lunedì 31 dicembre 2018

Sottomissione, Michel Houellebecq





Che dire? Ho aspettato un bel po’ prima di leggere questo romanzo di Houellebecq, proprio perché temevo di subire condizionamenti dal dibattito sulla tolleranza religiosa, innescato a seguito della sua pubblicazione. Ed alla fine - se devo essere sincero - sono convinto che la montagna abbia partorito un topolino.
La teoria di fondo è quanto mai suggestiva: ipotizzare una Francia “islamizzata” nel cuore del vecchio continente, con il susseguente adeguamento dell’intera popolazione, è stata sicuramente un’ottima intuizione. Purtroppo, però, la trama non riesce nell'intento di coniugare le due diverse anime del racconto: quella che ruota attorno alla figura del protagonista – un esemplare di maschio misogino ed abulico – e quella rappresentata dalle prese di posizione trancianti e provocatorie di cui è disseminata la narrazione.

Siamo nella Francia del  2022, alla fine del secondo mandato di Hollande. Un partito di matrice islamica – la Fratellanza Musulmana - trionfa alle elezioni a seguito dell'alleanza con il Partito Socialista Francese ed altre forze politiche liberali e moderate.
Il nuovo presidente Mohammed Ben Abbes - musulmano di seconda generazione - impone al Paese una sorta di Sharia (la Legge di Dio) a cui l'establishment transalpino pare adeguarsi senza problemi, prospettando addirittura una forma di “sottomissione” all'autoritarismo islamico.
Il protagonista François, professore di letteratura, finirà per convertirsi a sua volta all'Islam con il duplice intento di proseguire la brillante carriera universitaria e di poter adottare la poligamia (che è stata nel frattempo legalizzata).

Più provocatorio che profetico, “Sottomissione” vorrebbe essere un deliberato atto di accusa nei confronti della decadenza dell’emisfero occidentale, che va a braccetto con una forte predisposizione critica nei confronti del mondo islamico, del suo credo e delle sue usanze. In realtà, la figura del protagonista François finisce ben presto per fagocitarsi l’intera storia, trasformando l’opera in una vivida rappresentazione di un pessimismo senza frontiere, che lascia l’uomo moderno alla mercé degli eventi, totalmente apatico e privo di stimoli.
A salvare il romanzo rimane solo la scrittura di Houellebecq – elegante, precisa, fluente – che dimostra il talento di uno dei più celebrati scrittori francesi contemporanei. Mi riprometto quindi di leggere altre opere di questo autore anche se questo primo approccio non è stato del tutto convincente.


Consigliato a: coloro che vogliono affrontare un libro di cui negli scorsi anni si è parlato molto (spesso a sproposito) ed a chiunque voglia fare la conoscenza di uno di più originali e provocatori narratori della letteratura di oggi.


Voto: 6/10



domenica 30 dicembre 2018

Propositi Letterari 2018 e 2019

Buongiorno, signori!
Siamo al 30 dicembre ed è ora di vedere sia com'è andato il nostro 2018 sia cosa vorremmo riuscire a combinare nel 2019.
Prima di addentrarci nei dettagli, però, volevo comunicarvi che i top/flop arriveranno con l'anno nuovo insieme alla nuova programmazione: infatti da gennaio pubblicheremo solo 3 post a settimana ed io personalmente [Mely] vi parlerò esclusivamente di libri che - in bene o in male - meritano un articoletto tutto per loro (quindi non ci saranno più i post in cui vi nomino più libri contemporaneamente).

Bene. 
Adesso passiamo alle cose interessanti...


PROPOSITI 2018

- MELY-
Dire che è andata male forse è un eufemismo, ma comunque...
Per quest'anno la mia idea era di leggere alcuni titoli precisi: ora ve li elenco e vi indico anche com'è andata.

1. Portavo allora un eskimo innocente (letto)
2. La nave di Teseo (neanche aperto)
3. Vita e destino (neanche aperto)
4. Il trono di spade (abbandonato)
5. Il grande inverno (ovviamente neanche aperto)
6. I cento racconti (neanche aperto)
7. Dormono sulla collina (abbandonato)
8. La giostra del piacere (letto)
9. Cromorama (neanche aperto)
10. Vite segrete dei grandi scrittori (letto)
11. Manuale pratico di grafologia e caratterologia (letto)
12. Histoire d'O (abbandonato)
13. Tigre, tigre (neanche aperto)
14. Nord e sud (neanche aperto)
15. Lui è tornato (neanche aperto)
16. La lettera d'amore (abbandonato)
 Tirando le somme ne ho letti 4 su 16... coff coff...
Poi volevo leggere tre libri insieme a Gio e, almeno questo, è andato bene.

- GIO - 
A differenza di Mely, i miei propositi sono andati a buon fine.
1. Leggere almeno 100 libri: fatto.
2. Leggere almeno due tomoni: fatto.
3. Leggere almeno cinque libri tra quelli in attesa da anni: fatto.
4. Leggere due autori, vincitori di premi, mai letti prima: fatto.
5. Leggere tre libri con Mely: con riserva ma fatto (non erano quelli previsti ad inizio anno, ma comunque abbiamo raggiunto la quota scegliendone altri).
Posso ritenermi assolutamente soddisfatto per i risultati raggiunti.,

PROPOSITI 2019

- MELY -
Quella che vedete in foto è la pagina del bullet journal dedicata ai miei propositi 2019: ho deciso di non scegliere più dei titoli precisi, come ho fatto in precedenza, ma voglio seguire lo stampo di Gio e procedere per "categorie".

