L'Austria ha un passato culturale di tutto rispetto: basti pensare ad autori come Musil, Broch e Canetti, che hanno scritto pagine importanti nella letteratura del Novecento. Purtroppo, la Seconda Guerra Mondiale rappresentò una sorta di spaccatura, che costrinse i più celebri narratori ad abbandonare la madrepatria, provocando un progressivo indebolimento della vita intellettuale. Da quel momento in avanti, gli scrittori rimasti non ebbero grosse alternative tra il rifugio nella galleria dei ricordi asburgici e il ridursi a considerare la propria patria alla stregua di un’appendice del mondo germanico.
Nel
lungo periodo compreso tra la fine del conflitto e gli anni ottanta/novanta del
secolo scorso, i temi della denuncia del passato nazista e del recupero della
memoria sono stati il filo conduttore di tanta letteratura, diventando un
ostacolo allo sviluppo di un movimento nazionale capace di apportare novità
rilevanti nel variegato mondo editoriale. Considerati questi presupposti, la
letteratura giallo/noir austriaca, fino a pochi anni fa, era del tutto
inesistente.
Negli
ultimi tempi, però, pare che le cose stiano cambiando, con l’affermazione di
autori ed autrici sempre più partecipi di una dimensione globale e per nulla
impauriti dalle sfide poste dalla modernità. Di conseguenza – un po’ come
avvenuto negli altri paesi mitteleuropei
– anche la letteratura di genere è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante,
diventando un valido strumento per raccontare lo spirito di una società in costante
evoluzione.
Gli
scrittori austriaci si sono mostrati estremamente reattivi di fronte ai cambiamenti
socio-economici in atto ed hanno spesso fatto ricorso al giallo/thriller/noir
per raccontare problematiche attuali quali l‘immigrazione, l'avvento dell’informatizzazione,
la crisi economica e le catastrofi ambientali.
In
questo articolo cercheremo di fornire uno spaccato del giallo austriaco,
proponendo un breve ritratto dei maggiori rappresentanti del movimento. Si
tratta di autori non troppo noti da noi – nonostante le loro opere siano state
tradotte anche in italiano – ma capaci comunque di proporre un modello
narrativo valido e suscettibile di sviluppi importanti. Certo, al momento manca
del tutto una figura trainante – come potrebbe essere un Nesbo per la Norvegia
o un Mankell per la Svezia – ma non dobbiamo dimenticare che l’enclave
letteraria è ancora piuttosto giovane… e non è detto che, prima o poi, anche
l’aquila bicefala ci consegni un autore in grado di monopolizzare le
classifiche di vendita.
Wolf Haas (1960):
Con
alle spalle un passato di copywriter, tra il 1996 ed il 2003 ha pubblicato sette
polizieschi che hanno goduto di un enorme successo in patria: per quattro di
essi c’è stata una trasposizione cinematografica.
Questi
libri hanno come protagonista il detective Simon Brenner: un ex ispettore della
Kripo che, dopo diciannove anni di servizio, ha abbandonato il lavoro per
insanabili conflitti con il proprio capo ma che si ritrova nonostante tutto coinvolto
in indagini criminali. In Italia è reperibile il primo volume della serie, Vieni dolce morte, edito da Neri Pozza.
I
romanzi di Haas sono caratterizzati da una spietata critica sociale, un
sapiente uso della satira ed una tensione ben calibrata: elementi che gli hanno
permesso di ricevere, per ben tre volte, il rinomato German Crime Award.
Marc Elsberg (1967):
Nome
d’arte di Marcus Rafelsberger, ha esordito nel 2000 con un romanzo satirico
(pubblicato con il suo vero nome) che narra le gesta di un detersivo perenne (sic). Nel 2004 è avvenuto il suo debutto nella
letteratura poliziesca, con il romanzo Das
Prinzip Terz – ancora inedito in Italia - in cui l’omonimo commissario protagonista
deve risolvere il caso dell’omicidio di un agente pubblicitario.
