venerdì 12 ottobre 2018

M. Il figlio del secolo, Antonio Scurati





Definire il fascismo è anzitutto scriverne la storia” scrisse, nel suo celebre Nascita e avvento del Fascismo, Angelo Tasca alla fine degli anni Trenta. Anche se sono passati ottant’anni, il concetto rimane sempre valido.
Antonio Scurati se ne è appropriato, l’ha fatto suo e l’ha rimodellato, trattando il personaggio Mussolini come creta malleabile e ricostruendone l’incredibile parabola alla stregua di un romanzo. Una sfida sicuramente complessa, ma che l’autore napoletano ha affrontato senza eccessive remore o tentennamenti, regalandoci uno dei libri più importanti della stagione.

Gli anni dell'ascesa del fascismo, compresi tra il 1919 ed il 1924, vengono ricostruiti con lucidità esemplare, attraverso un esame quasi entomologico dei personaggi dell’epoca - quelli arcinoti ma anche i semplici gregari – di cui vengono ricostruiti gesti ed affermazioni. Benito Mussolini riuscì a far innamorare di sé – del suo carisma, della sua carica propulsiva e, perché no, della sua cialtroneria – un paese allo sbando, esausto, ostile nei confronti della vecchia politica e della democrazia che viveva una fase di profonda ed irreversibile agonia. La violenza dello squadrismo, dilagante più di un fiume in piena, fu lo strumento con cui il Fascismo riuscì ad accaparrarsi il potere, facendolo suo e consolidandolo in maniera energica e decisa.  

Antonio Scurati, l’ho già detto e ridetto allo sfinimento, è uno dei migliori scrittori delle ultime generazioni. Con questo romanzo documentario, basato su una sterminata quantità di fonti, ha raggiunto probabilmente l’apice della sua carriera letteraria. Miscelando alla perfezione rigore storico (ogni singolo aspetto dell’esistenza del futuro Duce è documentato nei minimi dettagli) ed una scrittura di altissimo livello, è riuscito nell’intento di costruire un’opera monumentale, che sa essere al tempo stesso coraggiosa ed equilibrata, e che aggira qualsivoglia pericolo di caduta nella faziosità.
Certo, M. Il figlio del secolo non aggiunge niente di nuovo dal punto di vista storico o politologico a quanto già conosciamo (attraverso gli studi di Renzo De Felice, ad esempio). Riesce però nell’encomiabile intento di rendere disponibile al Grande Pubblico la Storia con la S maiuscola, utilizzando lo strumento “romanzo” per far conoscere in maniera diretta ed efficace un periodo fondamentale per la vita del nostro paese.      
Non so se Scurati abbia avuto ragione nel dire che raccontare il fascismo attraverso i fascisti può costituirne la condanna più efficace; al di là di tutto, in un’epoca di nazionalismo risorgente e xenofobia dirompente, uno sguardo al passato può essere utile per capire chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando.


Consigliato a: coloro che hanno sempre temuto la storia, ritenendola una materia pedante e noiosa, e che potrebbero attraverso opere come questa appassionarsi alle vicende di uomini, movimenti ed istituzioni; ma anche a tutti quelli che amano i grandi romanzi a prescindere.


Voto: 8/10



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