1. Leggere una trilogia che attende da tanto sui miei scaffali (ne ho almeno un paio che sono lì da anni!)
2. Leggere un libro tra quelli che vuole leggere anche Gio (abbiamo una pila apposita in cui mettiamo i libri che vogliamo leggere entrambi)
3. Leggere un libro che abbia più di 500 pagine (prima o poi dovrò decidermi ad affrontarli!)
4. Leggere un romanzo che attende da tanto
5. Leggere un saggio che attende da tanto

6. Finire la terza rilettura di Harry Potter nell'edizione in lingua
7. Leggere almeno 100 libri

8. Terminare la challenge del Semaforo
9. Terminare la challenge del Bookopoly

In teoria questa volta non dovrei avere problemi, dato che è tutto molto più "di manica larga". Ma, appunto, è una teoria! Ahahahahah!!!
Comunque, per ogni proposito portato a termine, colorerò una costina dei libri disegnati: così posso rendermi conto degli sviluppi ed invogliarmi a proseguire (perché colorato è più bello!).

- GIO -
Vedendo che nel 2018 è andata bene l'impostazione che avevo scelto, ho deciso di ripetere il tutto con poche modifiche.
1. Leggere almeno 100 libri
2. Leggere almeno due tomoni (intesi come libri con più di 800 pagine)
3. Leggere almeno 5 classici
BONUS: terminare almeno una delle due challenge tra Semaforo e Bookopoly.
Visti così sembrano facili da affrontare, ma speriamo che lo siano anche nel concreto!


Come sempre siamo curiosi di sapere i vostri, se ne avete fatti, sia per l'anno che sta per finire sia per quello che sta per cominciare.
Noi ci leggiamo al prossimo post!


sabato 29 dicembre 2018

Un delitto in Olanda, Georges Simenon


 

Questo è l’ottavo romanzo – seguendo l’ordine cronologico – imperniato sul personaggio del commissario Maigret: il poliziotto attraverso cui, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, Simenon diede una svolta alla crime-fiction europea, abbandonando la struttura “classica” tipica del giallo britannico e scegliendo ambientazioni non più altolocate ma piccolo borghesi e popolari.

In una cittadina olandese, il criminologo francese Jean Duclos è sospettato dell’omicidio del capitano Conrad Popinga: è stato ritrovato nei pressi del cadavere con l’arma del delitto in mano. Maigret viene inviato di supporto alla polizia olandese per fornire aiuto nello svolgimento dell’indagine. Nonostante l’ambientazione “da cartolina”, che farebbe propendere per un paesino in cui tutti vivono felici, Maigret si renderà ben presto conto che la realtà punta in una direzione completamente diversa: dietro l'apparente strato di serenità e perbenismo, si nasconde infatti una realtà completamente diversa, fatta di insofferenze, risentimenti e passioni mai sopite. 

Romanzo ben scritto - ma trattandosi di Simenon, c’è ancora bisogno di dirlo? - intenso e godibilissimo, con un’ambientazione straordinaria che riesce a fondere le nitide descrizioni dell’atmosfera marina con le luci notturne del Nord Europa. 
La trama si dipana rapidamente, con personaggi tratteggiati in maniera encomiabile e luoghi da sembrare dipinti tanto appaiono reali agli occhi del lettore.
Maigret è un mito della letteratura del Novecento, su questo non si discute… ma quando le storie si svolgono in piccoli villaggi isolati dal mondo riesce a dare il meglio di sé. Unica pecca: la risoluzione dell’enigma un po’ troppo precipitosa. Ma questa è sempre stata una caratteristica dell’autore e, sinceramente, non mi sento di fargliene una colpa. 


Consigliato a: tutti coloro che amano i gialli di classe, ricchi di profondità psicologica e di atmosfera, ed a chiunque si voglia accostare ad un autore che rappresenta una pietra miliare nella letteratura poliziesca contemporanea.


Voto: 7,5/10




venerdì 28 dicembre 2018

Regali di Natale 2018 - non solo libri, ma tanto Harry Potter!

Buongiorno, signori!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
In seguito ad un cambio di programma sul "cosa faremo l'ultimo dell'anno", ci troviamo ad apportare alcune modifiche anche alla programmazione che avevamo previsto per i social: perciò ecco qui un bel post tutto per voi! 😂😂😂

REGALI RICEVUTI A NATALE
Partiamo dalle cose serie (lol) vedendo cosa ci ha portato Babbo Natale.
Piccolo spoiler: entrambi siamo stati bambini buoni e sotto l'albero abbiamo trovato tutto ciò che volevamo, speravamo, e anche di più! 
[ADORO quando ci scappa la sorpresa e ADORO MAGGIORMENTE quando la cosa è reciproca]
Piccolo spoiler 2: sapendo che sarebbe stato ricco di cose di Harry Potter, Mely si era portata dietro sia il pigiama che la felpa in tema da indossare proprio il giorno di Natale...! (strano che non abbia messo in valigia anche le mutande!)[Le ho dimenticate! Me ne sono ricordata che ormai eravamo partiti...]









