto con Sam. Che dire? Mi è piaciuto anche più di Illuminae, forse perché questa volta sapevo più o meno cosa mi aspettava e sono riuscita ad entrare praticamente subito nella storia. Questa volta siamo su una base spaziale, la stessa che i sopravvissuti di Illuminae stanno cercando di raggiungere, e naturalmente non mancano pericoli, azione e suspense. Ho poi riletto Harry Potter e il Principe Mezzosangue e Harry Potter e i Doni della Morte, di J.K. Rowling, che ovviamente non hanno bisogno di presentazione e non serve nemmeno che dica quanto li ami. Successivamente ho letto Ventiquattr'ore nella vita di una donna, di S. Zweig: un libretto molto breve in cui, in seguito ad un fatto, una signora racconta quante cose possono prendere forma e cambiare nella testa di una donna in pochissimo tempo. Non il miglior libro dell'autore, ma nemmeno il peggiore (almeno tra quelli che ho letto fino ad ora). Per chiudere, ho letto due libri illustrati e due graphic novel: Il piccolo Hitler, una revisione del Piccolo Principe in versione hitleriana; Ranocchio salva Tokyo, che per la verità non ho ben capito (cioè, questo si trova in casa una rana di 3 metri che gli dice cose riguardo ad un terremoto da evitare... il finale non mi è stato molto chiaro); I guardiani del Louvre, un autore si ritrova a visitare il Louvre e improvvisamente si mette a parlare con... la Nike di Samotracia! La quale gli fa vivere alcuni eventi particolari, come ad esempio l'incontro con Van Gogh o il salvataggio delle opere durante la Seconda Guerra Mondiale; Le brave ragazze si ribellano, un insieme di fatti e situazioni in cui viene messa in luce la bruttezza dei luoghi comuni, sia verso lo straniero che verso le donne e il sesso.

Beeene.
Finalmente è terminata la carrellata delle "letture" di dicembre...
Io vi saluto qui e vi aspetto al prossimo articolo!
(che spero sia anche più interessante xD)

Ciao!!!

martedì 30 gennaio 2018

A volte ritornano: Tredici, J. Asher

Buonsalve adorabili persone!
Io e Gio abbiamo deciso di aggiungere due giorni extra per ripubblicare articoli che erano già usciti per Rivista Fralerighe, in modo tale da portare avanti sia i recuperi (per non perdere il lavoro che avevamo fatto di là) sia le cose nuove.
Quindi oggi si cominciano i "traslochi" e parto io con Tredici, di J. Asher: libro e sierie tv mooolto discussi lo scorso anno...
L'articolo era uscito in occasione del lancio della serie Netflix, ma passiamo al contenuto vero e proprio.





Commento:
Questo romanzo appartiene al genere young adult, ovvero un tipo di lettura che propone temi importanti presentandoli però in termini semplici, più adatti al pubblico giovane a cui il prodotto è rivolto.
In questo caso l’argomento trattato è quello del suicidio di un’adolescente, questione più volte affrontata anche dalla letteratura contemporanea come nel caso del celebre Le vergini suicide di J. Eugenides.
E’ sconcertante vedere come storie di questo genere siano ancora molto attuali, considerato che non ci troviamo di fronte ad una novità ma ad un testo rispolverato, rinnovato e riproposto. 

Come si evince dalla trama, Hanna è una ragazzina che ha preso la decisione definitiva ma, anziché una lettera d’addio, ha voluto lasciare dei nastri registrati come atto d’accusa da recapitare a coloro che l’hanno portata a compiere l’estremo gesto. Quanto emerge dalle sue parole è un insieme di elementi che, purtroppo, calzano perfettamente con la descrizione della società in cui viviamo.
Molto spesso non ci rendiamo conto dell’effetto che le nostre azioni possono avere sugli altri, a volte non ci pensiamo nemmeno. Non prendiamo in considerazione il fattore fragilità, che cambia per ogni soggetto. Siamo indifferenti verso gli altri, non sappiamo leggere i messaggi tra le righe oppure non ci preoccupiamo di intervenire. Ci sono i famosi bulli, che addirittura si divertono a provocare sofferenza.
Insomma, per una ragione o per l’altra, può accadere di ritrovarsi davanti ad una serie di eventi spiacevoli: una sorta di reazione a catena con conseguenze negative.
Nel libro di cui parliamo, tutto comincia da false voci di corridoio messe in giro da Justin, l’ex fidanzato di Hannah, e da qui si scatena una sorta di “bullismo collettivo” nei confronti della ragazza. Dal primo episodio prenderanno il via molti altri, che non verranno elencati per non fare spoiler; quelli incriminati sono in tutto tredici – da qui il titolo, in originale “Th1rteen r3asons why” – ma tra questi ce n’è uno che si differenzia. Una specie di mosca bianca. Per sapere di che si tratta, però, dovrete ascoltare le cassett-ehm, volevo dire, dovrete leggere il libro.

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La struttura della narrazione prevede due voci: quella di Hannah, appunto, e quella di Clay, ovvero il ragazzo che ascolta le cassette e ci rivela la sua versione dei fatti.

Una cosa che potrebbe infastidire il lettore è l’intreccio tra i due racconti, poiché i pensieri di Clay intermezzano più volte il discorso di Hannah interrompendone il climax.
Personalmente non mi ha disturbata, anzi: ho trovato interessanti questi interventi perché rendono l’idea di una presa di coscienza da parte di lui, che finalmente riesce a mettere tutti i tasselli al proprio posto e si rende conto di ciò che occupava i pensieri di Hannah; inoltre, forse proprio per tale motivo, sarebbe più corretto considerare questo libro un romanzo di formazione anziché un thriller (come invece viene classificato) e potrebbe essere una buona idea inserirlo nelle liste di titoli consigliati dagli insegnanti delle scuole superiori.


