Io e Gio abbiamo deciso di aggiungere due giorni extra per ripubblicare articoli che erano già usciti per Rivista Fralerighe, in modo tale da portare avanti sia i recuperi (per non perdere il lavoro che avevamo fatto di là) sia le cose nuove.
Quindi oggi si cominciano i "traslochi" e parto io con Tredici, di J. Asher: libro e sierie tv mooolto discussi lo scorso anno...
L'articolo era uscito in occasione del lancio della serie Netflix, ma passiamo al contenuto vero e proprio.
Commento:
Questo romanzo appartiene al genere young adult, ovvero un tipo di lettura che propone temi importanti presentandoli però in termini semplici, più adatti al pubblico giovane a cui il prodotto è rivolto.
In questo caso l’argomento trattato è quello del suicidio di un’adolescente, questione più volte affrontata anche dalla letteratura contemporanea come nel caso del celebre Le vergini suicide di J. Eugenides.
E’ sconcertante vedere come storie di questo genere siano ancora molto attuali, considerato che non ci troviamo di fronte ad una novità ma ad un testo rispolverato, rinnovato e riproposto.
Come si evince dalla trama, Hanna è una ragazzina che ha preso la decisione definitiva ma, anziché una lettera d’addio, ha voluto lasciare dei nastri registrati come atto d’accusa da recapitare a coloro che l’hanno portata a compiere l’estremo gesto. Quanto emerge dalle sue parole è un insieme di elementi che, purtroppo, calzano perfettamente con la descrizione della società in cui viviamo.
Molto spesso non ci rendiamo conto dell’effetto che le nostre azioni possono avere sugli altri, a volte non ci pensiamo nemmeno. Non prendiamo in considerazione il fattore fragilità, che cambia per ogni soggetto. Siamo indifferenti verso gli altri, non sappiamo leggere i messaggi tra le righe oppure non ci preoccupiamo di intervenire. Ci sono i famosi bulli, che addirittura si divertono a provocare sofferenza.
Insomma, per una ragione o per l’altra, può accadere di ritrovarsi davanti ad una serie di eventi spiacevoli: una sorta di reazione a catena con conseguenze negative.
Nel libro di cui parliamo, tutto comincia da false voci di corridoio messe in giro da Justin, l’ex fidanzato di Hannah, e da qui si scatena una sorta di “bullismo collettivo” nei confronti della ragazza. Dal primo episodio prenderanno il via molti altri, che non verranno elencati per non fare spoiler; quelli incriminati sono in tutto tredici – da qui il titolo, in originale “Th1rteen r3asons why” – ma tra questi ce n’è uno che si differenzia. Una specie di mosca bianca. Per sapere di che si tratta, però, dovrete ascoltare le cassett-ehm, volevo dire, dovrete leggere il libro.
La struttura della narrazione prevede due voci: quella di Hannah, appunto, e quella di Clay, ovvero il ragazzo che ascolta le cassette e ci rivela la sua versione dei fatti.
Una cosa che potrebbe infastidire il lettore è l’intreccio tra i due racconti, poiché i pensieri di Clay intermezzano più volte il discorso di Hannah interrompendone il climax.
Personalmente non mi ha disturbata, anzi: ho trovato interessanti questi interventi perché rendono l’idea di una presa di coscienza da parte di lui, che finalmente riesce a mettere tutti i tasselli al proprio posto e si rende conto di ciò che occupava i pensieri di Hannah; inoltre, forse proprio per tale motivo, sarebbe più corretto considerare questo libro un romanzo di formazione anziché un thriller (come invece viene classificato) e potrebbe essere una buona idea inserirlo nelle liste di titoli consigliati dagli insegnanti delle scuole superiori.
Parlando di nuova edizione, vorrei esprimere il mio apprezzamento (assolutamente soggettivo) per quanto riguarda alcuni cambiamenti apportati:
– dal punto di vista grafico, ho trovato carini e significativi i simboli “play” e “stop” presenti sulla copertina, che quasi rendono l’idea del libro trasformato in cassettina
– mi è piaciuta molto la presenza di un doppio finale, così ogni lettore ha la possibilità di scegliere quello che preferisce
– ho trovato simpatica l’idea di inserire negli ultimi fogli la copia delle pagine scritte a mano dall’autore durante la stesura del romanzo
Sono quelle piccole cose che, per quanto non indispensabili, danno un valore aggiunto al prodotto finale.
– dal punto di vista grafico, ho trovato carini e significativi i simboli “play” e “stop” presenti sulla copertina, che quasi rendono l’idea del libro trasformato in cassettina
– mi è piaciuta molto la presenza di un doppio finale, così ogni lettore ha la possibilità di scegliere quello che preferisce
– ho trovato simpatica l’idea di inserire negli ultimi fogli la copia delle pagine scritte a mano dall’autore durante la stesura del romanzo
Sono quelle piccole cose che, per quanto non indispensabili, danno un valore aggiunto al prodotto finale.
“A volte ritornano”, quindi, e in questo caso l’affermazione ha una doppia valenza: il concetto è applicabile sia al libro in quanto tale, che dopo dieci anni dalla prima uscita ed in seguito ad un periodo di difficile reperibilità viene rilanciato dalla nuova serie Netflix (partita il 31 marzo), sia ad alcuni aspetti del suo contenuto.
L’autore (dal sito dell’editore):
Jay Asher vive in California, è stato bibliotecario e libraio in ogni tipo di libreria, da quelle indipendenti a quelle di catena. Tredici è il suo romanzo d’esordio e, fin dalla pubblicazione, nel 2007, è stabilmente nella classifica dei bestseller del “New York Times”.
Jay Asher vive in California, è stato bibliotecario e libraio in ogni tipo di libreria, da quelle indipendenti a quelle di catena. Tredici è il suo romanzo d’esordio e, fin dalla pubblicazione, nel 2007, è stabilmente nella classifica dei bestseller del “New York Times”.
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