Leggere un romanzo con protagonista il Colonnello Bruno Arcieri è un po’ come incontrare un vecchio amico, di cui crediamo di sapere tutto ma che continua a stupirci di volta in volta. In questo L’ultima scelta, in particolare, lo ritroviamo stanco, un po’ invecchiato e alle prese con dubbi e moti di coscienza che potrebbero seriamente compromettere l’equilibrio faticosamente raggiunto.
Siamo nell'inverno del 1970, in piena Guerra Fredda come recita il sottotitolo. Sono trascorsi pochi mesi dalla strage di Piazza Fontana ed Arcieri viene coinvolto in un’operazione ordita dai servizi segreti per far saltare i cosiddetti “servizi deviati”. L’anziano colonnello, dopo un’iniziale riluttanza, accetta l’incarico e viene condotto in una vetusta villa nel cuore della Toscana, dove sono programmati gli incontri con la fonte, l'agente Zero. Si troverà ad affrontare una situazione difficile, dove il “doppio gioco” è ormai diventato uno stile di vita e in cui non ci si può più fidare di nessuno… neanche degli amici di un tempo.
Leonardo Gori è uno dei migliori autori italiani ed il suo personaggio, nel corso degli anni, ha acquistato maggior profondità psicologica, diventando uno specchio dei tempi e delle situazioni in cui si è ritrovato immerso. Anche in questo romanzo lo sfondo storico è ricostruito con cura e costituisce il palcoscenico ideale per una trama ben congegnata, dal ritmo implacabile, in cui il ritmo serrato va a braccetto con dialoghi realistici.
La scrittura è elegante: capace di assecondare le improvvise accelerazioni del plot ma in grado, al tempo stesso, di assumere un aspetto intimista, soffermandosi sui sentimenti e le emozioni del vecchio colonnello.
Come spesso accade, c’è anche una comparsata del Commissario Bordelli, il protagonista dei romanzi dell’amico/sodale Marco Vichi: gli incontri tra i due personaggi sembrano scandire il passare del tempo, (anti)eroi di un’Italia del dopoguerra in costante trasformazione ma sempre alle prese con un passato scomodo e difficile da dimenticare.
Consigliato a: coloro che amano il giallo/noir italiano “con l’anima”, in cui la trama non è mai fine a se stessa ma diventa lo strumento ideale per raccontare un’epoca, una società ed uno stile di vita.
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