venerdì 30 novembre 2018

Sezione suicidi, Antonin Varenne


Difficile trovare un noir più nero di questo.
Ambientato in una Parigi sporca, umida e cattiva, con personaggi ammirevoli ed intensi nella loro assurda sgradevolezza, si differenzia dalla stragrande maggioranza dei racconti di genere in circolazione… e questo basterebbe già per decretare il valore di questo romanzo.
Lettura ardua e stimolante, trascinante e cattiva, che ci catapulta improvvisamente in una vicenda malinconica e perversa, dove la speranza  muore quotidianamente ed il futuro è un mondo dipinto a tinte fosche, nonostante il bagliore lancinante delle luci psichedeliche.

Il Commissario Guerin – tormentato, solitario, fuori controllo – rimane nell’anima del lettore. Un piccolo personaggio, sperduto in un labirinto di specchi, dove le anime dei suicidi urlano incessantemente, provocando ferite lancinanti e dolorose. Un essere solitario, con momenti di esaltante lucidità alternati a istanti di assenza improvvisa, che ha rotto i ponti con il resto dell’umanità, salvo con il suo vice Lambert che fatica a seguirne i passi confusi.
La trama, originale e stralunata, alterna momenti di accelerazione improvvisa a situazioni di stasi quasi insopportabile, con personaggi davvero ben costruiti: interpreti perfetti per un copione in cui le atmosfere del noir si confondono e diluiscono nelle ombre notturne di una capitale francese ricostruita in maniera dura, prepotente ma alla fine convincente.

Il giallo di matrice psicologica si intreccia profondamente con il noir a carattere sociale, nei mille viluppi che intercorrono tra la vita dell’individuo ed il mondo circostante. Un mondo gualcito e strapazzato, fatto di vicende politiche troppo losche per essere rivelate, duro resoconto di un’umanità oramai giunta al limite, in cui molto spesso un balzo nel vuoto è più rassicurante del languido e sgretolante logorio d’attesa.
Alla fine, ci rendiamo conto di aver letto un noir di ottimo livello, scritto da un autore dall’intelligenza diabolica di cui – questa è la speranza – sentiremo ancora parlare.


Consigliato a: coloro che cercano un noir originale, spiazzante e doloroso nella sua estrema e insindacabile lucidità, ed a chiunque apprezzi le storie poco rassicuranti, in cui la speranza si disintegra quotidianamente come un biscotto rinsecchito.


Voto: 8/10





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