Tempo da elfi, Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli
Terzo romanzo del collaudato duo Guccini-Macchiavelli con il guardacaccia Marco Gherardini, per tutti Poiana, che da qualche tempo ha raccolto il testimone del Maresciallo Santovito (protagonista dei primi romanzi della coppia).
Nel paesino di Casedisopra sembra che qualcosa stia cambiando: da qualche tempo sono comparsi gli "elfi", una comunità di giovani che vestono abiti sgargianti, calzano sandali di cuoio fatti a mano e sopravvivono vendendo manufatti e prodotti della pastorizia.
Mentre il nostro Poiana sta vivendo un momento difficile - il corpo della forestale, di cui fa parte, sta infatti per essere riassorbito nell'arma dei Carabinieri – due spari risuonano tra i secolari boschi dell'appennino.
Qualche tempo dopo, ai piedi di un dirupo viene rinvenuto il cadavere di quello che, a prima vista, sembrerebbe un giovane elfo.
Inizia così un'indagine difficile e piena di incognite, che costringerà il nostro eroe a dubitare di chiunque gli stia attorno… compresa la donna di cui, nel frattempo, si è innamorato.
Cominciamo col dire che il plot è tutt'altro che trascendentale: rappresenta più che altro uno strumento al servizio di un racconto che ha come punto di riferimento la natura, autentica protagonista della vicenda. Questo riflettore indirizzato sui "castagni dell’appennino" – per utilizzare un’espressione del vecchio Guccio - è ancora più evidente rispetto ai due precedenti romanzi, Malastagione e La pioggia fa sul serio, poiché la storia è imperniata su una comunità di individui che ha scelto di vivere in mezzo ai boschi, in stato di perpetuo isolamento dal resto della popolazione.
Su questo sfondo appenninico, molto ben delineato e che appare quasi opporsi all'ambientazione urbana e frenetica di gran parte del giallo/noir di casa nostra, si innestano i classici ingredienti del mistery: il delitto, una gamma ampia e variegata di sospetti e – ovviamente – un protagonista/investigatore che, libro dopo libro, sta diventando un beniamino dei lettori.
Guccini e Macchiavelli non cercano il colpo ad effetto.
I loro gialli sono pacati e rilassanti; la descrizione di luoghi e situazioni prevale così sulla spasmodica ricerca del colpevole. I personaggi sono realistici e ben costruiti, con dialoghi brillanti che ci fanno vivere in presa diretta le vicende di uno perduto paesino circondato dai boschi.
Il libro si legge con estremo piacere: le 300 pagine scorrono tra le dita, lievi e avvincenti, tanto che non ci si accorge neanche di essere arrivati alla fine.
Consigliato a: coloro che amano i gialli all'italiana, capaci di fondere una trama gialla e un'ambientazione caratteristica da far invidia a Cognetti, poiché questo romanzo appassionerà sicuramente gli amanti della natura.
Voto: 7/10
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