Regali di Mely
° Un po' di soldini, che fanno sempre piacere
° Tre paia di calzini, decisamente stupendi e super graditi: sono della Happy Socks e due fanno parte della collezione Andy Warhol, che io AMO!
° Il tris LEGO HEADZ di Harry Potter, che non vedo l'ora di costruire!!!
° Un mazzo di carte da gioco di Harry Potter, semplicemente meravigliose!
° La tazza termica di Harry Potter in cui, versando una bevanda calda, esce la Mappa del Malandrino - ovviamente già provata e FUNZIONA!!!
° Funko Pop di Harry Potter, quasi tutta la nuova wave + Dobby gigante!!!
° LIBRI: Odio Favolandia 4, Gli inconvenienti della vita, Mr. Lemoncello 2 (in francese), Everland, Crossover. 

Regali di Gio
° Un po' di soldini
° Una nuova piastra per i toast, perché quella che avevamo chiedeva pietà
° Una bottiglia di alcolico, glugluglu!!!
° Un infusore a forma di riccio per il tè, così adesso ne abbiamo uno ciascuno
° Ciabatte come piacciono a me! [per le quali mi sono dannata, perché il signorino è di gusti complessi...]
° Funko Pop, uno di Chewbacca e l'altro di John McClane
° Calendario 2019
° LIBRI: La promessa dell'alba, La camera azzurra, Il grande sonno, Soldati di Salamina, La guerra delle salamandre.

Se i libri ricevuti vi sembrano pochini, per due svasati lettori come noi, sappiate che abbiamo dato fondo a tutti i punti e buoni sconto accumulati: tra librerie e bancarelle ci siamo portati a casa più di venti libri - e qualche dvd - NUOVI spendendo però abbastanza poco! Quindi per un po' diciamo che siamo a posto. [ahahah!!! Ridiamo tutti insieme che tanto non ci crede nessuno, soprattutto considerando che a gennaio escono 3 libri che ho in lista desideri e manca molto poco al mio compleanno! 😂😂😂].


Disclaimer: dato ciò che gira nell'internet, tra pessimi commenti ed altro, ci teniamo a precisare che questo post non nasce per vanteria o chissà cosa, ma semplicemente per condividere con voi la nostra felicità!

Grazie per averci seguiti fin qui, spero di rivedervi al prossimo articolo che sarà sui propositi 2018 e 2019! 😅
(se vi va, fateci sapere i vostri regali: siamo curiosi!!!)


venerdì 21 dicembre 2018

Chiusura Natalizia: Libri in valigia e auguri...

Buonsalve gente!
Visto che siamo in partenza per le consuete vacanze natalizie, vi informiamo che sia il blog che il canale resteranno fermi -indicativamente - per tutta la settimana prossima.

IL NOSTRO NATALE
Per i più curiosi, vi raccontiamo in sintesi cos'abbiamo intenzione di fare in questi giorni e cosa faremo per Natale.
Dunque dunque...
Oggi, venerdì 21/12/2018, partiremo alla volta di Torino/casa dei genitori di Gio e staremo lì fino al 25 mattina. Sicuramente faremo tappa alle bancarelle di libri al mercato di Porta Palazzo e alla Giunti (come al solito, abbiamo miliardi di punti da scaricare...).
Il giorno di Natale ripartiaremo per andare a casa dei genitori di Mely, in zona Pavese, e ivi staremo per qualche giorno.
Il pranzo di Natale sarà in compagnia di genitori, nonna, zia e cugina di Mely: il signor fratello di Mely è un traditore della Patria e quest'anno andrà a mangiare altrove... (Mely -> 😠😢). E ovviamente provvederemo allo scambio dei regali, occasione per la quale Mely vorrebbe girare un vlog; in ogni caso al nostro rientro vi sveleremo tutto ciò che Babbo Natale ci avrà portato!

LIBRI IN VALIGIA
Naturalmente, in valigia avremo anche dei libri. Diversamente dal solito, però, ne porteremo pochi sia perché ne compreremo almeno un paio a Torino, sia perché di certo ne troveremo qualcuno sotto l'albero.
Gio ha deciso di portare Sharpe all'attacco, che è il libro che ha attualmente in lettura; Mely, per la stessa ragione, porterà Rebel Genius e Il museo dei numeri. (Un libro in inglese e un saggio sui numeri?! Per le vacanze di Natale?! Ma seriamente?! 😐)

CARO BABBO NATALE, IO VORREI...
Prima di chiudere, vi diciamo un paio di titoli - a testa - di libri che vorremmo trovare sotto l'alberello:
Mely = io vorrei trovare il secondo volume di una serie che a quanto pare in Italia è stata interrotta, ovvero quella di Mr. Lemoncello, e poi sia l'ultimo volume della serie Odio Favolandia sia l'ultimo libro di Peter Cameron (di cui puntualmente mi scordo il titolo... forse Gli inconvenienti della vita? 😁).
Gio = io vorrei trovare La promessa dell'alba, di Gary, e un libro di Cercas.


Con questo chiudiamo, vi facciamo TANTISSIMI AUGURI DI BUON NATALE, attendiamo con ansia di sapere quali doni avete ricevuto (valgono anche quelli non libreschi: siamo curiosi a prescindere) e speriamo di rivedervi al prossimo articolo.

