martedì 8 maggio 2018

Malanottata, Giuseppe Di Piazza



Davvero un buon noir quello che ci ha regalato Giuseppe Di Piazza, giornalista di cronaca prestato alla letteratura.
Cominciamo a fare un salto all'indietro, fino agli anni Ottanta del secolo scorso, per addentrarci in una vicenda che trae spunto da un delitto realmente accaduto. Ci ritroviamo così immersi in una Palermo dall'indole scanzonata e provocatoria, in cui i tentacoli della Piovra – seppur sotterranei e segreti - si estendono un po’ ovunque.

In questo contesto, viene rinvenuto il corpo di una giovane donna in fin di vita: è stata dapprima picchiata selvaggiamente e poi sfigurata con l’acido. La vittima si chiamava Veruska ed era la escort più famosa della città: una ragazza dell’est giunta in Italia seguendo il mito di Raffaella Carrà e con la smodata intenzione di sfondare nel mondo dello spettacolo.
Un delitto del genere, dalle forti tinte passionali, contrasta però con le “abitudini” di un capoluogo più avvezzo ai delitti di mafia che a quelli legati all'umana gelosia. Ed è così che Leo Salinas, giovane praticante di un quotidiano locale, comincia un’indagine complessa e pericolosa, tesa alla ricostruzione delle ultime ore di vita della vittima che paiono avvolte nel mistero.

Un giovane cronista a caccia dello scoop, un cruento femminicidio, una città piena di segreti: questi sono gli ingredienti di Malanottata, un noir atipico in cui sentimenti, misteri e vite individuali si miscelano tra loro in maniera inaspettata.
La storia è narrata in prima persona dal protagonista Salinas – soprannominato “occhi di sonno” – fatta eccezione per alcuni capitoli in cui è la stessa Veruska a rivelarci le sue tristi vicende. Eventi di cronaca realmente accaduti – si citano, a mero titolo d’esempio, il caso Mattei ed il sequestro Di Mauro – fanno capolino di tanto in tanto all'interno della trama, mostrando un contesto storico difficile in cui la classica lotta stato-mafia si sta acuendo a dismisura. 
Lo stile di scrittura è accattivante, con una buona caratterizzazioni dei personaggi; è azzeccata la scelta di far ricorso a parole in dialetto siciliano, che stimolano il lettore e lo aiutano a penetrare ancora di più nella vicenda.


Consigliato a: coloro che amano i noir realistici e per nulla banali, capaci di raccontare attraverso un’indagine giornalistica le problematiche di un’epoca, di un popolo, di una città.


Voto: 7/10


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