Paasilinna
è ormai una certezza!
Il
suo humour nero, con cui riesce a far sorridere anche delle vicende più
tragiche, rappresenta un talento più unico che raro all'interno del mondo letterario
contemporaneo.
Certo,
non tutte le ciambelle escono col buco: quest’opera, in effetti, non raggiunge
le auree vette di L’anno della lepre
e Il bosco delle volpi.
Nonostante
qualche lungaggine di troppo e una certa ripetitività di situazioni, si tratta
comunque di un romanzo gradevole, che si divora in poche ore, ed ha il merito di
far riflettere il lettore sulle annose questioni di vita, morte e rinascita
individuale.
Onni
Rellonen è un imprenditore fallito che da tempo ha preso la decisione di farla
finita. Per compiere l’estremo passo, sceglie un granaio isolato. Per un incredibile
scherzo del destino, nel luogo prescelto incontra Hermanni Kemppainen: un
colonnello dell’esercito che, come lui, ha deciso di porre fine prematuramente ai
suoi giorni.
Scossi
dall'incontro imprevisto, i due rinunciano a mettere in atto il loro piano e si
confidano reciprocamente le motivazioni che li hanno spinti alla drammatica
scelta. Decidono così di creare una sorta di “club” per gli aspiranti suicidi,
dove tutti gli sfortunati potranno incontrarsi
per discutere dei loro problemi. L’operazione ha un successo del tutto
inaspettato: le adesioni fioccano e, dopo il ritrovo iniziale, gli sventurati decidono
di noleggiare un autobus per partire tutti insieme… per un suicidio collettivo.
L’autore
finlandese, ormai considerato autore di culto, riesce stavolta in un intento difficilissimo:
quello di trattare con leggerezza un tema spinoso come il suicidio. I protagonisti
– forse un po’ troppi, a dire il vero - sono uomini e donne qualunque, che si
sentono persi in un mondo che non li comprende più e provano un’insuperabile sensazione
di sconfitta nella quotidiana esistenza. Questo manipolo di disperati – diversi per
ceto, origine ed estrazione sociale - troverà però nella comune vicinanza il modo
per risalire la china e riappropriarsi di una vita che pareva ormai priva di significato.
Con
un humour macabro e surreale, ma allo stesso tempo delicato, Paasilinna riesce a trasmettere al lettore un messaggio importante e per nulla scontato: che la solidarietà
può diventare un formidabile antidoto contro la tristezza e che, partendo dalle
piccole cose della quotidianità, è possibile ritrovare la voglia di vivere che
si credeva persa per strada.
Probabilmente
una sforbiciatina alla parte centrale del romanzo e la diminuzione del numero
dei personaggi – che può creare confusione nel lettore – avrebbe reso più lineare lo svolgimento della trama. Ci accontentiamo però del risultato,
sempre lieti di esserci immersi per qualche ora nella prosa avvincente e
gradevole di un autore che è impossibile non apprezzare.
Consigliato
a: coloro che amano lo humour nero e surreale della letteratura nordica ed a
chiunque sia attratto dalle storie di caduta e rinascita individuale.
Voto:
6,5/10
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