Antonio Scurati, a mio personalissimo parere, è uno dei migliori autori italiani contemporanei. La sua scrittura - avvolgente, ricercata, precisa – è in grado di analizzare in maniera esaustiva ogni argomento trattato, avvalendosi di una proprietà lessicale più unica che rara.
Il sopravvissuto (Premio Campiello 2005) parte da un fatto di cronaca inventato ma per nulla improbabile per raccontare il mondo contemporaneo. Perché il giovane Vitaliano Caccia – un ventenne che nel giorno dell’esame di maturità si presenta armato di pistola, facendo strage della commissione esaminatrice – rappresenta solamente la punta dell'iceberg di un malessere, doloroso e inspiegabile, che come una sordida cortina ha avvolto la società in cui viviamo.
Ad Andrea Marescalchi, l’unico insegnante risparmiato dal discente-killer, toccherà il gravoso compito di dare una risposta all’assurdità del massacro. È vero che di fronte al “perché?”, urlato ad alta voce da tutto il mondo circostante (accademico e non), esistono tante, troppe possibili repliche… ma forse nessuna è in grado di cogliere in profondità le motivazioni più recondite di quel gesto crudele ed insensato.
Marescalchi si tufferà così in un’indagine condotta in prima persona, cercando nel passato recente – in particolare, gli accadimenti dell’ultimo anno scolastico – i germi di quell’esplosione di violenza che hanno trasformato un ragazzo bello e carismatico come Vitaliano in un assassino senza scrupoli.
Si tratta di un ottimo romanzo, giocato in continui rimandi tra presente e passato, che non si limita ad esaminare la vicenda narrata, ma è capace di allargare l’attenzione sui mali di questa nostra epoca. Le difficoltà insite nel mondo scolastico, il ruolo ossessivo dei mass-media, il carrierismo esacerbato, la deriva dei valori, i conflitti generazionali… si trasformano in fattori scatenanti di un dramma che poteva essere evitato.
Un libro che fa riflettere a lungo e lascia dietro di sé una scia di interrogativi a cui ciascun lettore dovrà – volente o nolente – provare a dare una risposta.
Consigliato a: coloro che amano i romanzi che, partendo da fatti di cronaca, riescono a raccontare il malessere del mondo contemporaneo ed a chiunque sia attratto dalle storie ricche di pathos ed introspezione.
Voto: 7,5/10
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