A PRESTO!!!


giovedì 20 dicembre 2018

Barabba, Pär Lagerkvist


Confesso la mia ignoranza! Quando qualche anni fa vidi il film Barabba, diretto da Richard Fleischer ed intrepretato da un magistrale Anthony Quinn (coadiuvato da due miti del cinema di casa nostra come Silvana Mangano e Vittorio Gassman), non avevo la minima idea che fosse stato tratto da un libro. Scoprii successivamente che la pellicola era la trasposizione del romanzo di Pär Lagerkvist, Premio Nobel nel 1951, tuttora considerato come uno dei massimi esponenti della letteratura svedese.
Come si può intuire dal titolo, l’opera narra le vicende di Barabba negli anni successivi alla crocifissione di Gesù.

Credo che chiunque sappia chi era Barabba, in base a ciò che sta scritto nel Vangelo: un malfattore condannato a morte e graziato da Ponzio Pilato al posto di Gesù. Che cosa gli sia accaduto dopo quell’inaspettato “colpo di fortuna” non è dato sapersi.
Da quel momento, ha inizio la storia immaginata da Lagerkvist: dieci scene attraverso cui vengono ripercorse le tappe fondamentali della sua esistenza; gli incontri con Lazzaro, con Pietro – straziato dal pentimento dopo aver rinnegato il Signore - e con lo schiavo Sahak rappresentano le stazioni di una sua personalissima via crucis, che dal colle del Golgota lo condurrà fino alla prigione di Roma in cui subirà la medesima sorte del figlio di Dio.

Si tratta di un dramma epico, potente, che in poco più di un centinaio di pagine riesce a raccontare la storia di un uomo che dallo status primitivo di bruto muta gradualmente in essere umano.
Scritto sotto la forma di un dramma in due atti, Barabba è un'opera di rara intensità, che ci fornisce un punto di vista alternativo sulla morte e la resurrezione di Cristo. Raccontando la storia di colui che è stato scelto per vivere al posto di colui che è stato condannato a morte, ribalta completamente la prospettiva dei vangeli apocrifi e ci consegna una straordinaria parabola sulla redenzione individuale, che colpisce nel profondo e lascia nel lettore un senso di appagamento sincero.
La scrittura è sublime, poetica, con una descrizione di ambienti e personaggi che rimanda ai grandi maestri della pittura come Masaccio, Mantegna, Rembrandt (soprattutto per gli interni).
Uno dei migliori romanzi letti nel corso del 2018 e che mi sento in dovere di consigliare a chiunque sia appassionato di letteratura di qualità.


Consigliato a: coloro che sono alla ricerca di un romanzo breve che colpisca per intensità e potenza espressiva e a chiunque voglia fare la conoscenza di un Premio Nobel poco conosciuto ma capace come pochi altri di parlare all’anima del lettore.


Voto: 8,5/10



mercoledì 19 dicembre 2018

BiblioFurgone #11 - extra: I colori delle emozioni

Buongiorno!
Poiché questo sarà l'ultimo BiblioFurgone dell'anno, ho deciso di pubblicarlo comunque anche se parlerò di un solo libro, che oltretutto è pensato per i più piccoli.

I colori delle emozioni è un libro di Anna Llenas in cui vengono presentate e spiegate le emozioni e le loro caratteristiche. Inoltre, ad ognuna di esse viene associato un colore: verde per la calma, azzurro per la tristezza, giallo per l'allegria, nero per la paura, rosso per la rabbia e rosa per l'amore.
La non-storia raccontata è quella di un mostriciattolo le cui emozioni sono tutte aggrovigliate, ma una bimba lo aiuta a rimetterle tutte in ordine ognuna in un barattolo diverso.

Se già è difficile parlare delle emozioni tra adulti, ancora più complesso è riuscire a spiegarle in modo semplice ai bambini... ma l'autrice riesce in pieno nell'impresa!
Detto sinceramente, nonostante questo sia un libro per i nanerottoli, consiglio anche agli adulti di sfogliarlo: purtroppo in molte occasioni ci viene insegnato che le emozioni vanno trattenute, ma credo che questo sia sbagliato perché sono comunque un mezzo di espressione e di comunicazione.

Ricordo che mio fratello, più spesso da piccolo ma ogni tanto anche adesso che è adulto, quando era allegro sparava degli urletti acuti e batteva le mani velocissimo; poco importava l'orario: fossero le 5 del mattino o del pomeriggio, se lui era felice la molla scattava. Ed era così contagioso che dopo un po' ho cominciato a farlo anche io!

Insomma, non abbiate timore ad esternare le vostre emozioni: siamo umani ed è aassolutamente nella norma.


martedì 18 dicembre 2018

Peccato mortale, Carlo Lucarelli


Torna il Commissario De Luca, forse il personaggio più riuscito tra quelli creati dalla penna di Carlo Lucarelli (ricordiamo – nel caso ce ne fosse bisogno – anche Grazia Negro e l’ispettore Coliandro). Stavolta ritroviamo il poliziotto in un frangente storico piuttosto delicato per il nostro paese: il periodo compreso tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, quando alla caduta del Fascismo fece seguito la repentina occupazione tedesca.

De Luca, aggregato alla polizia criminale di Bologna, si trova a indagare sul macabro ritrovamento di un corpo decapitato. Un caso anomalo, che si complica ancora di più nel momento in cui viene rinvenuta una testa… che però non ha alcuna corrispondenza con il corpo precedente.
L’indagine sui due omicidi si rivelerà più difficile del previsto, facendo emergere delle forti connessioni con il potere politico. Nonostante il pericolo in agguato costante, De Luca, non mollerà l’osso: deciso ad andare fino in fondo, disposto persino a tradire il suo credo scendendo a compromessi.