17760606_702068359973900_394923658_nParlando di nuova edizione, vorrei esprimere il mio apprezzamento (assolutamente soggettivo) per quanto riguarda alcuni cambiamenti apportati:
dal punto di vista grafico, ho trovato carini e significativi i simboli “play” e “stop” presenti sulla copertina, che quasi rendono l’idea del libro trasformato in cassettina
– mi è piaciuta molto la presenza di un doppio finale, così ogni lettore ha la possibilità di scegliere quello che preferisce
– ho trovato simpatica l’idea di inserire negli ultimi fogli la copia delle pagine scritte a mano dall’autore durante la stesura del romanzo
Sono quelle piccole cose che, per quanto non indispensabili, danno un valore aggiunto al prodotto finale.
“A volte ritornano”, quindi, e in questo caso l’affermazione ha una doppia valenza: il concetto è applicabile sia al libro in quanto tale, che dopo dieci anni dalla prima uscita ed in seguito ad un periodo di difficile reperibilità viene rilanciato dalla nuova serie Netflix (partita il 31 marzo), sia ad alcuni aspetti del suo contenuto.


17806906_702068376640565_1899567875_nL’autore (dal sito dell’editore):
Jay Asher vive in California, è stato bibliotecario e libraio in ogni tipo di libreria, da quelle indipendenti a quelle di catena. Tredici è il suo romanzo d’esordio e, fin dalla pubblicazione, nel 2007, è stabilmente nella classifica dei bestseller del “New York Times”.

lunedì 29 gennaio 2018

Follia maggiore, Alessandro Robecchi





Follia maggiore, Alessandro Robecchi

Giunto al quinto episodio delle avventure di Carlo Monterossi - autore di programmi tv che si trasforma in "detective per caso" - Robecchi non perde un colpo: ogni nuovo romanzo continua a sorprendere per la brillantezza dei dialoghi e l’originalità della trama. 
Cresciuto in casa Sellerio, l’autore milanese ha iniziato pian piano ad affrancarsi dal giallo-commedia di impronta camilleriana per avvicinarsi ad una narrazione noir che, in filigrana, mostra echi e risonanze del grande Giorgio Scerbanenco. E così, libro dopo libro, una nuova dimensione "sociale" si è fatta largo, dimostrando per l'ennesima volta come la letteratura di genere sia uno degli strumenti più adatti per raccontare il mondo contemporaneo. 

In questo nuovo riuscitissimo Follia maggiore, riscopriamo il nostro protagonista alle prese con un omicidio. Una traduttrice, Giulia Zerbi, viene trovata morta in strada dopo una colluttazione: è scivolata sull'asfalto ed ha sbattuto il capo. Non sembra però trattarsi di uno scippo finito tragicamente.
Carella e Ghezzi – i due poliziotti a cui è stato affidato il caso – cominciano la loro accurata indagine. Non sanno però che, parallelamente, si stanno muovendo anche Monterossi ed il fido Oscar Falcone: sono stati assunti da Umberto Serrani, un vecchio amore delle vittima, desideroso di scoprire che cosa si nasconda realmente dietro quel delitto.

Un anziano settantenne con una carriera di grande finanziere alle spalle; una ragazza che ambisce a sfondare nel mondo della lirica; un amore segreto e indomabile che risale a quasi trent'anni prima: questi sono i cardini attorno ai quali ruota una vicenda di malessere sociale, dove una borghesia decaduta cerca di fare i conti con una realtà in cui fatica a riconoscersi. Al tempo stesso, abbiamo a che fare con una seducente riflessione sulla vita, sui rimorsi, i rimpianti e le occasioni perse per strada. 
Ambientato in una Milano autunnale infida e piovosa, Follia maggiore riporta alla memoria i classici noir americani ma anche i polar francesi da cui deriva gran parte della letteratura di oggi. 
La brillantezza dell’intreccio, la scrittura scorrevole e l’ironia che raramente dissimula il disincanto sono i punti di forza di una serie che, anno dopo anno, ha conquistato il cuore dei lettori. 

Considerazione personale:
Come al solito, in un paio di giorni le 400 pagine di romanzo sono volate via... Sarà dura, adesso, attendere altri dodici mesi prima di ritrovare Monterossi e Falcone, Ghezzi e Carella: personaggi davvero ben costruiti, a cui ci si affeziona all'istante e che rappresentano le icone di una società disillusa ma ancora capace di combattere per restare a galla.


Consigliato a: coloro che amano il noir italiano, brillante e avvincente, e a tutti quelli che vogliono scoprire uno dei pochi veri eredi del grande Scerbanenco: profondamente diverso dal Maestro ma in grado di raccontare la metropoli meneghina con sorprendente lucidità.


Voto: 8/10


venerdì 26 gennaio 2018

Gli inventori della detective story: da Edgar Allan Poe a Agatha Christie (Prima parte)




La detective story nasce di fatto nella seconda metà dell'Ottocento, trovando terreno fertile soprattutto in tre nazioni: Stati Uniti, Francia e Inghilterra. In quell'epoca l’intero occidente fu oggetto di una massiccia trasformazione urbana; le grandi metropoli si svilupparono a macchia d’olio con tutte le inevitabili conseguenze: inasprimento dei conflitti sociali, dilagare della criminalità, creazione di una polizia di stato.

L'avvento di un moderno sistema scolastico, la diffusione di giornali a basso costo e la progressiva alfabetizzazione portarono all'incremento del consumo narrativo, costituito in prevalenza da romanzi d'appendice.
Tutto ciò influì notevolmente sullo sviluppo di una cultura di massa e, in questo frangente, la letteratura poliziesca si ritagliò uno spazio non indifferente.

È doveroso premettere che la genesi del mystery coincide in larga parte con la storia del genere poliziesco, considerato che lo sviluppo dei nuovi filoni narrativi (a titolo di esempio citiamo il thriller e la spy-story) è avvenuta solamente in epoche successive.
Il giallo classico – definito in inglese whodunit? (cioè chi l’ha fatto?) – rappresenta pertanto la tipologia più antica e tradizionale. La trama, come universalmente noto, è generalmente incentrata sulla figura di un investigatore (talvolta dilettante), che indaga su un delitto e arriva alla soluzione dell’enigma in base ad indizi più o meno nascosti e fuorvianti; il colpevole, molto spesso, fa parte di una ristretta cerchia di personaggi su cui di volta in volta si concentrano i sospetti del detective protagonista.

