lunedì 3 settembre 2018

Nero Caravaggio, Max e Francesco Morini


Dimenticate Dan Brown! 
Anche se il titolo – che rimanda chiaramente al genere del thriller storico, sviluppatosi sulla scia dell’autore americano – può risultare fuorviante, questo romanzo è fatto di una pasta completamente diversa. 
I fratelli Max e Francesco Morini, artefici di questo Nero Caravaggio (la loro opera prima), sono tutt’altro che adepti di Robert Langdon & C. Si tratta di due autori teatrali e televisivi, che da dieci anni dirigono l’Accademia del Comico di Roma, e la loro provenienza dal mondo della commedia si vede tutta: ogni singola pagina è intrisa di un sano e dissacrante senso dell’umorismo che diventa ben presto la trave portante dell’intera struttura narrativa. 

Il protagonista, Ettore Misericordia, è un libraio che gestisce uno storico negozio a Roma. L'uomo affianca però alla passione per la lettura un’istintiva curiosità per i delitti che si verificano nella città eterna, a cui si dedica come un novello Sherlock Holmes. Affiancato dall’amico/dipendente Fango – che svolge la funzione di narratore della vicenda – fornisce un indispensabile aiuto al corpulento e sanguigno ispettore Ceratti per risolvere i casi più spinosi e delicati. 
In quest’occasione, dovrà risolvere l’enigma dell’omicidio di Paolo Moretti, un funzionario pubblico che è stato rinvenuto cadavere di fronte ad un quadro del Caravaggio. Ettore e Fango scopriranno ben presto degli inquietanti collegamenti tra il delitto e la vicenda personale del pittore secentesco dall’animo irrequieto. 

Peccato che l’estate sia ormai alle spalle: se eravate alla ricerca di un giallo da ombrellone, da leggere con gusto e divertimento, questo poteva essere il vostro libro ideale. Scherzi a parte, Nero Caravaggio costituisce un ottimo prodotto d’evasione, in cui la trama gialla riesce a fondersi armoniosamente con l’arte e la storia.
Utilizzando uno stile leggero e scorrevole, facendo ricorso a capitoli brevi, i Morinibros ci regalano un romanzo gradevole ed assai godibile. I battibecchi tra Misericordia e Ceratti, gli intermezzi in dialetto romanesco e lo spirito beffardo ed irrispettoso del protagonista sono ulteriori elementi che impreziosiscono il racconto, strappando più di un sorriso al lettore divertito oltreché preso al guinzaglio dall’incedere della trama. 
La verve umoristica, che pervade di sé l’intero racconto, si integra alla perfezione con gli eventi drammatici scaturenti dalla trama gialla. L’ambientazione romana è particolarmente azzeccata. Seguiamo passo dopo passo i nostri eroi attraverso le strade ed i quartieri della capitale, immersi in una contemporaneità in cui ancora riecheggiano gli eventi del passato: fatti storici e modelli artistici che – un po’ a sorpresa - ci insegnano come anche la letteratura d'intrattenimento possa diventare una sorta di amplificatore capace di diffondere scampoli di autentica cultura. 


Consigliato a: coloro che sono alla ricerca di un giallo divertente e rilassante, con personaggi simpatici ed intriganti, ed a tutti gli appassionati d’arte e di cultura che adorano il palcoscenico suadente e misterioso di Roma Città Eterna. 


Voto: 7,5/10

N.B. Domani proseguiremo con la recensione di Rosso Barocco, la seconda indagine del libraio-detective Ettore Misericordia.


Gio





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