Nei precedenti romanzi incentrati sulla figura di De Luca, veniva accennato alla breve permanenza del Commissario nella polizia fascista. Questo romanzo rappresenta quindi una sorta di “flashback” rispetto alle storie precedenti: torniamo indietro nel tempo per raccontare una macchia nascosta nel passato del personaggio.
De Luca, come al solito, si rivela un mastino infaticabile che si dedica anima e corpo all’indagine; un uomo alla perenne ricerca della verità, tanto da mostrare indifferenza per tutto il resto, che si tratti di bombardamenti o di altri eventi drammatici.
La ricostruzione storica è di ottimo livello, con una particolare cura per i dettagli ed una notevole attenzione a ciò che accade sullo sfondo: il riferimento è ovviamente per le leggi razziali, preludio  ad uno dei più grossi drammi del novecento.
L’ambientazione tra le vecchie strade bolognesi funziona alla perfezione e rende realistica una trama che si snoda con armonia, facendoci assaggiare scampoli di un passato lontano che ha lasciato segni evidenti sul corpo e nell’anima della nostra nazione. 


Consigliato a: coloro che amano i gialli che – oltre a proporre una trama interessante – sono supportati da una solida ricostruzione storica e riescono a resituire nel minimo dettaglio l’atmosfera di un’epoca.  


Voto: 7,5/10



lunedì 17 dicembre 2018

Kamchatka, Marcelo Figueras


Il termine Kamchatka rimanda istintivamente, per ciascuno di noi, ad uno Stato semisconosciuto collocato sul lato destro del tabellone del Risiko. Per il piccolo protagonista, Harry, ha invece un significato fondamentale: è l'ultima parola pronunciata dal papà prima di scomparire, vittima della repressione.
Figueras racconta, attraverso lo sguardo innocente di un bambino, la storia del regime argentino e dei “desaparecidos” con uno stile che sa essere, al tempo stesso, divertente e struggente (qualcuno ha addirittura proposto paragoni con la La vita è bella di Roberto Benigni). Il piccolo Harry, voce narrante, è un personaggio davvero ben costruito: sa essere vivace, originale e spassoso nonostante stia raccontando una delle “pagine nere” della storia sudamericana contemporanea.

Dietro la storia raccontata da Harry, emerge nitidamente la vicenda di una famiglia invisa al regime e, di conseguenza, costretta ad una fuga repentina. Attraverso il racconto di giochi ed amicizie, di libri e serie televisive, il giovane protagonista riafferma il valore degli affetti familiari, rievocando l’immagine di una madre “roccia” e di un padre avvocato democratico, dietro cui si cela un mai attenuato “senso della perdita”.
Moltissime sono le opere di saggistica e narrativa cha hanno raccontato il dramma della repressione, ricordando ai posteri vicende di rapimenti, di torture, di assassinii. Figueras, con questo romanzo, cambia completamente registro: per curare le “ferite” ancora sanguinanti si affida ad uno strumento efficacissimo quale può essere la commedia, sottolineando con decisione la brusca frattura tra ciò che esisteva prima e ciò che è arrivato dopo la dittatura.

Quindi, alla fine di conti, non resta che rispondere alla domanda: “Che cos’è realmente la Kamchatka?” Ognuno troverà nel racconto la propria risposta, senza però distanziarsi troppo dal sentire comune: che molto spesso noi esseri umani, col nostro bagaglio di idee ed emozioni, doti ed imperfezioni, stiamo al mondo – un po’ egoisticamente - come individui… ma riusciamo a riscoprirci parte di un “qualcosa” di più esteso (gruppo, insieme o comunità) solamente in determinati frangenti. Nei momenti più duri, crudi e feroci che la storia ci mette davanti.
Giudizio: una lieta sorpresa. Da leggere assolutamente.


Consigliato a: coloro che amano i libri che sanno raccontare le tragedie del passato in maniera ironica e delicata ed a chiunque voglia scoprire un autore di cui non si parla molto e che meriterebbe più spazio nell'alveo della letteratura contemporanea.


Voto: 8/10


venerdì 14 dicembre 2018

Il figlio del dio del tuono, Arto Paasilinna



Questo è stato il mio settimo Paasilinna e, come prevedibile, non sono rimasto deluso. I libri dello scrittore finlandese, recentemente scomparso, sanno essere allo stesso tempo divertenti e riflessivi, riuscendo nell’intento di descrivere il mondo contemporaneo – principalmente quello finlandese - con uno stile pieno di humour.
Non è un caso che sia stato scelto come prima lettura condivisa del nascente GdL di Domodossola, fornendo differenti punti di vista che sono stati sviscerati nel corso della successiva discussione.

