lunedì 11 dicembre 2017

La casa di Gio: Una solitudine troppo rumorosa, Bohumil Hrabal






Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa


In un centinaio di pagine Hrabal è riuscito in una missione impossibile: raccontare la storia di un uomo che guarda il cielo pur vivendo sottoterra. 
Hanta, il protagonista, lavora da anni ad una pressa meccanica. Il suo mestiere è quello di trasformare la carta da macero – volumi, giornali, imballaggi - in ordinati parallelepipedi all'interno dei quali continua a "vivere" un libro: le voci di Laozi, Hegel e Nietzsche, racchiuse in quel modulo di cellulosa ricompattata, possono così continuare a rivolgersi al mondo circostante. 
Di tanto in tanto recupera alcuni dei libri scartati e pronti per essere distrutti, accumulandoli compulsivamente all'interno della propria abitazione. L'avvento di una nuova pressa, tecnologicamente più evoluta, renderà il povero Hanta vittima di un profondo malessere che lo porterà ad ipotizzare l’idea del suicidio.

Una solitudine troppo rumorosa è un romanzo breve (o racconto lungo, se preferite) per nulla rassicurante: anzi, è evidente che nello straniamento brechtiano del protagonista e nella sua alienazione sociale si trovino i canoni di una narrazione non comune e – forse proprio per questo – destinata a raggiungere una bellezza insolita ma sublime
In una Praga in cui le avanguardie artistiche e letterarie profetizzano il dissolversi di un regime, un uomo che vive nel sottosuolo ci descrive la sua visione del mondo alterata ma sincera. Vittima di un'ossessione che lo ha reso istruito contro la sua volontà, Hanta è immerso fino in fondo nelle sue meditazioni, troppo silenziose per essere sopportabili.
Attorno a lui scorrono le immagini di una città pregna di umori e di effluvi: l'odore acidulo della birra, il sentore dolciastro del sangue, l'olezzo disarmante della putredine. 

Si tratta di una lettura non semplice: l'architettura del romanzo è complessa e dal marcato impianto filosofico. Per comprenderlo a fondo sarebbe preferibile un minimo di conoscenza riguardo al momento storico in cui la vicenda si svolge: la Praga degli anni Settanta, reduce da una Primavera sanguinosa, è co-protagonista a tutti gli effetti.
Oltre a tutto ciò, un elemento insindacabile emerge durante la lettura: l'amore disperato, assoluto, quasi metafisico per i libri… perché, alla fine dei conti, sono loro l’elemento portante della trama, il fulcro attorno cui ruota questa curiosa quanto incredibile storia di distorta ed estraniante umanità.


Consigliato a: coloro che vogliono fare la conoscenza di uno dei più grandi narratori Cechi, attraverso un romanzo spiazzante e bellissimo, che è sicuramente tra le sue opere migliori.


Voto: 8/10

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