Non
avevo mai letto niente di Javier Cercas… ma dopo aver terminato la lettura di L’impostore, European Book Prize 2016,
ho deciso di inserire in wish-list anche le altre sue opere. Come avevano già
fatto prima di lui Truman Capote (A
sangue freddo) e Emmanuel Carrère (L’avversario),
l’autore si è ispirato ad un fatto reale per costruire – sotto forma di romanzo
– la storia di un personaggio di nome Enric Marco Batlle. Ma chi sarà mai quest’uomo?
Si
tratta di un anziano signore di Barcellona, dichiarato antifranchista, che in
passato aveva ricoperto il ruolo di segretario della CNT (il partito anarchico) e qualche
tempo dopo era assurto ai vertici della Amical Mathausen, l’associazione dei sopravvissuti ai campi di
sterminio. Per il coraggio e l’eroismo dimostrati, nel corso degli anni era
stato sommerso da medaglie, onorificenze ed attestati da parte di numerosi
governi ed istituzioni.
Nel
2005, però, lo storico Benito Bermejo stabilì che i racconti di Marco erano incoerenti
oltreché inconsistenti e dimostrò che il sedicente eroe aveva raccontato al
mondo un sacco di fregnacce: non era mai stato internato nel campo di
Flossenbürg e anche la sua attiva partecipazione alla guerra civile pareva tutt’altro
che certa.
Javier
Cercas, dopo vari tentennamenti, decise di scrivere un romanzo per cercare di
svelare l’enigma di questo controverso personaggio, per scoprire le sue verità
e le sue bugie. Sì, perché Marco non si limitò a mentire in maniera spudorata –
in tal caso sarebbe stato smascherato in un batter d’occhio – ma impastò la
finzione del suo passato con grumi di realtà, al fine di rendere credibile il
racconto della sua vita.
Cercas
non è uno storico, quindi se cercate un resoconto fattuale e preciso di questa
vicenda rivolgetevi altrove. È però un grande romanziere che, inaspettatamente,
viene catturato dal mistero che si nasconde dietro una scelta individuale del
tutto inspiegabile: quella di voler costruire la propria gloria su una montagna di menzogne.
L’autore
arriva ad ipotizzare che dietro lo sguardo ingannatore di Marco si nasconda la
medesima indolenza di tanti spagnoli che, dopo aver trascorso interi decenni a
capo chino, si erano proclamati convinti
democratici dopo la morte del Caudillo Franco.
Raccontando
la vicenda di un bugiardo seriale, lo scrittore spagnolo costruisce un libro lucido
e prezioso, sostenuto da una scrittura di assoluta qualità e da una profondità
di analisi dirompente. Ci regala così un romanzo/verità che, raccontando la storia
spagnola (ma anche europea) del Novecento, ci fa riflettere su ciò che è reale
e su ciò che non lo è, attraverso una vicenda umana che diventa lo specchio di
un popolo, di una nazione, di una civiltà.
Consigliato a: coloro
che amano le storie reali raccontate in forma romanzata ed a chiunque apprezzi
i libri capaci di sgretolare la patina vischiosa dell’apparenza per andare a
vedere che cosa si nasconde dietro una maschera, una tenda o un paravento.
Voto:
8/10
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