In questo articolo, suddiviso in tre parti, punteremo i riflettori su coloro che sono stati i padri fondatori della crime fiction.
Nonostante la storia letteraria ci fornisca numerosi esempi di romanzi in cui sussistono elementi di matrice poliziesca – si pensi a Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij – il genere nasce ufficialmente nel 1841 con la pubblicazione di I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe.
Una precisazione: in questa sede non ci occuperemo del cosiddetto hard-boiled, in cui emersero fantastici autori come Raymond Chandler e Dashiell Hammett, che si differenzia dal giallo classico per la rappresentazione realistica del crimine e della violenza. Abbiamo preferito rimandare la trattazione di questa variante del poliziesco ad un successivo articolo.
Detto questo… bando alle ciance ed incominciamo il nostro viaggio tra i pionieri della letteratura poliziesca!



Edgar Allan Poe (1809-1849):
Scrittore e poeta, critico letterario e giornalista, è considerato uno dei più grandi e influenti scrittori statunitensi di sempre. Benché la sua figura sia riconducibile alla narrativa gotica (nonostante le sue opere siano posteriori al periodo del romanzo gotico vero e proprio), i suoi racconti – pur ricollegandosi alle suggestioni del movimento – si svincolano dai cliché di tale genere e si sviluppano in senso psicologico e metafisico.
Poe è stato l'iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell’orrore e, ovviamente, il capostipite dell’intera letteratura gialla. Come abbiamo detto poc'anzi, infatti, il genere nasce con la pubblicazione di I delitti della Rue Morgue (1841): il primo dei tre racconti in cui compare il personaggio di Auguste Dupin. Si tratta di un detective-criminologo che riesce a risolvere i casi più difficili grazie alle sue enormi potenzialità deduttive e che costituisce il prototipo di un modello a cui si ispireranno i più importanti autori degli anni successivi, tra cui lo stesso Sherlock Holmes. Lo scrittore, nell'ideazione del suo personaggio, si ispirò al fondatore della Pubblica Sicurezza in Francia, Eugène-François Vidocq.

Émile Gaboriau (1832-1873):
In un'epoca in cui i fatti di cronaca cominciarono ad assumere sempre più rilevanza nei confronti di un pubblico affamato di emozioni e di notizie, Gaboriau li utilizzò come trave portante dei propri scritti. Nacque così il romanzo poliziesco, che proprio in lui trovò la sua prima definizione: "Compito del lettore è quello di scoprire l’assassino, compito dell’autore è di mettere fuori strada il lettore".
Il protagonista delle sue opere è Monsieur Lecoq, un poliziotto modellato sulla figura del menzionato Dupin ma privo della sua proverbiale infallibilità. Nel corso delle indagini si avvale di moderne tecniche di analisi che si rifanno ai principi del naturalismo.
Nel 1866 Gaboriau pubblicò L’affare Lerouge traendo ispirazione dall'omicidio, mai risolto, di Cèlestine Lerouge. Apparso senza suscitare grossi entusiasmi sul Pays, otterrà il meritato successo dopo la pubblicazione su Le Soleil.

Wilkie Collins (1824-1889):
Scrittore di origine inglese, amico e collaboratore di Charles Dickens, vanta una produzione letteraria di assoluto rilievo (Fazi, in Italia, sta ripubblicando tutte le sue opere). La sua fama, però, è dovuta soprattutto ai romanzi gialli, tra cui citiamo i celeberrimi La donna in bianco e La pietra di Luna (1868).
Quest'ultimo, in particolare, costituisce il primo romanzo fair-play della storia letteraria: quello, cioè, in cui il lettore dispone di tutti gli indizi necessari alla risoluzione dell'enigma, nonostante l'autore complichi le indagini distribuendo false tracce. Si tratta di un avvincente giallo, raccontato a più voci, in cui si narrano le vicende che ruotano attorno al furto di un gioiello e all'onore di una ragazza che rischia di andare perduto.
Grazie a questa e ad altre sue opere, Collins è considerato uno dei pionieri della crime-fiction: la sua influenza su intere generazioni di autori, giunti dopo di lui, è indiscutibile.



Arthur Conan Doyle (1859-1930):
Edinburghese di nascita, con Edgar Allan Poe è considerato il fondatore del poliziesco. In particolare è il capostipite del sottogenere conosciuto come giallo deduttivo, reso celebre attraverso le gesta del suo investigatore. Chi non ha mai sentito nominare Sherlock Holmes e il Dottor Watson? Proprio nessuno, credo… visto che la famosissima espressione "Elementare, Watson!" fa ormai parte del linguaggio comune.
Il primo romanzo incentrato sul geniale detective è Uno studio in rosso (1887), in cui il narratore – il buon Watson che, in realtà, rappresenta l’alter-ego di Conan Doyle – ci introduce alla conoscenza di Holmes e delle sue formidabili deduzioni. A quest’opera prima, fece seguito Il segno dei quattro (1890), che gli valse uno straordinario successo di pubblico.
La produzione dell’autore, tuttavia, non si limitò alla detective-story: diede ottimi contributi anche nell'ambito del romanzo d’avventura, della fantascienza e del soprannaturale.

Gaston Leroux (1868-1927):
Nato a Parigi da una famiglia piuttosto facoltosa, eccelse non solo nel campo del poliziesco, ma anche nell'avventura e nell'horror: basta citare, al proposito, Il fantasma dell’Opera, rappresentato innumerevoli volte a teatro e sul grande schermo.
Nell'ambito del mystery, è il creatore del personaggio di Joseph Josephin, soprannominato Rouletabille: un eccezionale giornalista-detective che comparve per la prima volta nel fortunatissimo romanzo poliziesco Il mistero della camera gialla (1907). Quest'opera – è importante sottolinearlo – è stata considerata da John Dickson Carr il più bel giallo di sempre. Al di là dei giudizi personali, rappresenta comunque il più brillante enigma della camera chiusa: una storia poliziesca la cui trama è imperniata su un delitto che ha avuto luogo in una stanza inaccessibile, arrivando a confliggere con la logica più elementare.
Alla serie di Rouletabille, Leroux affiancherà – a partire dagli anni venti – un secondo ciclo di libri basati sulle avventure di Chéri-Bibi, un evaso ingiustamente accusato di un delitto.