Il punto di partenza, una volta tanto, è legato ad un elemento soprannaturale. Nell’incipit, infatti, gli dei dell'Olimpo si riuniscono per cercare di dare una scossa ad una situazione che si è fatta insostenibile: la "nuova religione" ha preso il sopravvento e loro rischiano l'estinzione. Per risolvere il problema, scelgono di inviare sulla terra Rutja – il figlio del dio del tuono – affinché dia un contributo per far risorgere l’antico culto nordico. Il giovane dio, dopo aver scambiato il proprio corpo con quello di Sampsa Ronkainen - antiquario ed agricoltore, succube della sorella e della commessa del suo negozio - si mette in azione per portare a compimento la missione che gli è stata assegnata. Cominciano così le avventure di questo nuovo "messia" e dei personaggi che gli stanno attorno, che si svolgono all'insegna della comicità più sfrenata.

Il figlio del dio del tuono è un romanzo leggero solo in apparenza: dietro la patina di umorismo possiede una “cattiveria” insolita, che non può essere rilevata da uno sguardo superficiale e distratto. Paasilinna, come di consueto, allieta il lettore con trovate rocambolesche e con un umorismo irriverente, facendo emergere fino in fondo le contraddizioni della società contemporanea.
Il tema è senz’altro originale, ma la prosa dell’ex guardaboschi è meno travolgente del solito. Anche se sa essere a tratti irresistibile ed esilarante, l’autore sembra talvolta perdere la bussola del racconto, lasciandosi un po’ prendere la mano dalle originali peripezie dei suoi protagonisti.
È comunque da apprezzare l’aver saputo affrontare in maniera dissacrante un tema scottante come quello della religione, partendo da uno sfondo fantasy per arrivare a considerazioni niente affatto banali sull’umana esistenza.


Consigliato a: chi ama la satira della società contemporanea ed a chiunque sia in cerca di letture che, sotto la vernice della leggerezza, facciano emergere un’analisi attenta ed accurata del mondo moderno.  


Voto: 7-/10



giovedì 13 dicembre 2018

L’ultimo arrivato, Marco Balzano


Siamo nel 1959. Un bambino di appena nove anni, Ninetto, parte dalla natia Sicilia e giunge a Milano in cerca di lavoro. In breve diventa garzone di una tintoria, trovandosi improvvisamente immerso in una metropoli estranea e insincera, in cui la ricerca di lavoro ed il desiderio di accumulare denaro sono le uniche cose importanti. 
Marco Balzano ci racconta una storia di emigrazione ed emarginazione sociale, con un’esposizione diretta e per niente retorica: le emozioni forti suscitate dalla narrazione si innestano nel tessuto urbano di una città in continua evoluzione, in cui il piccolo protagonista si sente un po’ “straniero” come nel libro di Camus (citato più volte nel corso del racconto).
 
La storia non è originalissima: l’abbiamo già incrociata un sacco di volte, leggendo libri, guardando film e l’abbiamo persino ascoltata in “presa diretta”, dalla bocca di qualcuno che emigrante dal sud lo è stato per davvero.
Il punto di forza del racconto sta principalmente nella figura di Ninetto: il piccolo protagonista è un personaggio indimenticabile: tenero, spontaneo, pieno di ingenuità e freschezza, viene descritto dall’autore con grande cura e sensibilità.
La vicenda narrata costituisce in realtà un lunghissimo flash-back. Un Ninetto ormai invecchiato, appena uscito dal carcere, prova a rimettere insieme i cocci della propria esistenza, cercando di recuperare il rapporto con la figlia ma, soprattutto, con la nipote che non ha mai incontrato. La Milano contemporanea, però, non è più quella di un tempo: le vecchie fabbriche hanno chiuso per sempre i battenti, sostituite da grattacieli e palazzi moderni, ed i fatiscenti edifici in cui Ninetto risiedeva assieme a calabresi e abruzzesi sono ora occupati da arabi ed egiziani.

Il romanzo è utile per affrontare e comprendere i drammi personali e familiari di coloro che sono stati “emigranti”: le umane debolezze, l’importanza di farsi una cultura, il desiderio mai sopito di raccontare queste storie di privazione e sacrifici a figli e nipoti.
La narrazione, però, non sempre è all’altezza: momenti efficaci e trascinanti si alternano a fasi di stanca e di tedio, rendendo un po’ complicata la lettura.
Alla fine dei conti, si tratta di un libro discreto… ma premiarlo con il Campiello, a mio personalissimo parere, è stato un poco eccessivo.


Consigliato: a coloro che vogliono farsi un'idea del romanzo italiano contemporaneo, attraverso l'opera di uno dei suoi autori più lodati dalla critica, ed a chiunque ami le vicende che trattano temi come diversità, emarginazione e immigrazione. 


Voto: 6,5/10


mercoledì 12 dicembre 2018

Dove siamo arrivati #16

Buongiorno!

Considerato quanto poco di nuovo sto leggendo ultimamente per mettermi a pari con libri che ho in corso d'opera da mesi, direi che oggi scopriamo quali sono state le mie ultime letture prima che decidessi di tirarmi la zappa sui piedi.

ODIO DI PALMA
Anche questa volta apriamo le danze con una graphic novel: Odio di palma è, infatti, il seguito di Vivi e Vegeta (di cui vi ho parlato qui).
Siamo dieci anni dopo i fatti narrati nel primo volume e i distretti floreali sono ancora allo sbando a causa di Salvius incita le piante ad odiare le clandestine Palme. La vicenda si apre con la morte del pomodoro che stava a capo dei bikers e toccherà agli sbirri Basil e Pepper indagare sulla vicenda. Per non farci mancare nulla, anche questa volta saremo alle prese con una sorta di setta che vuole unire la linfa vitale di tutte le piante officinali al fine di creare una "superlinfa" che possa annientare gli uomini.
Ci troviamo davanti ad una graphic novel che, di nuovo, ci propone una storia carica di ironia e colori bellissimi usati per parlare di temi importanti e decisamente attuali, come ad esempio il razzismo.