La
notorietà internazionale è però arrivata con Blackout - Domani sarà troppo tardi (pubblicato da Editrice Nord):
un thriller adrenalinico ed emozionante, capace di coniugare realtà e finzione,
che ha portato critica e pubblico a paragonare Elsberg al maestro del genere Frank
Schätzing. La trama è incentrata su uno scenario davvero inquietante: un crollo
generalizzato dell'alimentazione elettrica e le sue temibili conseguenze.
Bernhard Aichner
(1972):
Oltre
ad essere un valido scrittore, Aichner è pure un eccellente fotografo (ha
collaborato con uno dei più grandi quotidiani austriaci). Pur avendo esordito
nella narrativa all’inizio del nuovo millennio, ha raggiunto il successo solo nel 2014 con Totenfrau – La signora dei morti (tradotto da Rizzoli). Questo
libro rappresenta il primo capitolo di una trilogia imperniata sulla figura di Brünhilde
Blum: una madre e moglie amorevole che consuma pian piano la sua vendetta.
La
serie ha venduto quasi 500.000 copie nei paesi di lingua tedesca, catapultando l’autore
in vetta alla classifica dei bestseller, ottenendo clamore anche a livello
internazionale: The Dead Woman è stata
venduta in ben 16 paesi e negli Stati Uniti è in preparazione una serie
televisiva.
Originario
a Vienna, oltre che alla narrativa poliziesca ha dato ottimi contributi all’ horror
e al fantasy (ha pubblicato sulle più celebri fanzine del genere, tra cui Fantasia,
Nocturno e SOLAR X).
Dopo
aver lavorato per una società farmaceutica si è dedicato a tempo pieno alla
scrittura, ottenendo riconoscimenti importanti quali il German Phantastik Prize e il Vincent
Prize.
Ha
ottenuto visibilità internazionale con Sentenza
di morte (pubblicato in Italia da Longanesi), un thriller basato su un
serial-killer ossessionato dalle opere di Dante. Il romanzo è stato lodato dalla
critica per lo stile veloce e la trama avvincente e piena di colpi di scena
imprevedibili, che hanno fatto paragonare Gruber a maestri indiscussi come Patricia
Cornwell e Robert Harris.
Ursula Poznanski
(1968):
Dopo
aver lavorato come redattrice in una casa editrice di medicina, ha pubblicato
il suo primo romanzo, un thriller per ragazzi intitolato Erebos (edito in Italia da Armenia). Il successo ottenuto col libro
d’esordio l’ha spinta a diventare scrittrice a tempo pieno.
Da
quel momento, ha avuto la strada spianata. Le sue opere hanno avuto buona eco a
livello internazionale e sono state pubblicate anche nel nostro paese: vanno
menzionate Adesso chiudi gli occhi e Cinque.
Negli
ultimi anni, ha iniziato una collaborazione con il collega tedesco Arno Strobel,
con cui ha scritto due romanzi – L’estraneo
e Anonimo (tradotti da Giunti) –
che sono rimasti per diverse settimane in cima alle classifiche di vendita
tedesche.
Ed
anche stavolta ce l’abbiamo fatta…
Abbiamo
visto come il giallo austriaco si inserisca – per trame e contenuti – all’interno
del più grosso filone rappresentato da quello germanico; nonostante ciò, riesce
a differenziarsi dal precedente potendo contare su caratteristiche proprie, che gli
fanno assumere un'indiscutibile
tipicità nel novero dei vari generi
europei.
Con
l’occhio sempre attento ai fatti di cronaca, alle divisioni politiche ed alle
trasformazioni sociali in atto, la narrativa austriaca sembra aver imboccato la
strada giusta per riuscire ad emergere in quell'oceano smisurato che è il
panorama letterario internazionale.
E per un movimento giovane... questo è già molto.
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