Dopo questa rapida rassegna, appare evidente la profonda connessione tra la detective story e il mondo reale. Sia in Poe sia in Gaboriau – i due inventori del genere – i fatti di cronaca costituiscono una inestinguibile fonte di ispirazione, in grado di dare l’impulso ad un movimento che, sin dall'origine, si dimostra adattissimo per rappresentare la società col suo corollario di brutture e storture.
La crime-fiction, sin dal suo esordio, si è quindi trasformata nello strumento ideale per cercare di spiegare una realtà complessa come quella umana – costituita da azioni, scelte e comportamenti (spesso del tutto irrazionali) – in cui l’individuo finisce col trasformarsi in una sorta di drammaturgo di se stesso.
Ringraziandovi per l’attenzione, vi do appuntamento per la seconda parte. 

(*l'asterisco indica che l'articolo appartiene ad una rubrica)

mercoledì 24 gennaio 2018


Le avventure di Huckleberry Finn, Mark Twain

Questa volta si vola veramente in alto: siamo al cospetto di uno dei più grandi romanzi della storia della letteratura americana; un’opera che ha accompagnato intere generazioni di adolescenti ma che risulta, allo stesso tempo, adattissima ad un pubblico adulto. Basterebbe citare, al proposito, le parole di Ernest Hemingway: “Tutta la letteratura americana moderna discende da un libro di Mark Twain intitolato Huckleberry Finn”.

Con questo racconto rocambolesco ed avventuroso, inizialmente concepito come il sequel di Le avventure di Tom Sawyer, Mark Twain è riuscito a raccontare la storia di un ragazzo in fuga dalla civiltà e dai suoi pericoli.
Huckleberry Finn, insieme al latitante schiavo Jim, discende il Mississippi a bordo di una zattera dando così inizio ad uno straordinario viaggio. Accompagnando il protagonista nel suo itinerario assistiamo alla sua iniziazione ai fatti della vita. Attraverso il suo girovagare, il giovane verrà a contatto una serie di personaggi indimenticabili – avventurieri, imbroglioni, ricchi possidenti – che rappresentano l’immagine di una società intrisa di violenza. Il razzismo dilagante, le divisioni di classe e l’approssimarsi di una sanguinosa guerra civile sono elementi che emergono prepotentemente, ad ogni pagina, catapultandoci all’interno di una vicenda in grado di appassionare ed avvincere come poche altre.

Nel viaggio di Huck Finn ritroviamo l’epopea di un America che non c’è più: una terra di avventurieri e di città in rovina dislocate lungo la vallata del Missouri, ma anche una nazione vecchia e patriarcale che vive la sua età dell'oro e si scontra con i problemi della colonizzazione.
È interessantissimo l’utilizzo della lingua americana. Twain riesce, con la sua prosa lirica e perfetta, a riprodurne tutte le tonalità e gli slang, trasformando la scelta lessicale in un formidabile strumento di analisi sociale.
Si tratta di un’opera che rimane attuale nonostante il trascorrere implacabile del tempo.
Le avventure di Huckleberry Finn rappresenta il romanzo di formazione per eccellenza; una storia capace di trasmettere un messaggio importante e adatto al pubblico di tutte le età: l’ideale di libertà, tipico dell’adolescenza, va coltivato, vissuto e realizzato fino in fondo, così come ha fatto il giovane protagonista.
Un personaggio indimenticabile, destinato a rimanere nel cuore di tutti i lettori.


Consigliato a: coloro che voglio (ri)scoprire un classico meraviglioso, giustamente ritenuto tra le opere più importanti della letteratura Mondiale.


Voto: 8/10


lunedì 22 gennaio 2018

Rettifica: il 2018 porta con sé una novità!

Buongiorno a tutti!
Qualche post fa vi avevo detto che non ci sarebbero stati cambiamenti, quest'anno...
Invece, in seguito ad alcuni - recenti e non previsti - avvenimenti, ci sarà qualche novità.

Per prima cosa, il mercoledì sarà dedicato alle mie recensioni, mentre ci sarà un solo post di recap mensile in cui faremo il punto della situazione in maniera molto rapida e sintetica (letture svolte ed entrate del mese finito + tbr del mese successivo).

Per quanto riguarda lo spazio di Gio, invece, saranno introdotte le monografie e la rubrica sul giallo: pezzi che venivano precedentemente pubblicati su Rivista Fralerighe. Per questo motivo vedrete alternarsi le consuete recensioni con articoli più mirati verso il genere o riguardanti un autore specifico, pezzi più recenti con altri già visti in precedenza (almeno finché non ci saremo messi in pari... e speriamo di farlo nel più breve tempo possibile!).

Presumibilmente, comunque, la tabella di marcia dovrebbe essere questa:
Lunedì - recensione Gio
Mercoledì - "recensione" Mely
Venerdì - rubrica/recensione Gio

Come ultima cosa, è probabile che il blog e tutti i social connessi cambino nome e prendano lo stesso del canale YouTube, Impigiamatti: Libri & Co., per facilitare eventuali rimandi o ricerche... ma è una scelta ancora da definire.

Sperando di attirare la vostra curiosità e che apprezziate i cambiamenti, vi diamo appuntamento al prossimo post.

Mely e Gio

sabato 20 gennaio 2018

Regali di Natale + Book Haul Dicembre 2017 e TBR Gennaio 2018

Buoooongiorno!!!
Oggi, come preannunciato, vi faccio un po' di liste.
(in rigoroso ritardo, naturalmente, ma voi farete finta di nulla... vero?)
Non vi racconto dei regali non-libri perché in realtà son stati pochi: due confezioni di tè, di cui uno già assaggiato ed è DELIZIOSO, una tazza con Pusheen Unicorno e calzine abbinate, che adoro, e poi tutte mance e mancette e mancione, che metteremo da parte per comprarci un benedettissimo letto matrimoniale 😎.

Come per lo scorso anno ho deciso di tentare di leggere tre libri al mese, nonostante vari impegni e cambiamenti.
Quelli eletti per gennaio - in maniera molto spiccia perché ormai siamo praticamente a fine mese e comunque sono arrivati tutti a Natale - sono:
Darke, L'ultimo libro e Le donne di Kafka.

