lunedì 14 maggio 2018

La criminalità servente nel Caso Moro, Simona Zecchi



Dopo l’eccellente esordio con Pasolini - Massacro di un poeta (2015), Simona Zecchi si sta rivelando come una delle migliori interpreti del giornalismo investigativo di casa nostra. 
Con questo nuovo lavoro, in particolare, affronta uno degli eventi più destabilizzanti della recente storia Italiana, utilizzando un approccio innovativo e del tutto inedito. Per la prima volta viene posta sotto l’occhio dei riflettori la parte attiva svolta dalla criminalità organizzata – soprattutto la ‘Ndrangheta calabrese - vera protagonista occulta dell’intera vicenda.

Questo libro-inchiesta si basa su un meticoloso lavoro di ricerca e ci consegna una chiave di lettura che, rispetto al passato, risulta alternativa se non del tutto antitetica. Il ruolo della criminalità, per troppo tempo trascurato e rimasto nascosto nella marea montante degli atti istruttori, viene finalmente analizzato in maniera dettagliata, con precisi riferimenti alle carte processuali, alle interviste e agli articoli giornalistici. Ne scaturisce un’analisi solida ed impeccabile che ci rivela come il potere criminale sia stato tutt'altro che una presenza incidentale all'interno delle indagini, ma si sia rivelato decisivo in ogni singolo aspetto del Caso Moro – Strage di via Fani, detenzione, omicidio - interagendo col mondo politico, con le istituzioni e con i vari gruppi terroristici.
Comprendiamo così le ragioni del termine “servente”, utilizzato nel titolo del libro: la criminalità non è servita esclusivamente al raggiungimento di alcuni scopi – alla stregua di un braccio armato, incaricato di compiere il lavoro sporco - ma è stata sua volta servita (per non dire riverita) dai poteri forti e da chi deteneva le chiavi del potere.

La lettura è avvincente, come se si trattasse di un romanzo di spionaggio. Eppure abbiamo a che fare con la vita reale: con tanti – troppi - fantasmi nascosti nell'armadio di uno Stato italiano costretto troppo spesso a scendere a compromessi.  
È molto interessante il metodo espositivo, che può essere paragonato ad una sorta di piramide rovesciata: Simona Zecchi ha adottato una tecnica d’indagine che, partendo dalle conclusioni, si allarga  a poco a poco fino ad includere ogni più piccolo dettaglio. Nonostante il susseguirsi di commissioni d’inchiesta e le persistenti difficoltà di giungere ad individuare la linea di separazione tra indizi e prove inoppugnabili, questo libro rappresenta un’importante segnale: un tentativo di alzare lo sguardo oltre il muro delle verità più o meno ufficiali per cercare di fornire una risposta plausibile a tanti interrogativi che, a distanza di quarant'anni, continuano a tormentare la coscienza del Popolo italiano. Un popolo che – non dimentichiamolo - ha bisogno di chiarezza, di considerazione, di rispetto.


Consigliato a: coloro che desiderano approfondire alcuni aspetti fondamentali di una vicenda in cui permangono parecchi lati oscuri ed a chiunque ami le indagini giornalistiche condotte con perspicacia ed attenzione.


Voto: 7,5/10



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