Era il 2015 e La banda dei brocchi segnò il mio primo incontro con Jonathan Coe. Al termine della lettura, ricordo, dovetti recitare il mea culpa: aver tralasciato per troppo tempo un autore così valido ed originale era stata sicuramente una mia gravissima mancanza.
Si tratta di un romanzo davvero notevole, destinato a rimanere nella memoria. Le vicende di Benjamin Trotter e del suo nutrito gruppo di amici, che trascorrono il periodo dell’adolescenza nel liceo King William di Birmingham, vengono narrate con uno stile meraviglioso, in cui ironia e nostalgia si fondono alla perfezione.
Siamo negli anni settanta e la Storia (con la S maiuscola), che emerge prepotentemente sullo sfondo, contamina e condiziona ad ogni singolo passo le vicende dei protagonisti, segnando profondamente le loro esistenze. Gli attentati dinamitardi dell'IRA, le aspre e sanguinose lotte sindacali, l’azione dei governi laburisti che hanno preceduto la “lady di ferro” Margaret Thatcher e la musica, contraddistinta dall’avvento del punk, formano la cornice entro cui Trotter ed i suoi amici Chase, Anderton e Harding si muovono con cadenza a volte decisa, a volte titubante.
L’ambientazione e la contestualizzazione storica delle vicende è davvero ben riuscita. I personaggi sono numerosi, ma non è per niente difficile ricordarli tutti visto che Coe li suddivide per nuclei familiari, dei quali è abilissimo a tratteggiare ed approfondire sentimenti e abitudini, con una ricorrente e piacevole nota humor.
Coe non cerca assolutamente “il colpo ad effetto”, tutt’altro. Predilige invece la riflessione, concentrandosi sulla descrizione della realtà quotidiana, tranquilla ed ordinaria, ma segnata da eventi che possono ricorrere in ogni personale esperienza.
La nostalgia, alla fine, sembra prevalere su qualsiasi intento critico, lasciandoci un romanzo godibile e sincero; un'opera che racconta un mondo in perenne cambiamento attraverso un riuscito spaccato della Gran Bretagna degli anni settanta.
N.B. Le vicende di Benjamin & C. proseguono in Circolo chiuso.
Consigliato a: coloro che amano i romanzi che riescono a coniugare vicende famigliari ed umorismo, storia e riflessione, ed a chiunque apprezzi i libri nostalgici capaci di restituire il ritratto di un'epoca con acume ed ironia.
Voto: 7,5/10
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