È
strano che, ogni volta che si fa il nome di un autore americano come possibile
vincitore del Nobel, si continui a
menzionare i soliti Roth-Oates-McCarthy-De Lillo senza mai fare il minimo cenno
a Richard Ford. Eppure il contributo fornito dall'autore del Mississippi alla letteratura
contemporanea è notevole: mentre parecchi narratori della sua generazione
confluivano nel cosiddetto “realismo isterico”, Ford - pur rimanendo
solidamente ancorato ai canoni classici – si cimentava in un tipo di racconto a
carattere minimalista, capace di raccontare l’America contemporanea attraverso
uno stile sciolto in grado di essere allo stesso tempo lirico ed ironico.
Con
la serie dedicata a Frank Bascombe – di cui Lo
stato delle cose costituisce il terzo e penultimo episodio - Ford è
riuscito nel difficile intento di creare un'epica della classe media americana:
uno dei gruppi sociali su cui si è focalizzata l’attenzione di buona parte della
letteratura angloamericana contemporanea.
Una
decina d’anni dopo Il giorno dell’indipendenza,
ritroviamo il nostro Frank - che continua a svolgere l’attività di agente
immobiliare - alla prese con una serie di problemi non indifferenti. Ha scoperto
di avere un tumore alla prostata, è stato abbandonato dalla seconda ed amata moglie Sally, ha un rapporto difficile
con i figli Paul e Clarissa e - come se non bastasse - l’ex moglie Ann gli ha
confessato di nutrire ancora dei sentimenti nei suoi confronti.
I
tre giorni in cui si svolge al vicenda, collocati durante la Festa del Ringraziamento
del 2000 (l'anno delle elezioni presidenziali che videro contrapposti Gore e
Bush), saranno utilissimi a Bascombe per far chiarezza dentro di sé e per tentare
di dare un senso al tempo che gli rimane da vivere.
Rendere
epica la normalità: in questo sta la grandezza di Richard Ford. Con il
personaggio di Frank Bascombe, un ultracinquantenne che sta entrando nel “Periodo
Permanente”, lo scrittore è riuscito a scavare in profondità nell'animo di un
americano qualunque, che stila il
bilancio della propria vita e cerca di dare un senso a tutto ciò che gli sta attorno.
Assistiamo così ad una vera e propria presa di coscienza, attraverso cui il
nostro protagonista – narratore in prima persona – giunge all'accettazione degli
eventi della propria esistenza, condizione indispensabile per poter “tirare avanti”.
Con
il racconto della vita di Frank Bascombe, Richard Ford ci regala una storia tutta
americana, dolorosa e bruciante, che diventa una sorta di paradigma universale di
tutte quelle vicende capaci di toccare il profondo dell’animo umano. Ci
consegna così quello che, probabilmente, è il miglior romanzo della sua lunga
carriera: un’opera imponente e straordinaria che lascia esterrefatti per
equilibrio e capacità di analisi.
Consigliato a: coloro che sanno
appassionarsi a quelle storie che, pur raccontando le vicende di gente
qualunque, riescono a toccare le corde più profonde dell’animo umano ed a chiunque,
a prescindere, ami la Letteratura con la L maiuscola.
Voto: 8,5/10
Nessun commento:
Posta un commento