Fuori tempo massimo, Carlos Zanón
"Finalmente in Italia il nuovo noir spagnolo" è l'indicazione di Massimo Carlotto, sulla copertina del libro. Sinceramente, spero che il noir iberico non sia tutto qui: Fuori tempo massimo non mantiene per niente le promesse.
Si narrano le vicende di Epi e Alex, due fratelli reduci da un’infanzia problematica. Mentre Alex inghiotte antidepressivi come se fossero caramelle, Epi si droga e trascorre notti selvagge insieme all'amico di origine araba Tanveer Hussein, massacratore seriale di prostitute, con cui ha uno stranissimo rapporto di amore-odio: pur subendone l’influsso, lo detesta profondamente perché gli ha rubato la fidanzata di origine peruviana. Un bel giorno, all'interno di un bar, Epi uccide il compagno spaccandogli il cranio a martellate. Com'è facile prevedere, da quel momento in avanti le cose precipiteranno…
La scelta di raccontare la storia di due fratelli decisamente borderline – novelli Caino e Abele – è sicuramente un motivo di interesse; purtroppo lo sviluppo della trama non è adeguato alle premesse iniziali. La scrittura abbastanza farraginosa (sarà un concorso di colpa col traduttore?) non aiuta per niente e, ad un certo punto, viene da chiedersi dove voglia andare a parare il buon Zanon… Ne esce un distillato ben poco credibile, in cui il pericoloso mix “infanzie disturbate/quartiere malfamato” produce personaggi per niente verosimili e assolutamente banali per quanto riguarda la psicologia.
L’antitesi “redenzione e perdizione”, trattata migliaia di volte dalla letteratura contemporanea, viene raccontata con tonalità esagerate, per non dire esagitate. Lo sviluppo del rapporto conflittuale tra i due fratelli, dopo una manciata di pagine, fornisce una sensazione di ripetitività e di scarsezza di idee che lascia il lettore perplesso.
Alla resa dei conti, possiamo sostenere che si tratta di un romanzo che non aggiunge alcunché di nuovo al consolidato terreno della letteratura di genere. Unico elemento memorabile: la descrizione di una Barcellona dura e senza speranze, circondata da quartieri malfamati dove lo spaccio e la violenza sono all'ordine del giorno. Ma per fare un buon noir... è davvero troppo poco!
(S)Consigliato a: coloro che vogliono cimentarsi con un noir metropolitano decisamente sopra le righe, ambientato in una città dipinta a tinte fosche, con protagonisti che incarnano fino in fondo gli stereotipi della narrativa pulp.
Voto: 4/10
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