martedì 4 settembre 2018

Rosso Barocco, Max e Francesco Morini


Dopo il promettente esordio di Nero Caravaggio (di cui abbiamo parlato ieri), tornano i Morinibros con una nuova avventura del libraio-detective Ettore Misericordia, sempre affiancato dal fedelissimo Fango. Dopo aver affrontato i misteri legati a Caravaggio, stavolta è il turno della Roma Barocca: i due fratelli/autori scelgono di utilizzare, come trave maestra del racconto, la storica rivalità tra i due geni secenteschi Bernini e Borromini. Visto che il binomio arte/commedia pare funzionare alla perfezione, anche in questo caso il procedere dell’indagine è sorretto da una gradevole e riuscita verve umoristica, in cui la leggerezza dei dialoghi si accompagna alla tensione propria della letteratura di genere. 


Anche stavolta l’ispettore Ceratti ha bisogno dell’aiuto di Misericordia: qualche sconsiderato ha imbrattato con una scritta una parete della storica chiesa di Sant'Agnese. La frase scarabocchiata rimanda alle ultime parole dell’architetto Borromini, pronunciate poco prima del suicidio (avvenuto nel 1667). Il libraio e il suo assistente Fango – che come sempre svolge il ruolo di narratore dell’intera vicenda - si mettono immediatamente in azione. Purtroppo per loro, un nuovo evento sopraggiunge a complicare la loro indagine: il cadavere di una studentessa viene rinvenuto nella medesima chiesa. E le modalità del delitto ricalcano esattamente quelle del martirio di Sant'Agnese… 

La Roma in cui si svolge il romanzo è languida ed afosa. Misericordia e Fango, alla stregua di due anfitrioni, ci guidano attraverso le strade della capitale: seguiamo così il loro percorso, soffermandoci a scoprire antichi palazzi e monumenti che, col passare delle pagine, diventano protagonisti a pieno titolo della vicenda. 
Max e Francesco Morini sanno coniugare alla perfezione il gusto per la commedia brillante con l’amore per la loro città: la Roma contemporanea, eternamente sospesa tra un passato glorioso ed un futuro gravido di incognite. Facendo ampio ricorso a dialoghi gustosi, che riescono strappare più di un sorriso, gli autori ci raccontano una vicenda gialla che cattura il lettore fino in fondo. Ne scaturisce un libro estremamente gradevole, che si legge con piacere e si divora alla velocità della luce.   
Unica nota negativa: l’infrazione della regola numero 1 del codice Knox… ma in questo caso, visto il divertimento che ci hanno regalato, siamo disposti a perdonarli. 


Consigliato a: coloro che amano i gialli avvincenti, capaci di miscelare nello stesso calderone la tensione del thriller, il senso dell’umorismo e l’amore disinteressato per l’arte. 


Voto: 7,5/10


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