lunedì 30 settembre 2019

Il delitto alla rovescia, Ellery Queen



Il delitto alla rovescia, pubblicato per la prima volta nel lontano 1934, va considerato come uno dei più fulgidi esempi all’interno del sottogenere conosciuto come “enigma della camera chiusa”. Con tale locuzione – per i pochi che non lo sapessero - viene identificata una particolare varietà di romanzo poliziesco in cui l'indagine si svolge intorno a un delitto compiuto in circostanze apparentemente impossibili: come risulta, per l’appunto, quello compiuto in una stanza chiusa dall'interno ed inaccessibile. Ma partiamo, come di consueto, dalla trama…

Donald Kirk, un ricco editore e collezionista di francobolli cinesi, gestisce i suoi affari nella sua suite all'Hotel Chancellor. Una sera si presenta un tizio piuttosto stravagante, chiedendo di parlare col magnate. Osborne – il segretario personale di Kirk – lo invita ad attendere  in anticamera nell’attesa che il suo datore di lavoro rientri. Nel momento in cui Kirk giunge all’albergo, accompagnato dall’amico Ellery Queen, la porta dell'anticamera viene trovata chiusa dall'interno. Kirk, Osborne ed Ellery decidono quindi di entrare da una porta secondaria e, del tutto inaspettatamente, rinvengono il cadavere dello sconosciuto. Come se non bastasse, si rendono conto di alcuni fatti davvero insoliti: la vittima indossa i propri abiti alla rovescia e gli arredi della camera sono rivolti contro le pareti

Si tratta di un libro assolutamente scorrevole e avvincente, che conferma il ruolo di primo piano rivestito da Ellery Queen nella storia della letteratura gialla. Trattandosi di un mistery d'altri tempi, non si dilunga eccessivamente nell’analizzare i lati più oscuri dell'animo umano - come capita di frequente nei romanzi contemporanei; regala invece al lettore il gusto di interagire con protagonisti assolutamente godibili, nella spasmodica attesa del colpo di scena finale che rimetterà le cose a posto.
Sebbene sia lievemente inferiore, dal punto di vista dell’intreccio, ad altri capolavori del genere – si citano ad esempio Le tre bare di John Dickson Carr e Il mistero della camera gialla di Gaston Leroux – Il delitto alla rovescia è comunque un libro che mantiene intatta la sua forza attrattiva nonostante il trascorrere implacabile degli anni. E quando, nelle pagine conclusive, il geniale Ellery riunisce tutti i sospettati per smascherare il colpevole… be’, si prova un senso di piacere così ludico e giocoso da far impallidire la stragrande maggioranza dei giallisti del giorno d’oggi.


Consigliato a: tutti i cultori del giallo classico ed a chiunque voglia provare a scoprire il colpevole prima delle rivelazioni finali del brillante Ellery.


Voto: 7,5/10     



venerdì 27 settembre 2019

Il rimedio miracoloso, H.G. Wells


Partiamo da due semplici constatazioni:
1) H.G. Wells è un Grande (la G maiuscola è d'obbligo) della letteratura mondiale;
2) Questo libro è un "pacco" totale.
Come si conciliano tra loro questi due antitetici punti di vista?
Molto semplice. Wells è stato sicuramente un genio della fantascienza, autore di opere meravigliose che ancora oggi si leggono con gusto e con trasporto: citiamo, a mero titolo di esempio, La macchina del tempo, L'uomo invisibile e La guerra dei mondi. Il romanzo sociale, però, non è affatto cosa sua: in questo libro finisce con lo scimmiottare Charles Dickens in maniera tutt'altro che apprezzabile, riuscendo nella difficile impresa di annoiare anche il più ben disposto dei lettori.

George Ponderevo, il protagonista, è il figlio della governante di un'antica casa di campagna. Ad un certo punto della sua adolescenza, viene mandato a Wimblehurst per farsi le ossa come apprendista dello zio Edward: un uomo ingegnoso e ricco di smodata ambizione. Successivamente approderà a Londra, dove assisterà alla svolta imprenditoriale dello zio, che ha lanciato sul mercato la "Tono-Bungay": un dozzinale intruglio spacciato come ricostituente che sarà il punto di partenza per la creazione di un notevole impero finanziario. La storia del "rimedio miracoloso" si intreccerà con quella personale di George; assisteremo così al suo disastroso matrimonio, alla sua turbolenta vita sentimentale ed alle sue esperienze di progettista di azzardati aerostati e deltaplani. 

