Sellerio è sempre una
sicurezza: la casa editrice siciliana, molto spesso, riesce a farci conoscere
opere semisconosciute ma meritevoli di attenzione, scovandole nei quattro angoli del mondo. Anche
stavolta, con questa nuova scoperta Made-in-Cina, riesce a centrare il
bersaglio.
A modo nostro, oltre ad essere un’opera
interessante e ben scritta, è il primo romanzo che riesce a raccontare in
maniera realistica ed esaustiva il variegato universo dell’immigrazione cinese:
un argomento di cui noi occidentali sappiamo poco o niente.
Il
protagonista, Xie Qing, vive a Wenzhou – la città del sud della Cina da cui
proviene la maggioranza dei cinesi che risiedono in Italia – e svolge l’attività
di camionista per una società di
trasporti. Quando l’ex moglie, che lo ha abbandonato diversi anni prima per
trasferirsi a Parigi, muore in un tragico incidente stradale, si vede costretto
a recarsi in Francia per il riconoscimento del corpo.
L’imprevisto
viaggio all'estero costituirà per Xie Qing un’occasione più unica che rara per cambiare
radicalmente la propria esistenza. Assisteremo così alla sua progressiva presa
di coscienza ed al suo inserimento in un mondo radicalmente diverso da quello a
cui era abituato. In parallelo, ripercorreremo la storia della donna e
scopriremo a poco a poco i retroscena della sua scomparsa.
Utilizzando
i classici stilemi del noir, Chen He riesce nell’intendo di raccontare le
vicende di una cupola criminale in terra occidentale, in cui imperversano immoralità
e corruzione. Allo stesso tempo, l’autore indirizza lo sguardo sulle comunità
cinesi che vivono in Europa, raccontando le loro traversie, la loro inarrivabile
capacità nel dedicarsi agli affari e il magmatico intreccio di contatti –
sociali, politici, famigliari - da cui traggono linfa vitale.
Non
tutte le parti del racconto, purtroppo, sono ugualmente interessanti: ogni tanto
lo scrittore si dilunga eccessivamente nelle descrizioni, facendo perdere per
qualche istante il filo della narrazione. Al di là di tutto, riesce comunque a
costruire un notevole equilibrio tra lirismo e fattualità, facendo coesistere avventura
e tragedia.
È
apprezzabile il retrogusto un po’ amaro, profondamente malinconico, che come
una patina sottile ricopre l’intera vicenda: una sensazione di accettazione del
destino che accomuna tra loro diversi personaggi del romanzo.
Consigliato
a: coloro che amano i libri che sanno essere allo stesso tempo lirici e
realistici ed a chiunque intenda approfondire la conoscenza delle vicende delle
comunità cinesi in Europa.
Voto:
7/10
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