lunedì 30 aprile 2018

A oriente del giardino dell’Eden, Israel J. Singer



Ogni volta che leggo un romanzo di Israel Joshua Singer – fratello del Nobel per la Letteratura Isaac Bashevis – mi sorge il dubbio che il premio sia stato conferito all'autore sbagliato. Come nei precedenti I fratelli Ashkenazi e La famiglia Karnowski, lo scrittore di origine polacca riesce a raccontare in maniera impareggiabile le traversie di una famiglia di stirpe ebraica, vittima delle persecuzioni e della dilagante ingiustizia sociale.

La vicenda si snoda tra i primi anni del novecento ed il periodo immediatamente antecedente l'avvento del nazismo.
Mattes Ritter, soprannominato la lepre, è un venditore ambulante che percorre avanti e indietro le campagne polacche, cercando di smerciare la sua povera mercanzia. Le sue speranze di affermazione sociale sono tutte riposte nell'unico figlio maschio – Nachman – che vorrebbe trasformare in uno stimato rabbino. Il ragazzo, però, seguirà una strada completamente diversa: verrà sedotto dalle irresistibili sirene del socialismo reale, che lo spingeranno ad inseguire il suo sogno al di là del confine sovietico. Ma anche le figlie Sheindel e Reisel non soddisferanno le speranze paterne: la prima, intelligente ed avventurosa, rimarrà incinta di un soldato russo; la seconda incontrerà un destino ancora peggiore.

Una comunità perseguitata, umiliata, ma sempre animata da una fiamma nascosta, segreta ed invincibile, che le consente di rimanere in vita: questo è il filo conduttore di un romanzo potente e ricco di disillusione.
Si tratta di un’opera struggente e malinconica, che attraverso le vicende della famiglia Ritter arriva a raccontare in maniera esemplare quello che è il continuo “errare” dell'uomo su questa terra.
Malgrado sia un filino al di sotto dei due citati capolavori, A oriente del giardino dell’Eden è comunque un romanzo emozionante, che riesce come pochi altri a spiegare in maniera encomiabile la delusione per il comunismo reale, che in luogo delle promesse di libertà e uguaglianza è stato in grado di produrre solo desolazione e sofferenze.
Singer è inarrivabile nella descrizione dei personaggi, che risultano realistici ed intensi, ed è un autentico maestro nell'accurata ricostruzione di un periodo storico ricco di fermenti politici ed ideologici.  


Consigliato a: coloro che sanno ancora appassionarsi ai grandi romanzi, capaci di raccontare attraverso le vicissitudini di una famiglia la storia di un mondo in continua evoluzione, ed a chi ama i personaggi forti che, nonostante il vento contrario, non si piegano di fronte al destino.


Voto: 7,5/10   



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