lunedì 7 maggio 2018

Lo stato delle cose, Richard Ford




È strano che, ogni volta che si fa il nome di un autore americano come possibile vincitore  del Nobel, si continui a menzionare i soliti Roth-Oates-McCarthy-De Lillo senza mai fare il minimo cenno a Richard Ford. Eppure il contributo fornito dall'autore del Mississippi alla letteratura contemporanea è notevole: mentre parecchi narratori della sua generazione confluivano nel cosiddetto “realismo isterico”, Ford - pur rimanendo solidamente ancorato ai canoni classici – si cimentava in un tipo di racconto a carattere minimalista, capace di raccontare l’America contemporanea attraverso uno stile sciolto in grado di essere allo stesso tempo lirico ed ironico.
Con la serie dedicata a Frank Bascombe – di cui Lo stato delle cose costituisce il terzo e penultimo episodio - Ford è riuscito nel difficile intento di creare un'epica della classe media americana: uno dei gruppi sociali su cui si è focalizzata l’attenzione di buona parte della letteratura angloamericana contemporanea.

Una decina d’anni dopo Il giorno dell’indipendenza, ritroviamo il nostro Frank - che continua a svolgere l’attività di agente immobiliare - alla prese con una serie di problemi non indifferenti. Ha scoperto di avere un tumore alla prostata, è stato abbandonato dalla seconda ed amata moglie Sally, ha un rapporto difficile con i figli Paul e Clarissa e - come se non bastasse  - l’ex moglie Ann gli ha confessato di nutrire ancora dei sentimenti nei suoi confronti.
I tre giorni in cui si svolge al vicenda, collocati durante la Festa del Ringraziamento del 2000 (l'anno delle elezioni presidenziali che videro contrapposti Gore e Bush), saranno utilissimi a Bascombe per far chiarezza dentro di sé e per tentare di dare un senso al tempo che gli rimane da vivere.

Rendere epica la normalità: in questo sta la grandezza di Richard Ford. Con il personaggio di Frank Bascombe, un ultracinquantenne che sta entrando nel “Periodo Permanente”, lo scrittore è riuscito a scavare in profondità nell'animo di un americano qualunque, che stila il bilancio della propria vita e cerca di dare un senso a tutto ciò che gli sta attorno. Assistiamo così ad una vera e propria presa di coscienza, attraverso cui il nostro protagonista – narratore in prima persona – giunge all'accettazione degli eventi della propria esistenza, condizione indispensabile per poter “tirare avanti”.
Con il racconto della vita di Frank Bascombe, Richard Ford ci regala una storia tutta americana, dolorosa e bruciante, che diventa una sorta di paradigma universale di tutte quelle vicende capaci di toccare il profondo dell’animo umano. Ci consegna così quello che, probabilmente, è il miglior romanzo della sua lunga carriera: un’opera imponente e straordinaria che lascia esterrefatti per equilibrio e capacità di analisi.


Consigliato a: coloro che sanno appassionarsi a quelle storie che, pur raccontando le vicende di gente qualunque, riescono a toccare le corde più profonde dell’animo umano ed a chiunque, a prescindere, ami la Letteratura con la L maiuscola.


Voto: 8,5/10   


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