1001 LIBRI DA LEGGERE NELLA VITA
Questo libro è una raccolta di titoli e trame di altri mille libri; opere scelte fra quelle pubblicate indicativamente tra il 1700 e il 2016.
Il volume è sicuramente interessante e ben strutturato, tuttavia mi è parso incompleto e ripetitivo: le tematiche proposte sono più che altro guerra e omosessualità e alcuni dei titoli proposti non sono più in catalogo o non sono neanche mai arrivati in Italia...
Insomma, un testo certamente da avere per collezione se si ha la fortuna di trovarlo ad un piccolo prezzo e utile se siete persone che non hanno problemi a leggere in lingua testi di varia difficoltà.

IL FIGLIO DEL DIO DEL TUONO
Siamo riusciti a far partire un gruppo di lettura qui nella nostra città e questo è il primo titolo scelto come condivisa!
Dare il via con Paasilinna non è roba da poco, ma ad essere onesta mi aspettavo di più. La trama potrebbe ricordare quella di A volte ritorno, in quanto gli dèi finnici hanno deciso di mandare uno di loro sulla Terra per riconvertire la Finlandia al vecchio Credo. 
I personaggi sono ben caratterizzati e la scrittura è scorrevole, ma il tipo di ironia usato dall'autore non fa proprio per me: pensavo che mi sarei fatta delle grasse risate, invece ho a malapena fatto scappare due sorrisi. 

ANDORRA
Sono ancora in fase "recupero libri di Cameron", anche se ormai verso la fine: mi mancano solo due titoli e li leggerò abbastanza a breve...
Ma parliamo di Andorra: un libro che mi ha lasciata abbastanza perplessa e che, a tratti, non sembra nemmeno scritto da lui.
Il protagonista è un libraio che, in seguito ad alcuni avvenimenti, decide di cambiare vita; per farlo lascia l'America e si trasferisce ad Andorra (che però non rispecchia le caratteristiche della città davvero esistente), dove incontrerà una serie di personaggi - a mio parere odiosi - a cui si legherà in vari modi e che, piano piano, riusciranno a svelare il suo segreto.
La scrittura è sempre bella, ma la storia mi è parsa un po' lenta e creata un po' a casaccio. Qualche scena interessante qui e là la si trova, non dico di no, ma per me non è stato abbastanza. Peccato.


Per oggi è tutto...
Alla prossima!


martedì 11 dicembre 2018

Il delitto di Kolymbetra, Gaetano Savatteri


Dopo La fabbrica delle stelle (2016) torna Saverio Lamanna, scrittore di scarso successo e giornalista semi-disoccupato, accompagnato come al solito dal fido Peppe Piccionello, confidente “sopra le righe” sempre pronto a sfoggiare improponibili ciabatte infradito, mutandoni e t-shirt.
Come ha dichiarato lo stesso Savatteri,“Lamanna e Piccionello vengono da una terra che ha dovuto costruire il proprio scetticismo e ha usato l’ironia come arma di difesa”; di conseguenza, è facile prevedere quali saranno le implicazioni e gli sviluppi di questa nuova avventura della coppia di investigatori improvvisati. 

Questa volta, ritroviamo i due amici nella celeberrima Valle dei Templi, al centro di un acceso dibattimento scientifico. Durante l’esecuzione di alcuni scavi archeologici sono emerse delle rovine che sembrano indicare la presenza di un antico teatro greco; è quindi in corso un convegno il cui scopo è appurare se quelle pietre rappresentino per davvero i resti di uno dei più grandi teatri dell’antichità. A sconvolgere il quotidiano tran tran giunge, del tutto inaspettata, la morte violenta del professor Demetrio Alù, rinomato docente e autorità assoluta negli studi archeologici. La ricerca del colpevole, da questo momento in avanti, diventerà una delle prerogative di Lamanna e del suo irresistibile socio.   

Si tratta di un romanzo brillante, estremamente godibile, sorretto da una buona trama e da personaggi che – seppur tratteggiati in maniera caricaturale – sono pregni di passione ed ironia. Uno dei punti di forza dell’opera è rappresentato dall'ambientazione siciliana, realistica e solare, ma che cerca comunque di differenziarsi da quell’abusata immagine dell’isola a cui siamo assuefatti.
Alla pari del libro precedente, l’autore riesce a fondere alla perfezione l’umorismo contagioso, che sconfina spesso nell’autoironia, con quell’anima siciliana ruspante e sincera che si trasforma in “metafora” di un mondo in cui imperano disuguaglianze e diversità.


Consigliato a: coloro che apprezzano i “gialli all’Italiana” (in cui Sellerio è specialista), capaci di coniugare trame ben congegnate e sense of humour, ed a chiunque sia nostalgico della Sicilia, con il suo clima, i suoi profumi ed i suoi sapori.


