martedì 22 maggio 2018

La lunga notte del detective Waits, Joseph Knox



Il noir inglese batte un colpo!
Era dai tempi della quadrilogia di David Pearce che la Perfida Albione non ci regalava un romanzo così potente, capace di afferrare il lettore per la gola senza mostrare un attimo di cedimento.
Joseph Knox, l’autore, ha tutte le carte in regola per diventare uno dei protagonisti della letteratura di genere contemporanea. Con questa opera prima riesce ad introdurci, a poco a poco, in quella che è l’anima nera della odierna Manchester, tra corruzione, traffici di droga ed altri loschi affari. E lo fa con un protagonista davvero convincente: un poliziotto emotivamente tormentato che ha varcato il “lato oscuro” ed ha iniziato una sua personalissima discesa all’inferno.   

Aidan Waits è un poliziotto caduto in disgrazia: è stato colto in flagrante mentre sottraeva droga dal deposito della polizia. Il suo superiore, l'ispettore Parrs, gli offre però una via d'uscita: dovrà infiltrarsi nell'organizzazione criminale che controlla il mercato dell’eroina. Waits non ha alternative: se vuole avere una speranza non può far altro che accettare l’ingrato compito. Come se ciò non bastasse, un potente uomo politico lo incarica di tenere d'occhio la figlia, scappata di casa e stabilitasi a casa del boss Carver: colui che controlla lo spaccio metropolitano. Si ritroverà solo contro tutti, nella disperata impresa di cercare di salvare se stesso, una città ferita ed una ragazza disperata.

Questo non è un noir come gli altri. È ipnotico, onirico, adrenalinico; colpisce duro e sa centrare il bersaglio. Si tratta - a mio parere – di uno dei migliori esordi degli ultimi anni.
Donne fatali, boss della droga, loschi politici, ragazze scomparse, soldi sporchi: questi sono gli elementi che ruotano attorno alla figura di un poliziotto allo stremo, che agisce sotto copertura e che si trova schiacciato tra l'establishment ed il mondo criminale.  
L'ambientazione è fantastica. La Manchester sullo sfondo è una città brutale e moderna, livida e corrotta, che dimostra fino in fondo la sua macabra crudeltà ed il suo senso di impotenza. I protagonisti sono credibili e ben tratteggiati, sospesi in un vuoto pneumatico da cui non esiste ritorno.
Echi di Ian Rankin e di Irvine Welsh si ritrovano in una trama ben costruita, sostenuta da una scrittura tesa ed incandescente, dove si svela l’anima palpitante di una metropoli allo sbando in cui la speranza muore giorno dopo giorno.


Consigliato a: coloro che amano i noir metropolitani a tinte forti, duri e per nulla rassicuranti, ed a chiunque voglia fare la conoscenza di questo ultimo e talentuoso “nipotino” di Raymond Chandler.


Voto: 7,5/10




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