Niente da dire sulla scrittura di Wells: elegante, ricercata, a tratti avvolgente. Il romanzo però non funziona per niente. Nonostante l'idea di partenza - quella di raccontare la società britannica di inizio novecento attraverso una vicenda di ascesa e caduta - sia davvero encomiabile, la narrazione si impantana ben presto in una palude tediosa e soporifera. La volontà dell'autore, si capisce sin da subito, sarebbe quella di raccontare l'evoluzione di un mondo illusorio, in cui non esistono certezze; purtroppo, Wells non riesce a trasfondere sulla pagina scritta il suo intento e gira a vuoto per pagine e pagine perdendo spesso la bussola. Inoltre - e questo è il peccato più grande per colui che è stato un mago della letteratura di evasione - non riesce per nulla ad appassionare il suo pubblico: ne scaturisce un libro bolso, arduo, appesantito... quel tipo di opera in grado di causare il classico "blocco del lettore".
Sembra che H.G. Wells abbia definito questo romanzo come il suo più riuscito... dopo averlo letto, in tutta franchezza, fatico a crederlo.


Consigliato a: coloro che amano il "romanzo sociale" alla Dickens ed a chi si appassiona per le vicende ambientate nell'Inghilterra di inizio Novecento.


Voto: 5/10



mercoledì 25 settembre 2019

Il montacarichi, F. Dard

Buongiooornooo!!!


Oggi i neoconiugi vi parlano della prima lettura di coppia fatta da sposati e c'è da dire che come scelta è stata... ehm...insolita?
Diciamo che capirete se lo avete letto o se lo leggerete, ma comunque.
Il libro di cui vi parleremo è Il montacarichi, di F. Dard, uscito per Rizzoli e letto per il gruppo di lettura durante il viaggio di nozze.


Sera di Natale, in un ristorante parigino.
Un uomo e una donna sono seduti a due tavoli differenti: lui è Albert Herbin, uscito di prigione il giorno prima; lei è Madame Dravet, a cena con la figlioletta. I due ancora non si conoscono, ma presto saranno invischiati in una brutta vicenda.
Dopo uno scambio di sguardi ed un minimo di conversazione, Albert riesce ad ottenere di accompagnare a casa la signora, che abita in un appartamento a cui si accede tramite un montacarichi. Tuttavia, quella che era partita come una serata coi fiocchi (e non solo di neve), si trasforma in un incubo... una volta arrivati a casa, infatti, la donna scopre il cadavere del marito, persona che - teoricamente - non avrebbe nemmeno dovuto essere in casa.
La nottata proseguirà quindi a cercare di capire cosa sia successo e chi sia il colpevole.

Parere di Mely 😐
Per me è un grandissimo NI.
La scrittura è molto scorrevole, il meccanismo è geniale e personalmente ho sentito la tensione per tutta la durata della lettura (che comunque è stata molto breve).
Ciò che non ho particolarmente amato, e che anzi mi ha fatto abbastanza innervosire, sono i personaggi e il finale: questo, poi, mi ha ricordato un altro libro letto in precedenza e che aveva perso dei punti per la stessa ragione.
Insomma, una lettura che non mi sento di bocciare in toto ma nemmeno di promuovere a squarciagola.

Parere di Gio 😃
Questo romanzo breve è un autentico gioiello. 
Lucido, di precisione chirurgica, ci dimostra tutto il talento di uno dei più grandi autori del noir francese. Lavorando su una trama semplice (anche se solo in apparenza), con pochissimi personaggi, Dard costruisce un’azzeccata parabola sulla colpa individuale che, partendo dal microcosmo della pagina scritta, arriva ad assumere valenza universale. Con uno stile essenziale, privo di fronzoli, esplora il lato oscuro che è in ciascuno di noi. Attraverso un meccanismo narrativo impeccabile, in cui nessuna parola risulta mai di troppo, viene raccontata una vicenda emblematica riguardo alla fallibilità umana, che colpisce duro e arriva a vanificare qualsiasi possibilità di redenzione.
Un grande romanzo che mi sento di consigliare a tutti coloro che sono alla ricerca di un noir con “quel qualcosa in più”.