📚📖📚📖📚

Adesso dedichiamoci alle cose succulente...!
Sapendo che tra giro alla Giunti e Babbo Natale sarebbero arrivati tanti bimbi, a dicembre ho comprato un solo libro, ovvero Ventiquattr'ore nella vita di una donna - S. Zweig. Avendo già letto altro dell'autore, mi tuffo sui suoi "minilibri" praticamente ad occhi chiusi.
I regali, invece, sono stati ben più numerosi.
Innanzitutto sono entrate ben DUE graphic novel, per le quali ho avuto un colpo di fulmine e che ho messo in lista desideri pur senza saperne nulla: una è I guardiani del Louvre - J. Taniguchi, che ho adocchiato a Torino, e l'altra è Le brave ragazze si ribellano - Emma, scoperta invece a Milano.
Ho ricevuto anche due libri illustrati, ovvero Ranocchio salva Tokyo - H. Murakami, e Il piccolo Fuhrer - A. Hitler (per la verità sono lievemente confusa, per motivi che spiegherò nel recap delle letture, comunque tralasciamo la mia ignoranza e passiamo oltre).
Sono arrivati anche dei dossier sull'arte di cinque autori: Depero, Hokusai, Hiroshige, Warhol, Lichtestein.
Dedicandoci ora ai romanzi veri e propri, tra fratello e regali inaspettati da amici, sono entrate delle cosine molto curiose ed interessanti: Les Prodiges - J. Scott, libro adocchiato in Francia qualche secolo fa e che finalmente è nelle mie manine; L'ultimo libro - Z. Zivkovic, regalatomi da Và (una delle due gemelle di Mangiapagine) che me ne ha parlato strabene e da cui mi aspetto molto; Il marchio della peste - K. Sands, un libro che attendevo con ansia in quanto seguito di un altro che ho amato tantissimo (Il codice Blackthorn); Darke - R. Gekoski, di cui continuo a dimenticare la trama però ricordo che in libreria mi attirava sempre e ne leggiucchiavo qualche breve passaggio (quindi ad un certo punto ho deciso che doveva ASSOLUTAMENTE essere mio); ultimi, non per importanza ma perché vanno insieme, due libri che sono arrivati davvero a sorpresa e di cui non so praticamente nulla - tranne che sono due raccolte di racconti - e sono Le donne di kafka - A. Mainardi e Di cosa parliamo quando parliamo d'amore - R. Carver.

Eeeee... basta.
Per questa volta è tutto e ci rivediamo presto (spero xD) con le letture di dicembre, così possiamo procedere all'archiviazione del 2017 e pensare al 2018 e alle sue novità.
Sì, lo so, vi avevo detto che non sarebbe cambiato niente e invece, sorpresa, qualcosa cambierà. A mia discolpa posso dire che è stata una sorpresa anche per me perché non era per niente una cosa che mi aspettavo... ma comunque BEN VENGA.

Ciao!

M.

venerdì 19 gennaio 2018

L'angolo di Gio: Il sospettato X, Keigo Higashino



Il Sospettato X, Keigo Higashino Keigo 

Higashino da noi non è molto conosciuto; in Giappone, invece, è considerato alla stregua di una star del cinema: i suoi libri finiscono puntualmente in vetta alle classifiche e vendono milioni di copie. Nel caso voleste fare fare la sua conoscenza… niente di meglio di questo Il Sospettato X: un romanzo sorprendente ed avvincente, che evidenzia l’abilità da "incantatore di serpenti" di questo originale autore del Sol Levante. 
In questo psicothriller la componente cerebrale gioca sicuramente un ruolo di primo piano: il plot è un ingegnoso meccanismo ad orologeria che seduce il lettore e lo trascina con sé attraverso una narrazione in cui – come capita nei migliori gialli - nulla dev'essere dato per scontato. Ma procediamo con ordine… 

Yasuko, dopo il divorzio dal marito violento, sta cercando di rifarsi una vita con la figlia Misato. Quando l'ex coniuge si rifà vivo con l’intenzione di estorcerle del denaro, la donna perde il controllo e lo uccide. Il Professor Ishigami – il vicino di casa, segretamente innamorato di Yasuko - ha udito attraverso le pareti il compiersi del misfatto; invece di denunciarla alla polizia decide di aiutare l'assassina architettando un piano diabolico. A Kusanagi, l’investigatore titolare delle indagini, non resterà altro da fare che chiedere aiuto all'amico Yukawa, soprannominato Detective Galileo: un docente di fisica che spesso collabora con il dipartimento. 

Una sfida tra due menti geniali: questo è il sunto di questo thriller dall'ingegnosa architettura narrativa, capace di catturare dalla prima all'ultima pagina senza il minimo cedimento. 
Capitolo dopo capitolo assistiamo al confronto lucido e serrato tra due personaggi enigmatici e geniali; un duello che può essere accostato ad una partita a scacchi: mossa dopo mossa Ishigami e Yukawa si sfideranno a colpi di ingegno, facendo affidamento sulla propria genialità logico-matematica, cercando di scardinare le difese dell’avversario. Chi avrà la meglio? Questo, ovviamente, non ve lo posso dire. Vi posso solo anticipare che la soluzione del caso avrà un esito assolutamente imprevedibile... 


Consigliato a: coloro che vogliono fare la conoscenza di uno dei più geniali autori contemporanei, capace di fondere atmosfere giapponesi e ritmo incalzante, e a chi ama i gialli sorprendenti e pieni di colpi di scena. 


