Si è da poco conclusa la dodicesima edizione di “Portici di carta”, la rassegna che nello scorso weekend ha trasformato Torino nella libreria – a cielo aperto, è importante sottolinearlo – più grande d’Europa. 123 bancarelle di librai ed editori piemontesi hanno formato un vero e proprio serpente di carta che si è snodato lungo i due chilometri di percorso di via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice.
La suddivisione in 19 tratti tematici ha favorito il raggruppamento omogeneo di libri a seconda delle diverse specializzazioni (dalla spiritualità alla linguistica, dalla storia locale alle culture orientali, dall’arte all’antiquariato).
La mossa vincente di questa originalissima manifestazione - che sembra godere di un successo sempre crescente – è sicuramente quella di portare i libri in mezzo alla gente. In una nazione che conta una media di lettori abbastanza bassa rispetto al resto del continente, la scelta di creare interesse portando “la montagna da Maometto” è risultata superlativa: in mezzo al gruppo di lettori forti, lungo i portici del centro sabaudo si sono viste famiglie, gruppi di amici e semplici curiosi, alla ricerca di una passeggiata domenicale diversa dal solito (se poi, per qualcuno, sia scattato un improvviso innamoramento per l’oggetto libro… be’, questo non ci è dato saperlo).
Leit-motiv di questa edizione è stato il sessantesimo compleanno di Pippi Calzelunghe. Oltre alle passeggiate letterarie, “Portici di carta” ha proposto numerose iniziative di interesse: incontri con gli autori (citiamo, tra i vari partecipanti, Michela Murgia, Fabio Stassi, Aldo Cazzullo e Diego De Silva), attività per i bambini e lezioni di yoga. Inoltre, ha visto il debutto della prima biblioteca itinerante della città: il bibliobus.
Occasione di ritrovo, che rappresenta un’ideale connubio tra gli splendori architettonici torinesi e la bellezza delle sue librerie, la manifestazione è un vero pozzo di opportunità (per chi sa cercare e guardarsi attorno). Si può trovare un po’ di tutto: dagli ultimi best sellers ancora freschi di stampa a libri più “vissuti” ma non per questo meno meritevoli di attenzione, fino ad arrivare a romanzi nuovi smerciati a prezzi di occasione (Gio, per fare un esempio, ha trovato l’ultimo Lucarelli a metà del prezzo di copertina).
Ovviamente il “fenomeno libro” ha avuto la parte del leone; c’è stato però spazio a sufficienza per altri prodotti editoriali quali stampe, manifesti, fumetti e via discorrendo, che hanno attirato alcune frange di pubblico che altrimenti sarebbero rimaste un po’ estranee alla fiera a cielo aperto.
Il nostro giudizio sulla manifestazione – nel caso non l’aveste ancora capito – è sicuramente positivo. Vanno sottolineate solo un paio di note stonate. Le condizioni meteo si sono rivelate tutt’altro che propizie, con cielo nuvoloso e precipitazioni soprattutto nella giornata di sabato; con il clima però è difficile venire a patti.
Un miglioramento, invece, sarebbe necessario per quanto concerne l’organizzazione degli stand: molto spesso i singoli banchi hanno peccato di scarsa coerenza, miscelando fra loro generi e autori, creando un po’ di confusione negli allibiti astanti, che hanno fatto fatica a individuare ciò che stavano cercando…
Ma queste, in fondo, sono solo quisquiglie: “Portici di carta” è una manifestazione fresca, giovane e piena di energia, che ci accompagnerà negli anni a venire accrescendo – questa è la speranza di tutti – la sua forza di attrazione, fondata su tutte quelle piccole cose che fanno felici i lettori.
[foto prese da internet]
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