lunedì 23 settembre 2019

Nero a Milano, Romano De Marco


Dopo Io la troverò e Città di polvere, ritroviamo l'ex poliziotto Marco Tanzi - ora diventato investigatore privato - ed il commissario Luca Betti: due personaggi che a poco a poco stanno diventando dei veri e propri punti di riferimento per gli amanti del noir nostrano.
Betti, questa volta, deve indagare su una drammatica vicenda: quella di due cadaveri carbonizzati rinvenuti in una villetta abbandonata della periferia milanese, un delitto in apparenza privo di movente.
Tanzi deve invece rintracciare un ragazzo problematico, figlio di una coppia dell'alta borghesia, che se n'è andato di casa per andare a vivere tra i senzatetto.
Ben presto le strade dei due amici ed ex colleghi torneranno ad incrociarsi, ponendoli di fronte a scelte che potrebbero segnare per sempre la loro esistenza.

Con una trama ben congegnata e ricca di colpi di scena, che ruota attorno a personaggi ottimamente caratterizzati, Romano De Marco apre di fatto una nuova via italiana all'hard boiled: un genere non molto frequentato nella letteratura di casa nostra. Il primo riferimento che mi viene in mente è quello all'autore statunitense Robert Crais che ha in comune con De Marco la scelta del "doppio protagonista" (là Cole e Pike, qui Tanzi e Betti) unita ad un'indubbia capacità di costruire plot complessi e avvincenti. 
L'accurata costruzione delle indagini, in questo libro in particolare, si coniuga con un'attenta analisi sociologica: i temi dei senzatetto, dell'abuso sui minori e del denaro sporco vengono sviscerati di pari passo all'incedere della storia, facendo riflettere sulle distorsioni della nostra epoca.

La capacità di intrecciare tre indagini che si svolgono contemporaneamente è il segnale di un talento superiore alla media. Con una narrazione dura, che lascia largo spazio alle emozioni dei protagonisti, lo scrittore abruzzese riesce a raccontare - attraverso una vicenda di tragiche miserie - il bene ed il male, l'eroismo e le nefandezze che si svolgono quotidianamente sotto i nostri occhi. E tutto ciò - avendo a che fare con un romanzo che dovrebbe essere d'evasione - è un merito indiscutibile.
Non posso concludere il mio commento senza aver fatto cenno all'ambientazione: una Milano reale, che possiamo annusare e quasi toccare con mano nella sua encomiabile descrizione, in cui palazzi in stile liberty e fabbricati post crescita economica si contendono il loro spazio di territorio; una città moderna che diventa il teatro ideale per una vicenda sferzante, lancinante, che non molla la presa per un nanosecondo sull'animo del lettore.


Consigliato a: coloro che amano i noir ben congegnati, imperniati su personaggi di spessore, e capaci di lanciare uno sguardo attento ai problemi della società contemporanea.


Voto: 7,5/10




mercoledì 4 settembre 2019

Libri in Valigia versione Viaggio di Nozze

Ebbene sì, il giorno della partenza è sempre più vicino e per noi è quasi il momento di fare le valigie.
Come sempre la più importante è quella riservata ai libri e vi devo dire che siamo entrambi abbastanza confusi... 



La meta è totalmente diversa dai nostri standard, in quanto andremo in paesi nordici e di cui non conosciamo la lingua. Questo comporta che tutte le possibili letture devono essere portate da casa perché non potremo acquistare libri là in zona.