Voto: 7,5/10


lunedì 15 gennaio 2018

Angolo di Gio: Recensioni 2018

Angolo di Gio - 2018

Indignazione, Philip Roth
Il sospettato X, Keigo Higashino
Le avventure di Huckleberry Finn, Mark Twain
Follia maggiore, Alessandro Robecchi
Souvenir per i Bastardi di Pizzofalcone, Maurizio De Giovanni
Stoner, John Williams
Compulsion, Meyer Lewin
La legge dell'odio, Alberto Garlini
Il lato oscuro dell'addio, Michael Connelly
Cartoline dalla fine del mondo, Paolo Roversi
Il richiamo della foresta + Zanna bianca e altre storie di cani, Jack London
Sorgo rosso, Mo Yan
Una stagione selvaggia, Joe R. Lansdale
Colpo di spugna, Jim Thompson
Renzusconi, Andrea Scanzi
La natura della grazia, William Kent Krueger
Aspettando Godot, Samuel Beckett
La notte alle mie spalle, Giampaolo Simi
La peste, Albert Camus
Il bosco delle volpi, Arto Paasilinna
Blue Tango, Paolo Roversi
Il gioco di Gerald, Stephen King
Fratello Kemal, Jakob Arjouni
I veleni della dolce Linnea, Arto Paasilinna
Il Conte di Montecristo, Alexandre Dumas
Le bambine dimenticate, Sara Blædel
Il vecchio e il mare, Ernest Hemingway
A oriente del giardino dell'Eden, Israel J. Singer
Stella o croce, Gian Mauro Costa
Lo stato delle cose, Richard Ford
Malanottata, Giuseppe Di Piazza
La criminalità servente del Caso Moro, Simona Zecchi
L'ultima scelta, Leonardo Gori
Piccoli suicidi tra amici, Arto Paasilinna
La lunga notte del detective Waits, Joseph Knox
La scomparsa di Josef Mengele, Olivier Guez
Il quaderno rosso, Michel Bussi
Smile, Roddy Doyle
La metà del diavolo, Joseph Incardona
Un americano alla corte di Re Artù, Mark Twain
Turbine, Juli Zeh
Lo stupore della notte, Piergiorgio Pulixi
La donna dai capelli rossi, Orhan Pamuk

Se la notte ti cerca, Romano De Marco
Shock Politics, Naomi Klein
Il mastino dei Baskerville, Arthur Conan Doyle
Come una famiglia, Giampaolo Simi
84 Charing Cross Road, Helene Hanff
Lo schiaffo, Christos Tsiolkas
Il giorno dei lord, Michael Dobbs
Uno scià alla corte d'Europa, Kader Abdolah
L'impeccabile, Keigo Higashino
Autunno tedesco, Stig Dagerman
A modo nostro, Chen He
Il sangue è randagio, James Ellroy
Il mugnaio urlante, Arto Paasilinna
La provvidenza rossa, Lodovico Festa
Nero Caravaggio, Max e Francesco Morini
Rosso Barocco, Max e Francesco Morini
Chi è senza colpa, Dennis Lehane
Il senso di una fine, Julian Barnes
Strade di notte, Gajto Gazdanov
Come rapinare una banca svizzera, Andrea Fazioli
L'umiliazione, Philip Roth
Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani
Ogni coincidenza ha un'anima, Fabio Stassi
Il lungo addio, Raymond Chandler
Il maledetto United, David Peace
L'ombra, Roger Hobbs
Il padre infedele, Antonio Scurati
Piccolo blu e piccolo giallo, Leo Lionni
L'ultima corsa per Woodstock, Colin Dexter
M. Il figlio del secolo, Antonio Scurati
L'ultimo giro della notte, Michael Connelly
Lo smemorato di Tapiola, Arto Passalinna
L'ombra del campione, Luca Crovi
L'impostore, Javier Cercas
Un giorno di festa, Enrico Pandiani
Fahrenheit 451, Ray Bradbury
Troppa birra, detective!, Jakob Arjouni
Il buio oltre la siepe, Harper Lee
Una questione privata, Beppe Fenoglio
Fate il nostro gioco, Antonio Manzini
Gli aquiloni, Romain Gary
L’assemblea dei morti, Tomás Bárbulo
Lettera al mio giudice, Georges Simenon
La doppia madre, Michel Bussi
Furia omicida. Viaggio nel mondo dei serial killer, Harold Schechter
Il delitto di Kolymbetra, Gaetano Savatteri
Il figlio del dio del tuono, Arto Paasilinna
Peccato mortale, Carlo Lucarelli
Barabba, Pär Lagerkvist
Un delitto in Olanda, Georges Simenon
Sottomissione, Michel Houellebecq
Mai dimenticare, Michel Bussi
Pian della Tortilla, John Steinbeck
Sharpe all'attacco, Bernard Cornwell
Un sacchetto di biglie, Joseph Joffo
Tra due mondi, Olivier Norek
La promessa dell'alba, Romain Gary

L'angolo di Gio: Indignazione, Philip Roth




Indignazione, Philip Roth

Di Philip Roth si è detto tutto o quasi…
La sua capacità nel dipingere ritratti famigliari che diventano un modello dell'umanità circostante – soprattutto quella della periferia newyorchese - è davvero straordinaria. Anche in questo romanzo del 2008, il penultimo prima del ritiro dalle scene letterarie, mantiene fede alle premesse. Certo, il Roth del periodo d’oro (la trilogia composta da Pastorale Americana, Ho sposato un comunista e La macchia umana) è ormai irraggiungibile… però anche Indignazione, nonostante si tratti di un’opera minore, merita di essere accolto con attenzione. 

La vicenda è narrata in prima persona da Marcus Messner, uno studente universitario di Newark che si trasferisce in Ohio, al Winesburg College, per sfuggire alla pressione del genitore: un macellaio kosher apprensivo e sempre in ansia per la vita del figlio. Al college, Marcus si innamora di Olivia, una ragazza problematica reduce da un tentativo di suicidio. Il giovane protagonista entrerà ben presto in conflitto con il decano Caudwell, rifiutandosi di frequentare le funzioni religiose e dichiarandosi ateo. Il suo atteggiamento sarà causa dell’allontanamento dall'università, a seguito del quale sarà costretto a partire per la Guerra di Corea. 

Sin dalle prime pagine il lettore viene messo al corrente della sorte di Marcus: il ragazzo racconta di essere morto in guerra e descrive la propria esperienza terrena dall'aldilà. Veniamo così condotti per mano attraverso un lungo e potente flashback, in cui lo stile scarno ed essenziale dell’autore si fonde con una struttura narrativa solida, intensa e tumultuosa. 
Roth mette parecchia carne al fuoco: la paura della morte e l’odio nei confronti del pregiudizio, la scoperta del sesso ed il bigottismo di una società infarcita di credenze religiose sono elementi che vengono pian piano sviscerati col procedere del racconto. 
La scrittura, come sempre, è esemplare: è indimenticabile la scena in cui Marcus ed il decano Caudwell si affrontano verbalmente, dando vita ad un confronto incredibile per intensità ed asprezza che vale da solo la lettura del romanzo.
Alla fine, se dobbiamo cogliere il nocciolo dell’intera narrazione, lo possiamo individuare nella sublimazione di un principio spesso ricorrente nella storia letteraria: il classico "mi spezzo ma non mi piego" che condurrà Marcus alla rovina.


