Il
noir inglese batte un colpo!
Era
dai tempi della quadrilogia di David Pearce che la Perfida Albione non ci
regalava un romanzo così potente, capace di afferrare il lettore per la gola
senza mostrare un attimo di cedimento.
Joseph
Knox, l’autore, ha tutte le carte in regola per diventare uno dei protagonisti
della letteratura di genere contemporanea. Con questa opera prima riesce ad
introdurci, a poco a poco, in quella che è l’anima nera della odierna
Manchester, tra corruzione, traffici di droga ed altri loschi affari. E lo fa
con un protagonista davvero convincente: un poliziotto emotivamente tormentato che
ha varcato il “lato oscuro” ed ha iniziato una sua personalissima discesa all’inferno.
Aidan
Waits è un poliziotto caduto in disgrazia: è stato colto in flagrante mentre sottraeva droga dal deposito della polizia. Il suo
superiore, l'ispettore Parrs, gli offre però una via d'uscita: dovrà infiltrarsi
nell'organizzazione criminale che controlla il mercato dell’eroina. Waits non
ha alternative: se vuole avere una speranza non può far altro che accettare l’ingrato
compito. Come se ciò non bastasse, un potente uomo politico lo incarica di
tenere d'occhio la figlia, scappata di casa e stabilitasi a casa del boss Carver:
colui che controlla lo spaccio metropolitano. Si ritroverà solo contro tutti,
nella disperata impresa di cercare di salvare se stesso, una città ferita ed
una ragazza disperata.
Questo
non è un noir come gli altri. È ipnotico, onirico, adrenalinico; colpisce duro
e sa centrare il bersaglio. Si tratta - a mio parere – di uno dei migliori
esordi degli ultimi anni.
Donne
fatali, boss della droga, loschi politici, ragazze scomparse, soldi sporchi:
questi sono gli elementi che ruotano attorno alla figura di un poliziotto allo stremo,
che agisce sotto copertura e che si trova schiacciato tra l'establishment ed il
mondo criminale.
L'ambientazione
è fantastica. La Manchester sullo sfondo è una città brutale e moderna, livida
e corrotta, che dimostra fino in fondo la sua macabra crudeltà ed il suo senso
di impotenza. I protagonisti sono credibili e ben tratteggiati, sospesi in un
vuoto pneumatico da cui non esiste ritorno.
Echi
di Ian Rankin e di Irvine Welsh si ritrovano in una trama ben costruita,
sostenuta da una scrittura tesa ed incandescente, dove si svela l’anima
palpitante di una metropoli allo sbando in cui la speranza muore giorno dopo
giorno.
Consigliato a: coloro che amano i
noir metropolitani a tinte forti, duri e per nulla rassicuranti, ed a chiunque voglia fare la conoscenza di questo ultimo e talentuoso “nipotino” di Raymond Chandler.
Voto: 7,5/10
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