O meglio, potremo e lo faremo - ovviamente! - ma saranno volumi comprati puramente per ricordo. 
[Abbiamo persino la libreria vicino all'albergo. Eh. Che fai, non ci vai? Certo che ci vai. Ed è ancora più certo che gli lascerai pure dei soldi.]
Le giornate saranno abbastanza impegnative e stancanti, dato che le passeremo in giro a vedere cose, pertanto arriveremo a sera che saremo stravolti e - se non crolliamo prima di anche solo pensare di aprire il libro - avremo comunque bisogno di letture piacevoli e leggere.
Inoltre viaggeremo in aereo, perciò dovremo anche stare attenti a quanti libri ci portiamo e al loro peso... Insomma, quest'anno scegliere le letture da vacanza sta diventando un esame di Analisi Matematica 2! 
Quindi diciamo che abbiamo selezionato alcune opzioni ma non è da escludere un cambio di idee.
Al posto dei soliti mattonazzi, Gio ha incredibilmente puntato sul portare più libri ma che siano scorrevoli e di poche pagine.
In particolare, i potenziali titoli sono:
Gli omicidi dello zodiaco, S. Soji
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all'inizio del ventunesimo secolo, R. Schimmelpfennig
Il delitto alla rovescia, E. Queen
Tuttavia è probabile che a questi se ne aggiungano altri o che subiscano tra loro degli scambi.
Per quanto riguarda me medesima Mely, invece, devo prima dirvi che ultimamente ho comprato un po' di libri in inglese e ho anche scoperto l'esistenza del relativo audiolibro sull'applicazione Storytel. Vi svelo pure che mi rilassa moltissimo seguire la storia con le cuffie e tenere il segno nella copia cartacea.
Con queste premesse, ecco il mio piano d'azione: portare un paio di libri intrippantissimi da leggere durante i viaggi, in quanto l'aereo non è esattamente il mio mezzo preferito e ho bisogno di storie che mi tengano concentrata altrove, ed un paio di quelli in lingua da gustarmi nei giorni di permanenza.
Per queste ragioni sono abbastanza sicura che verranno con me The Assassin's Curse e Call of Wraith, entrambi di K. Sands; è abbastanza probabile che finisca nel mucchio anche Lo splendore casuale delle meduse, di J. Schalansky; ero quasi certa di voler portare anche Vango, di T. de Fombelle, ma al momento non ne sono più molto convinta...
Boh, per i titoli ufficiali e definitivi si vedrà prossimamente...
Per ora, invece, vi saluto e vi auguro buone letture, ma se avete letto qualcuno di questi libri non esitate a dirci la vostra! 😎


lunedì 2 settembre 2019

Il selvaggio, Guillermo Arriaga


Devo confessare che prima di affrontare la lettura di Il selvaggio non conoscevo per niente l’Arriaga romanziere. Avevo però apprezzato moltissimo le sue sceneggiature, travi portanti di alcuni dei film più memorabili degli ultimi anni come Amores perros e 21 grammi. Terminata la lettura, mi sono reso conto che l’autore messicano non è solamente uno sceneggiatore prestato alla letteratura, ma un narratore di prim'ordine che merita un posto di rilievo per la sua capacità di osare e di puntare in alto, senza scordare la lezione di autori classici come Faulkner e Jack London.

Siamo in Messico, negli anni Sessanta. Juan Guillermo, il protagonista, è un sopravvissuto in tutti i sensi: il fratello gemello, che condivideva con lui il ventre materno, è morto nel corso della gravidanza; successivamente si è salvato da un brutto incidente grazie a parecchie trasfusioni. Quando il fratello maggiore viene ucciso, il desiderio di vendetta si fa strada dentro di lui. Ma non sarà affatto facile, perché gli assassini – un gruppo di esaltati religiosi - godono di protezioni dall’alto…
Parallelamente, nelle foreste dello Yukon, si svolge la storia di Amaruq: un giovane cacciatore il cui destino è legato inesorabilmente a quello di un lupo selvaggio.

Nell’arco di 750 intense pagine, supportate da un ritmo notevole, assistiamo allo svolgimento di una storia articolata su più livelli.
Optando per una discontinuità basata su reiterati salti temporali, Arriaga costruisce un avvincente ed originale romanzo di formazione che diventa (anche) una straordinaria saga familiare.
Questo libro riesce a raccontare la forza degli atavici legami che contraddistinguono la vita di un individuo: legami familiari, d’amore, d’amicizia, ma anche legami tra cani e padroni. In un territorio dominato dalla corruzione ad ogni livello, con un sistema poliziesco che fa esclusivamente gli interessi dei potenti, l’autore messicano trasmette un messaggio di speranza, in cui l’amore rappresenta l’unico ed essenziale antidoto contro le brutture del mondo. 
La scrittura è scorrevole, capace di affondare le unghie senza mollare la presa: nonostante la mole considerevole,  il libro si legge tutto d'un fiato.
Non sempre equilibrato tra le parti e con qualche vezzo narrativo di troppo, rimane comunque un romanzo memorabile per la spontaneità e la potenza espressiva: un’opera che utilizza le emozioni primarie – dolore, amore, odio, desiderio di vendetta – per raccontare una vicenda dalla valenza universale, capace di far presa in ciascuno di noi.


Consigliato a: coloro che amano i romanzi originali ed avvincenti, capaci di prendere per mano il lettore,  ed a chiunque sia appassionato dalle storie di rinascita personale.


Voto: 8-/10