Consigliato a: coloro che amano questo grandissimo scrittore statunitense e vogliono confrontarsi con una prova letteraria che – seppur di livello inferiore alle precedenti – rimane comunque notevole per coerenza, stile e capacità di analisi.


Voto: 7,5/10


domenica 14 gennaio 2018

Angolo di Gio: Recensioni 2017

Angolo di Gio - 2017

La guardia, il poeta e l'investigatore, Jung-myung Lee
Non lasciare la mia mano, Michel Bussi
La pioggia prima che cada, Jonathan Coe
Yeruldelgger - Tempi selvaggi, Ian Manook
Un nessun dove verissimo, Annalisa De Stefano
Gente indipendente, Halldor Laxness
La vegetariana, Han Kang
Viaggiare in giallo, AA.VV.
Preghiera per Cernobyl, Svetlana Aleksievic
Alle spalle del cielo, Angelo Marenzana
Angelica e le comete, Fabio Stassi
Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay, Michael Chabon
Happy birthday, turco!, Jakob Arjouni
La ragazza sbagliata, Giampaolo Simi
Uno zaino, un orso e otto casse di vodka, Lev Golinkin
Le quattro casalinghe di Tokyo, Natsuo Kirino
Corruzione, Don Winslow 
Diario di bordo di uno scrittore, Bjorn Larsson
Colibrì, Kati Hiekkapelto
1Q84 - libro primo, Haruki Murakami
Il giardino degli orrori, Didier Daeninckx
L'opera struggente di un formidabile genio, Dave Eggers
Carta straccia, Jakob Arjouni
La fabbrica delle stelle, Gaetano Savatteri
A ciascuno il suo, Leonardo Sciascia
L'ombra del falco, Pierluigi Porazzi
L'angioletto, Georges Simenon
Il sangue degli Atridi, Pierre Magnan
Ho sposato un comunista, Philip Roth
Pulvis et umbra, Antonio Manzini
Green Manor, Fabien Vehlmann e Denis Bodart
La zona morta, Stephen King
Notturno cileno, Roberto Bolaño
Kismet Destino, Jakob Arjouni
Intrigo italiano, Carlo Lucarelli
Tempo da elfi, Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli
L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle miserabili monache, Marco Marsullo
Il gruppo, Joseph O'Connor
La scelta del buio, Piergiorgio Pulixi
Patria, Fernando Aramburu
Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane, Massimo Carlotto
L'estate del cane bambino, Mario Pistacchio e Laura Toffanello
Vento di Quaresima, Leonardo Padura
Ogni nostra caduta, Dennis Lehane
L'amore ai tempi del colera, Gabriel García Marquez
Ballando nel buio, Roberto Costantini
Lincoln nel Bardo, George Saunders
Selfie, Jussi Adler-Olsen
Pasolini - Massacro di un poeta, Simona Zecchi
Il commissario Habib, Moussa Konaté
La famiglia Moskat, Isaac Bashevis Singer
Fuori tempo massimo, Carlos Zanon
Una solitudine troppo rumorosa, Bohumil Hrabal
Nel più bel sogno, Marco Vichi
La ferrovia sotterranea, Colson Whitehead
Senza scampo, Kati Hiekkapelto
Che tu sia per me il coltello, David Grossman
La commedia umana, William Saroyan
L'uomo nero e la bicicletta blu, Eraldo
L'uomo di casa, Romano De Marco
Il segreto, Antonio Ferrari
La strage degli imbecilli, Carl Aderhold

venerdì 12 gennaio 2018

L'angolo di Gio: La strage degli imbecilli, Carl Aderhold



La strage degli imbecilli, Carl Aderhold



La storia di un uomo, in apparenza gentile e garbato, che si trasforma in un inesorabile sterminatore di… imbecilli. E così, pagina dopo pagina, inizia a far fuori portinaie dalla lingua lunga ed automobilisti indisciplinati, funzionari arroganti e vecchietti logorroici. Ad un certo punto comincerà a rivolgere l’attenzione alle persone che gli ruotano attorno - la consorte, i colleghi, l'amante – prima di iniziare ad eliminare una serie di lavoratori in divisa (essendo essa stessa un indice d'assoluta imbecillità). Alla fine del percorso, arriverà ad incarnare un ritratto non troppo dissimile da quello dei suoi avversari, trasformandosi in un individuo insopportabile, arrogante e saccente, che abusa a dismisura del proprio potere.

Questo romanzo rappresenta un originale mix tra la black-comedy ed un saggio antropologico/sociologico. Scritto con uno stile semplice e conciso, costantemente pervaso da una venatura di humour nero, cavalca l'onda del politicamente scorretto e proprio per questo risulta abbastanza scorrevole e divertente.
Purtroppo, dopo un inizio folgorante, il meccanismo diventa un po’ prevedibile; il susseguirsi di omicidi – alla fine saranno 140 i "caduti" per imbecillità congenita e manifesta – trasforma ben presto il racconto in una blanda ripetizione di eventi delittuosi, perpetrati nelle maniere più diverse: con armi da taglio, da fuoco, esplosivi ed altre ingegnose soluzioni. Se l’idea di partenza era azzeccata e perfettamente funzionale al racconto, il canovaccio rischia di diventare eccessivo ed irritante: oltre duecento pagine dedicate all'escalation criminale del protagonista, francamente, mi sembrano un po’ troppe…

Al di là di tutto, il libro incarna un buon esempio di satira della società contemporanea. Con piglio irriverente e frequenti escursioni nel grottesco, riesce a strappare più di un sorriso... e questo è indubbiamente un titolo di merito. Peccato che l'autore, dopo la poderosa intuizione iniziale, si sia adagiato sugli allori e non abbia osato andare oltre: probabilmente avrebbe trasformato questa storia nera, piacevole ma ridondante, in un gioiellino. 


