Arto Passilinna è ormai un autore di culto. Nessuno come lui è in grado di coniugare dramma e humour travolgente, spingendo il lettore a sorridere anche delle storie più tragiche.
Anche Il mugnaio urlante, come le opere precedenti, mantiene fede alle aspettative, rivelandosi un romanzo gradevole, ironico e denso di significati. Ma procediamo con ordine, partendo dalla trama.
Siamo in un minuscolo villaggio finlandese, all’indomani della guerra. Un bel giorno, del tutto inaspettatamente, arriva al paesello Gunnar Huttunen: un uomo "senza passato" (per citare il titolo di un film del grande Aki Kaurismaki, che con Paasilinna ha non pochi punti in comune).
Il nuovo arrivato decide di comprare il vecchio mulino, da anni abbandonato. Questo personaggio, però, è parecchio stravagante: nei momenti di tristezza si mette ad ululare per ore ed ore, turbando i sonni della popolazione circostante. La pubblica autorità, che lo considera matto da legare, lo farà rinchiudere in una clinica psichiatrica. Ma Huttunen non accetterà supinamente questo verdetto: riuscirà ad evadere dalla struttura, con l’intento di far valere le proprie ragioni.
Ce la farà? Per scoprirlo, non vi resta altro da fare che leggere il libro.
Nel dipanarsi della trama riscopriamo le classiche situazioni – comiche, stralunate, surreali - a cui l’autore ci ha abituato anche se, in questo caso, sono spesso ammantate da un velo opaco di tristezza.
È inevitabile, con lo scorrere delle pagine, che il lettore finisca per fare il tifo per il povero Gunnar, vittima dell’intolleranza e dell’ottusità della gente.
L’umana follia, una volta tanto, viene trattata in maniera lieve ed originale: vengono lasciate da parte le valutazioni a carattere psichiatrico e si affronta il triste argomento del (pre)giudizio sociale che la popolazione del villaggio cova nei confronti del forestiero.
Il tema della diversità è affrontato con garbo e pudore; i personaggi e le situazioni si inseriscono alla perfezione in un contesto sociale eterogeneo, collocato in un ambiente naturale straordinario.
Consigliato a: coloro che amano la letteratura nordica, a chi apprezza il senso dell’umorismo capace di flirtare con la tragedia ed a chiunque adori le storie capaci di avvolgere il corpo ed il cuore del lettore come una calda coperta.
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