giovedì 29 marzo 2018

Il bosco delle volpi, Arto Paasilinna


Come si fa a non amare Paasilinna?
Il suoi romanzi sono favole spensierate e piene d’ironia, che ci fanno apprezzare un umorismo originale e contagioso come quello scandinavo, mettendoci allo stesso tempo in contatto con un mondo naturale limpido e incontaminato. Così come nel precedente L’anno della lepre, l’autore rielabora temi universali – la fuga dalla civiltà, l’amore per la natura – condendoli con un humour travolgente che gli consente di far sorridere anche sulle storie più tragiche. 

Oiva Juntunen, il protagonista, è un gangster che ha sottratto alcuni lingotti d'oro alla Banca di Norvegia. La sua tranquillità viene però turbata da una notizia inquietante: i complici del misfatto verranno presto rilasciati e, presumibilmente, torneranno per rivendicare la loro quota del bottino. Oiva però non è per niente propenso alla spartizione del malloppo; decide quindi di nascondersi in una capanna nel bel mezzo della foresta lappone, nei pressi dell'inquietante Bosco delle Volpi. Ben presto, le sue vicende si intrecceranno con quelle del maggiore alcolista Sulo Remes, in congedo sabbatico dall'esercito, e con quelle della novantenne Naska Mosnikoff, fuggita da un ricovero per anziani in compagnia del suo gatto.

Questo libro è, prima di tutto, il racconto di una fuga, con i protagonisti che tendono ad eclissarsi dal resto dell'umanità, dai beni materiali, ma anche da sé stessi.
Con una scrittura semplice ma che non disdegna qualche momento lirico, Paasilinna ci fa conoscere un territorio selvaggio e semi-inesplorato, popolato da personaggi straordinari: figure a cui si finisce prima o poi per affezionarsi. Si tratta di uomini e donne dall'incedere chapliniano - ma che per straniamento ed impassibilità ricordano il caro vecchio Buster Keaton - che si muovono in mezzo a boschi e montagne nell'attesa di un qualcosa che tarda ad arrivare (il riferimento a Samuel Beckett è dovuto).
Il senso dell’ironia, che spesso sconfina nei territori della comicità, è il vero fiore all'occhiello di questo racconto: pervade l’intera vicenda e rende alcuni passaggi narrativi davvero esilaranti. La lettura è estremamente godibile e, di tanto in tanto, sorgono spontanei i collegamenti con il cinema di Aki Kaurismaki (soprattutto per quell'umorismo surreale che cattura il lettore sin dal primo istante).


Consigliato a: coloro che amano la natura, l’umorismo, i paesaggi nordici e i personaggi alternativi e, a prescindere, a chiunque voglia gustarsi una lettura scorrevole e divertente.


Voto: 7,5/10 



Nessun commento:

Posta un commento