lunedì 12 novembre 2018

Giuda, Amos Oz


Il freddo inverno del 1959.
Tre personaggi realistici e ben disegnati.
Una Gerusalemme gelida e piovosa, in cui si odono in lontananza gli spari dei soldati appostati sulla linea di confine che fa da spartiacque all’interno della città.
Due fantasmi ingombranti: quello di un uomo totalmente contrario alla nascita dello stato israeliano e quello di un giovane morto in guerra affinché Israele potesse esistere.
Questi sono i principali ingredienti di Giuda, romanzo piuttosto particolare nell’impostazione quanto nello svolgimento della trama.

L’incipit è davvero notevole…
Shemuel Asch, il protagonista, è uno studente la cui vita si trova di punto in bianco in una situazione di stallo. È stato abbandonato dalla fidanzata, le difficoltà economiche gli impediscono di proseguire gli studi (stava lavorando ad una tesi intitolata “Gesù visto dagli Ebrei”) e l'ideale socialista a cui era stato legato fino a quel momento ha cominciato a barcollare vistosamente.
Rispondendo ad un annuncio su un giornale – che promette alloggio gratuito ed un modesto stipendio mensile in cambio di compagnia ad un anziano, invalido ma bisognoso di conversazione - Shemuel fa la conoscenza di un maestro disincantato e di una donna dal fascino oscuro ma irresistibile.
Da questo momento in avanti, la storia si dipana a poco a poco, con armonia ed eleganza. Pur essendo ambientata in un passato più o meno lontano (oltre 50 anni fa), in uno contesto storico perfettamente delineato, la vicenda appare quanto mai attuale, specialmente alla luce delle problematiche insite nella nascita di quella nazione di cui l'autore è originario. La controversa “questione israeliana” ed il conflitto con i vicini gli Arabi sono tematiche mai sopite e costantemente ricorrenti nelle cronache dei nostri giorni.

Non va sottaciuto, all’interno della trama, un interessante “ribaltamento” della figura di Giuda, universalmente accusato di essere il traditore per eccellenza: nella nuova prospettiva enunciata dal protagonista, avviene una sorta di riabilitazione dell'apostolo, che viene ripulito dalle lerce vesti della “colpevolezza” e trasformato in amico fraterno di Cristo, colui che “crede in Gesù più di Gesù”.
La struttura del romanzo, giocata su più livelli, è semplice solo in apparenza: vicende distanti nel tempo vengono riallacciate e riequilibrate grazie alla superba maestria dell’autore. La scrittura è raffinata, quasi poetica, resa magnificamente dalla traduzione italiana di Elena Loewenthal: la descrizione dei paesaggi, semplici e allo stesso tempo maestosi, accarezzati dalla luce che si posa su Gerusalemme nelle giornate invernali, è davvero emozionante.
Ma l’elemento di questo bellissimo romanzo di Oz destinato a restare nella memoria è senza ombra di dubbio il rapporto fra Shemuel e la bella e misteriosa Atalia: una relazione fugace, durata lo spazio di un solo inverno, ma assolutamente sensuale, vivida ed emozionante.


Consigliato a: coloro che amano la letteratura israeliana, che ha in Oz uno degli interpreti migliori, ed a chiunque apprezzi i romanzi che riescono a raccontare le vicende di un paese in eterno conflitto attraverso i microcosmi rappresentati, di volta in volta, da un uomo, una coppia e una famiglia.


Voto:7,5/10


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