lunedì 20 agosto 2018

Il sangue è randagio, James Ellroy



Il sangue è randagio rappresenta il terzo ed ultimo capitolo di una straordinaria trilogia – iniziata con America Tabloid e proseguita con Sei pezzi da mille - attraverso cui, facendo ricorso ad un’azzeccata commistione di fiction e eventi reali, James Ellroy è riuscito in un’impresa quasi impossibile: quella di raccontare la storia “underground” degli Stati Uniti tra il 1958 e il 1973, costituita da una serie di accadimenti strettamente connessi e fortemente condizionati dalla dilagante corruzione politica.
Questo romanzo, in particolare, si svolge negli anni compresi tra il 1968 e il 1973 e attraversa un periodo storico parecchio agitato, in cui assistiamo al conflitto del Vietnam, al dilagare del movimento Black Power ed alla morte di Hoover, conducendoci fino all’avvento del l'amministrazione Nixon.

Come nelle due opere precedenti, Ellroy sceglie di utilizzare il medesimo metodo narrativo, raccontando la vicenda dal punto di vista di tre diversi personaggi: in questo caso si tratta dell’ex poliziotto Wayne Tedrow Jr, dell’agente FBI Dwight Holly e del giovane detective privato Don Crutchfield.
La trama prende il via all’indomani degli omicidi di Martin Luther King e di Robert Kennedy. In quel momento, gli Stati Uniti paiono sull’orlo del collasso, con disordini e speculazioni politiche che scuotono vigorosamente le basi dell’ordinamento democratico tanto che il capo dell'FBI, J. Edgar Hoover, è pronto ad usare le maniere forti.
Holly, uomo di fiducia di Hoover, si occuperà di alimentare dissidi all’interno dei gruppi del potere nero; Tedrow lavorerà per il miliardario Drac-Howard Hughes alla costruzione di case da gioco in Centro America; Crutchfield, investigatore di basso livello, verrà coinvolto in vicende troppo grandi per lui.

Il sangue è randagio è un romanzo imponente, lungo quasi 900 pagine, in cui i fili della storia – reale o di fantasia - si intersecano e si avvinghiano ripetutamente, facendo emergere quello che è un vero e proprio "incubo americano": dalla morte di Kennedy in avanti, in sostanza, si giunse a suggellare quell’orrore protratto nel tempo che aveva già avuto inizio con la guerra vietnamita. Questo dramma senza fine rappresenta il logico punto di arrivo per una nazione come l'America, che è stata costruita su un substrato fatto di razzismo, di massacri e di schiavitù.
Nonostante sia lievemente inferiore – per equilibrio e compattezza – ai due romanzi che lo precedono, questo libro tiene desta l’attenzione e non molla la presa per un solo istante.  Con lo scorrere delle pagine, il lettore diventa l’inerme spettatore di una situazione difficile, in cui si verifica un progressivo indebolimento della struttura democratica, con l’esplicarsi di un’azione anti-comunista che arriva a giustificare praticamente ogni azione.
Crudo, spietato, violento, Il sangue è randagio è sorretto da una trama avvincente, che non risparmia nessuno e riesce a stimolare nel lettore le emozioni più disparate - paura, disgusto, indignazione - affidandosi a personaggi indimenticabili, capaci di ispirare allo stesso tempo simpatia e ripugnanza.


Consigliato: a tutti coloro che amano il Noir con la N maiuscola – duro, intenso, cattiiiiivo – ed a chiunque desideri assistere ad una rappresentazione fantasiosa ed ”alternativa” (ma per niente disprezzabile) della storia americana degli anni  a cavallo tra i sessanta ed i settanta.


Voto: 7,5/10



Nessun commento:

Posta un commento