lunedì 5 novembre 2018

L'invenzione della madre, Marco Peano


Ho trovato questo libro un po' troppo "furbetto". L'intento, più che ecomiabile, sarebbe quello di indagare il significato più profondo del dolore ricostruendo il rapporto tra un figlio e la madre malata terminale; alla fine, però, invece di toccare le corde dell'emozione e della commozione riesce a produrre solo irritazione nello sconsolato lettore. 
Dave Eggers, in L'opera struggente di un formidabile genio, aveva trattato lo stesso argomento con risultati senz'altro migliori...   

La scrittura di Peano non è affatto male e quindi, prima di massacrare definitivamente questo autore esordiente, attenderei un ulteriore banco di prova.
Questo romanzo, però, risulta a tratti sconcertante: la malattia, le cure inefficaci, la depressione, la rassegnazione e altro ancora vengono date in pasto all'inerme lettore che - ad un certo punto - viene decisamente sopraffatto/investito/travolto da questa mole di vicende.
Un po' di ironia, probabilmente, avrebbe giovato all'impianto del libro: a volte, prendersi troppo sul serio, rende la vita troppo triste. Ma l'autore - tutto di un pezzo - ha preferito incedere in questa via crucis, costellata di sangue, operazioni, cicatrici e sbrodolamenti vari, credendo di ricostruire la vita attraverso il sopraggiungere della morte.
In realtá, piú che una lacrima di commozione, è riuscito a strappare noia e disappunto, facendo balenare un solo, enorme interrogativo: "perchè ha scritto sta roba?"

Consiglio a Peano - visto che ama citare film a profusione - la visione di Daddy Nostalgie di Bertrand Tavernier: la malattia di una persona cara viene descritta in maniera senz'altro piú onesta, senza colpi bassi o stucchevoli reiterazioni di sfiga... e proprio per questo risulta toccante, capace di toccare le corde dell'animo umano. Corde che - ahimè - il povero Peano non riesce neanche a sfiorare.


Consigliato a: coloro che amano i romanzi che indagano la malattia in maniera clinica ed ossessiva ed a chiunque ami le storie drammatiche che forniscono "emozioni a buon mercato".


Voto: 3/10


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