martedì 3 luglio 2018

Il mastino dei Baskerville, Arthur Conan Doyle



“Chi non muore si rivede”, recita il vecchio adagio. Sì, perché fu proprio con questo romanzo che Conan Doyle resuscitò il suo celeberrimo protagonista, che aveva deciso di sopprimere nel racconto intitolato L'ultima avventura di Sherlock Holmes.
Come al solito, si tratta di un'opera ben congegnata, dalla trama intrigante e coinvolgente, in cui Holmes – facendo affidamento alle sue inarrivabili doti di logica - riuscirà a risolvere l’enigma addentrandosi in un'atmosfera carica di brivido come quella delle brughiere inglesi.

Il cadavere di Sir Charles, erede della fortuna dei Baskerville, viene ritrovato nei pressi della sua faraonica villa: in apparenza, le cause del decesso sarebbero riconducibili ad un grosso spavento. Il dottor James Mortimer, amico della vittima, è invece convinto che la morte sia  imputabile ad un’orrida creatura, dalle sembianze di un gigantesco mastino, che si aggira indisturbata per la brughiera. La dinastia dei Baskerville, infatti, sarebbe vittima di una terribile maledizione, che si tramanda di generazione in generazione a causa delle colpe dell’avo Sir Hugo.
Mortimer si vedrà pertanto costretto a chiedere aiuto a Sherlock Holmes e al dottor Watson per risolvere il mistero e per proteggere Sir Henry, l’ultimo erede della famiglia, su cui incombe una persistente minaccia.

Probabilmente, dei quattro romanzi imperniati sulla premiata ditta Holmes & Watson (gli altri sono Uno studio in rossoIl segno dei quattro e La valle della paura), questo è il meno riuscito: i personaggi, col passare degli anni, cominciano a risentire di una certa stanchezza e la trama appare un po’ macchinosa ed a tratti forzata. Interessante, però, è la scelta di aver optato per un’ambientazione diversa rispetto alla “solita” London City e di aver fatto narrare gran parte della vicenda al dottor Watson, attraverso un intrigante “flashback”.
I soliti detrattori diranno, probabilmente, che il personaggio di Sherlock Holmes manca  di profondità psicologica… Lui però è un’icona della letteratura gialla, che assurge alla posizione di Mito. Ed ai miti, come ben sappiamo, si perdona tutto… o quasi.


Consigliato a: tutti gli amanti del giallo classico, delle brughiere inglesi e delle atmosfere piene di brivido... ed a chiunque apprezzi il carisma e l’infallibilità del detective con la pipa del 221/B di Baker Street.


Voto: 7/10


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