“Definire il fascismo è anzitutto scriverne
la storia” scrisse, nel suo celebre Nascita
e avvento del Fascismo, Angelo Tasca alla fine degli anni Trenta. Anche se
sono passati ottant’anni, il concetto rimane sempre valido.
Antonio
Scurati se ne è appropriato, l’ha fatto suo e l’ha rimodellato, trattando il
personaggio Mussolini come creta malleabile e ricostruendone l’incredibile parabola
alla stregua di un romanzo. Una sfida sicuramente complessa, ma che l’autore napoletano
ha affrontato senza eccessive remore o tentennamenti, regalandoci uno dei libri
più importanti della stagione.
Gli
anni dell'ascesa del fascismo, compresi tra il 1919 ed il 1924, vengono
ricostruiti con lucidità esemplare, attraverso un esame quasi entomologico dei
personaggi dell’epoca - quelli arcinoti ma anche i semplici gregari – di cui
vengono ricostruiti gesti ed affermazioni. Benito Mussolini riuscì a far
innamorare di sé – del suo carisma, della sua carica propulsiva e, perché no,
della sua cialtroneria – un paese allo sbando, esausto, ostile nei confronti
della vecchia politica e della democrazia che viveva una fase di profonda ed
irreversibile agonia. La violenza dello squadrismo, dilagante più di un fiume
in piena, fu lo strumento con cui il Fascismo riuscì ad accaparrarsi il potere,
facendolo suo e consolidandolo in maniera energica e decisa.
Antonio
Scurati, l’ho già detto e ridetto allo sfinimento, è uno dei migliori scrittori
delle ultime generazioni. Con questo romanzo documentario, basato su una sterminata
quantità di fonti, ha raggiunto probabilmente l’apice della sua carriera
letteraria. Miscelando alla perfezione rigore storico (ogni singolo aspetto
dell’esistenza del futuro Duce è documentato nei minimi dettagli) ed una scrittura
di altissimo livello, è riuscito nell’intento di costruire un’opera monumentale,
che sa essere al tempo stesso coraggiosa ed equilibrata, e che aggira
qualsivoglia pericolo di caduta nella faziosità.
Certo,
M. Il figlio del secolo non aggiunge
niente di nuovo dal punto di vista storico o politologico a quanto già conosciamo
(attraverso gli studi di Renzo De Felice, ad esempio). Riesce però nell’encomiabile
intento di rendere disponibile al Grande Pubblico la Storia con la S maiuscola,
utilizzando lo strumento “romanzo” per far conoscere in maniera diretta ed
efficace un periodo fondamentale per la vita del nostro paese.
Non
so se Scurati abbia avuto ragione nel dire che raccontare il fascismo
attraverso i fascisti può costituirne la condanna più efficace; al di là di
tutto, in un’epoca di nazionalismo risorgente e xenofobia dirompente, uno
sguardo al passato può essere utile per capire chi siamo, da dove veniamo e
dove stiamo andando.
Consigliato
a: coloro che hanno sempre temuto la storia, ritenendola una materia pedante e noiosa, e che
potrebbero attraverso opere come questa appassionarsi alle vicende di uomini,
movimenti ed istituzioni; ma anche a tutti quelli che amano i grandi romanzi a prescindere.
Voto:
8/10
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