Consigliato a: tutti gli amanti dell’umorismo nero, che  detestano il politically correct ed hanno l'irrefrenabile desiderio di (sor)ridere con intelligenza.


Voto: 6/10


mercoledì 10 gennaio 2018

Che il 2018 abbia inizio!

Buonciao a tutti!
Lo so, siamo ormai al 10 gennaio e il 2018 è iniziato già da qualche giorno.
Questo veloce post è per raccontarvi brevemente delle mie vacanze e di come si svilupperà in futuro il blog.

Dunque dunque...
Dicembre è stato un mese abbastanza tremendo per le letture: ho letto meno del solito ed erano praticamente tutti libri poco impegnativi e/o molto brevi.
Non che di solito legga chissà che mattoni, ma qui davvero erano proprio terra terra.

Il 22 dicembre sono finite le lezioni del corso che sto frequentando e la sera siamo partiti per Torino, direzione: casa dei suoceri.
Come sempre, il giro natalizio torinese ha compreso gita alle bancarelle di Via Po, alla Feltrinelli e - naturalmente - alla Giunti (sì, l'abbiamo svaligiata di nuovo!).
Il 25 mattina siamo partiti per andare dai miei e siamo stati lì fino al 28 pomeriggio, quando abbiamo ricaricato le valigie in macchina per tornare (FINALMENTE) a casuccia.
Parentesi: Babbo Natale è stato buonissimo e mi ha portato tanti libri!
Comunque, tornando a noi...
Già mi immaginavo una settimana tranquilla, in pieno relax, per riposarci e stare un po' insieme; l'ultimo dell'anno da festeggiare soli soletti, con una cenetta semplice ma slurposa...

E INVECE NO!!!

ILLUSA!!!

Prima mi è venuta la febbre, poi si sono aggiunti gli effetti collaterali dell'antibiotico ed è arrivato anche il ciclo T.T
Alla fine della fiera, ho iniziato a star meglio all'Epifania, così di 2 settimane a casa mi son goduta solo l'ultimo misero week end... Che poi "goduta" è un parolone, visto che ho la tosse ancora adesso >_<

Vabbe... dopo tutta sta pappardella poco interessante sulle mie disavventure natalizie, vi comunico che l'organizzazione del blog resterà pressoché invariata.
Pensavo solo di aggiungere qualche "focus on" extra, in caso di libri particolarmente belli (o particolarmente brutti)...
Per quanto riguarda l'angolo di Gio, venerdì uscirà l'ultima recensione del 2017 e poi si partirà con quelle del 2018.

E niente.
Per oggi vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana, quando vi svelerò cosa mi ha portato Babbo Natale!
(Nel frattempo, domenica 14 è il mio compleanno e prevedo già che arriveranno regali stupendi)

Ciao!!!
Mely

lunedì 8 gennaio 2018

L'angolo di Gio: Il segreto, Antonio Ferrari


Il segreto, Antonio Ferrari

Strane le vicende che ruotano attorno alla nascita di questo libro…
Antonio Ferrari lo scrisse nel lontano 1981 ma nessuno, all'epoca, ebbe il coraggio di pubblicarlo. "Non ce la sentiamo" fu la risposta ricorrente che il valido editorialista del Corriere della Sera ricevette dalla propria e da altre case editrici, evidentemente intimorite dal putiferio mediatico che il romanzo avrebbe scatenato.
Ora, a 36 anni di distanza, abbiamo finalmente la possibilità di leggere questa intrigante opera di fantasia che, in realtà, ha lo stesso valore di un'inchiesta.
Il segreto è il romanzo sul rapimento dell’Onorevole Aldo Moro e su tutto ciò che ruotò attorno a quel drammatico evento: lotta armata, giochi politici, equilibri internazionali. Nonostante l’ambientazione ed i nomi dei personaggi differiscano da quelli storicamente noti, Ferrari è riuscito a fornire una ricostruzione credibile, supportando i pochi elementi certi con le proprie intuizioni. Probabilmente già all'epoca ci aveva azzeccato: la trama del romanzo,  vista con gli occhi del lettore di oggi, si avvicina moltissimo alla realtà (così come la conosciamo).     

La vicenda prende il via all'Hotel Marriott di Washington, dove facciamo la conoscenza di un rude agente segreto americano, Ron J. Stewart, con alle spalle un passato segnato da missioni impossibili. Stavolta, però, il compito che gli viene affidato avrà un impatto notevole sul futuro politico dell’Italia e sui rapporti tra gli U.S.A. ed il blocco sovietico: stoppare l’ingresso al governo dei comunisti utilizzando qualsiasi mezzo… persino il coinvolgimento delle Brigate Rosse.

Questo è l’incipit di un romanzo che rientra nel novero delle cosiddette docu-fiction: ovvero quando i fatti storici vengono raccontati coniugando i modelli narrativi della fiction con l'aderenza alla realtà tipica del documentario. Sulla falsariga di ciò che aveva fatto Loriano Macchiavelli – utilizzando lo pseudonimo di Jules Quicher – riguardo al disastro di Ustica e alla strage di Bologna, Ferrari racconta una storia che nessuno avrebbe voluto mai ascoltare; una ricostruzione in cui gli intrighi politici, gli interessi superiori e le lotte per il potere contano più di ogni altra cosa… anche della vita stessa.
Che volto avrebbe avuto l'Italia del compromesso storico? È una domanda a cui nessuno sarà mai in grado di rispondere, ma che durante lo scorrere delle pagine si presenta in maniera impellente nella mente di ciascun lettore.
Nonostante sia stato composto più di trent'anni fa, Il segreto è un romanzo straordinariamente attuale: lucido, avvincente e ben scritto, accende i riflettori su una delle pagine più oscure della storia italiana.


Consigliato a: coloro che amano i romanzi-inchiesta, capaci di coniugare la tensione della fiction con un’accurata ricostruzione documentaria di eventi e situazioni, ed a chi vuole rispolverare uno dei misteri irrisolti del nostro paese.


Voto: 7,5/10