venerdì 26 ottobre 2018

L’impostore, Javier Cercas




Non avevo mai letto niente di Javier Cercas… ma dopo aver terminato la lettura di L’impostore, European Book Prize 2016, ho deciso di inserire in wish-list anche le altre sue opere. Come avevano già fatto prima di lui Truman Capote (A sangue freddo) e Emmanuel Carrère (L’avversario), l’autore si è ispirato ad un fatto reale per costruire – sotto forma di romanzo – la storia di un personaggio di nome Enric Marco Batlle. Ma chi sarà mai quest’uomo?

Si tratta di un anziano signore di Barcellona, dichiarato antifranchista, che in passato aveva ricoperto il ruolo di  segretario della CNT (il partito anarchico) e qualche tempo dopo era assurto ai vertici della Amical Mathausen, l’associazione dei sopravvissuti ai campi di sterminio. Per il coraggio e l’eroismo dimostrati, nel corso degli anni era stato sommerso da medaglie, onorificenze ed attestati da parte di numerosi governi ed istituzioni.  
Nel 2005, però, lo storico Benito Bermejo stabilì che i racconti di Marco erano incoerenti oltreché inconsistenti e dimostrò che il sedicente eroe aveva raccontato al mondo un sacco di fregnacce: non era mai stato internato nel campo di Flossenbürg e anche la sua attiva partecipazione alla guerra civile pareva tutt’altro che certa.

Javier Cercas, dopo vari tentennamenti, decise di scrivere un romanzo per cercare di svelare l’enigma di questo controverso personaggio, per scoprire le sue verità e le sue bugie. Sì, perché Marco non si limitò a mentire in maniera spudorata – in tal caso sarebbe stato smascherato in un batter d’occhio – ma impastò la finzione del suo passato con grumi di realtà, al fine di rendere credibile il racconto della sua vita.
Cercas non è uno storico, quindi se cercate un resoconto fattuale e preciso di questa vicenda rivolgetevi altrove. È però un grande romanziere che, inaspettatamente, viene catturato dal mistero che si nasconde dietro una scelta individuale del tutto inspiegabile: quella di voler costruire la propria gloria su una montagna di menzogne.
L’autore arriva ad ipotizzare che dietro lo sguardo ingannatore di Marco si nasconda la medesima indolenza di tanti spagnoli che, dopo aver trascorso interi decenni a capo chino, si erano  proclamati convinti democratici dopo la morte del Caudillo Franco.
Raccontando la vicenda di un bugiardo seriale, lo scrittore spagnolo costruisce un libro lucido e prezioso, sostenuto da una scrittura di assoluta qualità e da una profondità di analisi dirompente. Ci regala così un romanzo/verità che, raccontando la storia spagnola (ma anche europea) del Novecento, ci fa riflettere su ciò che è reale e su ciò che non lo è, attraverso una vicenda umana che diventa lo specchio di un popolo, di una nazione, di una civiltà.


Consigliato a: coloro che amano le storie reali raccontate in forma romanzata ed a chiunque apprezzi i libri capaci di sgretolare la patina vischiosa dell’apparenza per andare a vedere che cosa si nasconde dietro una maschera, una tenda o un paravento.


Voto: 8/10



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