L’ultima corsa per
Woodstock di Colin Dexter, pubblicato per la prima volta nel
1975, è un “police-procedural” che inaugura la fortunata serie incentrata sull'ispettore
Morse della Thames Valley Police: un personaggio caratterizzato da un humour
tipicamente inglese, da una vasta erudizione letteraria e da competenze
musicali fuori del comune che l’autore riproporrà con successo nelle opere successive
(da noi ne sono state pubblicate una decina, a cura di Sellerio).
Si
tratta di un romanzo ben congegnato, basato su un solido intreccio e che
possiamo ascrivere alla categoria del “giallo classico”. Un poliziesco che – ne
siamo sicuri - gli amanti del genere apprezzeranno sicuramente. Ma andiamo per ordine, partendo dalla trama…
Due
ragazze sono in attesa dell’ultimo autobus per Woodstock. Visto che il mezzo è
in pesante ritardo, decidono di incamminarsi lungo la strada sperando in un passaggio.
Dopo qualche istante una macchina si ferma e, dopo averle caricate, si rimette
in moto. La scelta risulterà fatale per una delle ragazze, il cui corpo esanime
verrà rinvenuto qualche ora dopo nel parcheggio di un pub. L'ispettore Morse,
coadiuvato dal sergente Lewis, comincerà una difficile indagine che –
attraverso la politica dei piccoli passi - lo porterà ad appurare la verità.
Una verità che, però, non sarà per niente facile da accettare…
Giallo
– come si diceva poc’anzi - di solida tradizione "classica", lontano
anni luce dai thriller truculenti e pieni di omicidi che inflazioneranno la
letteratura degli anni a venire, quest’opera ha il suo punto di forza nella
scrittura elegante e raffinata, che permette alla storia si svilupparsi in maniera
scorrevole.
L’ambientazione
nell’Inghilterra dei primi anni Settanta è tipicamente “british” e può contare
su personaggi ben tratteggiati ed un ritmo narrativo apprezzabile anche se non
sempre costante; il finale tutt'altro che scontato è un ulteriore freccia nell’arco
di questo libro, che riesce a mantenere desta l’attenzione fino all’ultima
pagina.
Colin Dexter - arcinoto in patria (grazie anche ad una serie TV di successo) - non ha avuto da noi la stessa fortuna: la (ri)pubblicazione delle sue opere, però, sembra stia dando i frutti sperati, restituendo un po' di popolarità a questo "fratello ideale" di giallisti come Petros Markaris e Henning Mankell.
Consigliato a:
tutti gli amanti del giallo classico e degli intrecci ben costruiti ed a
chiunque prediliga i polizieschi che fanno prevalere l’indagine accurata sui
colpi di scena ad effetto.
Voto:
7/10
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