Da
qualche giorno Arto Paasilinna se n’è andato. Sentiremo molto la sua mancanza. Questo
ex guardaboschi convertito alla letteratura ci ha lasciato in eredità una serie
di libri bellissimi: favole spensierate, ironiche e divertenti attraverso cui
siamo entrati in contatto con un ambiente naturale incontaminato, che sa mostrarsi al tempo stesso bellissimo e terribile. Tra le doti di quest’autore, una delle principali
è sicuramente quella di essere riuscito a raccontare col sorriso sulle labbra vicende
drammatiche e toccanti.
Lo smemorato di Tapiola,
che ho terminato di leggere pochi giorni fa, è un libro che si inserisce alla
perfezione nella produzione dello scrittore finlandese: riesce ad essere
spassoso ma anche molto commovente, trattando con garbo temi come la vecchiaia
e l’Alzheimer.
I
protagonisti del racconto sono il taxista Seppo Sorjonen e l’agrimensore in
pensione Taavetti Rytkönen. Per uno di quegli scherzi del destino i due si
incontrano nella cittadina di Tapiola. Taavetti, che soffre di un inizio di
demenza senile, incontra il taxista proprio “in mezzo alla strada”:
Seppo è infatti costretto ad arrestare l’auto di servizio nel mezzo di una
delle vie più trafficate in quanto “sbarrata” dalla figura dell’anziano tecnico
che sta cercando di annodarsi la cravatta.
Da
quel momento in avanti i due diventeranno inseparabili: inizieranno una lunga
avventura lungo i paesaggi dell'Ostrobotnia, incontrando numerosi personaggi, attraverso
cui verremo a conoscenza di alcuni frammenti del passato dell’anziano
passeggero.
La
svolta del romanzo arriverà nel momento in cui la strana coppia giungerà alla
fattoria di un vecchio commilitone di Taavetti,
Heikki Mäkialo: un agricoltore ed allevatore intenzionato a far saltare in aria
i suoi possedimenti.
Lo
stile di Paasilinna è inconfondibile, così come sono unici i temi di fondo
delle sue novelle: l'amore incondizionato nei confronti della natura selvaggia ed
affascinante; il desiderio di fuga dalla grigia routine della civiltà; il gusto
per la comicità ed il paradosso.
La
meravigliosa Finlandia, piena di laghi, di boschi sterminati e di
gente originale, costituisce l’ambientazione ideale per i suoi romanzi ed
interagisce ad ogni pagina con i protagonisti, diventando co-protagonista a
pieno titolo della vicenda.
Ed
alla fine del libro, voltata l’ultima pagina, avremo recepito un importante
messaggio: come sia possibile venire a capo delle situazioni più difficili e
problematiche, anche se queste rispondono – tristemente – ai nomi di vecchiaia
ed abbandono.
Consigliato a: C’è
bisogno di consigliarlo? Paasilinna si legge a prescindere! Strano che nessuno,
in questi ultimi anni, abbia mai fatto il suo nome in prospettiva Nobel:
sicuramente non sarebbe stato un premio demeritato...
Voto:
7,5/10 per questo libro; 9/10 per tutta la sua carriera.
Buon viaggio Grande Arto. R.I.P.
A me piace tantissimo Paasilinna, anche se fino ad ora ho letto solo due romanzi. Questo ancora no, ma lo metto in lista!
RispondiEliminaI miei preferiti sono Il bosco delle volpi e Il mugnaio urlante. Ma anche gli altri meritano assolutamente. :-)
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