Voto: 7/10


lunedì 10 dicembre 2018

Dora Bruder, Patrick Modiano


Il 31 dicembre 1941 su "Paris-soir" viene pubblicato un articolo sulla scomparsa di una ragazzina:
«PARIGI Cercasi ragazza, Dora Bruder, 15 anni, m. 1,55, viso ovale, occhi grigio-marrone, cappotto sportivo grigio, pullover bordeaux, gonna e cappello blu, scarpe sportive marrone. Rivolgersi ai sigg.ri Bruder, 41 boulevard Ornano, Parigi.»
Una cinquantina d'anni dopo, Patrick Modiano, rileggendo per caso quelle poche righe, inizia una personalissima indagine sulla vicenda.
Certo, sono passati decenni ed i cambiamenti sono stati epocali: antichi quartieri sono scomparsi, i documenti sono andati per lo più distrutti e gli stessi testimoni di quei giorni lontani sono passati quasi tutti a miglior vita.
Modiano però non si lascia frenare nel suo intento. Come un abile investigatore fruga nelle tasche della storia e cerca di ricostruire, con i pochi elementi a disposizione, la vicenda di una ragazzina ebrea che terminerà prematuramente la propria esistenza nell'inferno di Auschwitz.

Con una capacità di analisi ed un'asciuttezza di scrittura che ricordano lo Sciascia di La scomparsa di Maiorana, lo scrittore racconta la vita di una ragazza qualunque, vittima di una tragedia inspiegabile quale è stato l'Olocausto.
La storia non rimane però confinata nel "microcosmo" di Dora e della sua famiglia: si inserisce prepotentemente nella più ampia pagina delle deportazioni e dei soprusi subiti dal popolo ebraico nella Francia collaborazionista.
E così, attraverso l'immagine evanescente e soffusa di Dora Bruder, Modiano ricostruisce con pathos e rigore un periodo storico drammatico, che ha lasciato una macchia indelebile sul bavero inamidato della Francia occupata.

Questo è stato il mio primo incontro con Patrick Modiano, Premio Nobel 2014. Leggerò sicuramente altri suoi libri, perché le sue doti narrative sono davvero notevoli: una semplicità apparente... che si trasforma con lo scorrere delle pagine in vera e potente espressione artistica. 
Alla fine del romanzo - se stiamo particolarmente attenti al dipanarsi del racconto - scopriamo che il percorso narrativo, in taluni casi, è molto più importante della sua conclusione: quasi a dire che in letteratura conta più "il viaggio" che il punto di approdo.


Consigliato a: coloro che amano la scrittura asciutta ed elegante, senza fronzoli ma capace di centrare ugualmente il bersaglio, ed a chiunque voglia fare la conoscenza di uno dei più "sottovalutati" Premi Nobel degli ultimi anni.      


Voto: 7,5/10


venerdì 7 dicembre 2018

Furia omicida. Viaggio nel mondo dei serial killer, Harold Schechter





L’autore di questo saggio, Harold Schechter, è un docente di Letteratura al Queens College di New York che ha studiato a lungo il fenomeno dei serial killer, a cui ha dedicato numerosi studi monografici.
Nonostante si sia portati a pensare che la piaga dei cosiddetti “assassini seriali” sia cosa piuttosto recente, Schechter dimostra invece il contrario: si tratta di una problematica antichissima, che nasce parecchi secoli prima di Jack lo Squartatore (il primo tra i killer in argomento a diventare una celebrità).
Lo studioso compone così un esaustivo e dettagliato ritratto del fenomeno, ricostruendo elementi caratteriali, ossessioni, motivazioni e modalità d'azione, ed elaborando schede monografiche incentrate su alcuni dei più spietati e disumani serial killer della storia.

Si tratta di un’opera dettagliata e completa, dal taglio prettamente analitico, che può essere utilizzata sia come lettura a sé stante sia come opera di consultazione.
Capitolo dopo capitolo vengono elaborati più di cento profili, riferibili ai più celebri assassini seriali di sempre: da Ted Bundy a Jeffrey Dahmer, da Ed Gein a Charles Manson. Psicopatici che agiscono da soli o in coppia, vedove nere o Barbablù, sadici e cannibali scorrono davanti agli occhi del lettore, fornendo un quadro d’insieme approfondito quanto raccapricciante.
Nel corso di questa lunga analisi, l’autore spiega chi sono veramente i serial killer, quali sono i rituali e le modalità connesse ai delitti e – soprattutto – tenta di dare una risposta ad una domanda fondamentale: per quale motivo degli esseri umani dall’apparenza spesso docile ed insignificante sono portati a trasformarsi in feroci e sanguinari predatori.

Furia omicida indaga, inoltre, l’impatto del fenomeno sulla cultura di massa contemporanea (libri, musica, serie TV), proponendo una curata ed esaustiva bibliografia sull’argomento. Ed alla fine, riesce quasi nel tentativo di spiegare l'inspiegabile: “il male fine a se stesso”.
Dopo la lettura, ognuno di noi si renderà conto che Hannibal Lecter e gli altri serial killer di matrice Hollywoodiana impallidiscono di fronte ai mostri reali di cui, purtroppo, la storia umana è infestata.

N.B. Speriamo che Sonzogno si decida, prima o poi, a ristampare quest'opera diventata ormai irreperibile (su eBay è in vendita  a prezzi da capogiro...)


Consigliato a: coloro che vogliono leggere un’opera dettagliata ed esaustiva sul fenomeno “serial killer” ed a chiunque sia un appassionato esploratore del lato oscuro dell’animo umano.


Voto: 8/10