lunedì 10 dicembre 2018

Dora Bruder, Patrick Modiano


Il 31 dicembre 1941 su "Paris-soir" viene pubblicato un articolo sulla scomparsa di una ragazzina:
«PARIGI Cercasi ragazza, Dora Bruder, 15 anni, m. 1,55, viso ovale, occhi grigio-marrone, cappotto sportivo grigio, pullover bordeaux, gonna e cappello blu, scarpe sportive marrone. Rivolgersi ai sigg.ri Bruder, 41 boulevard Ornano, Parigi.»
Una cinquantina d'anni dopo, Patrick Modiano, rileggendo per caso quelle poche righe, inizia una personalissima indagine sulla vicenda.
Certo, sono passati decenni ed i cambiamenti sono stati epocali: antichi quartieri sono scomparsi, i documenti sono andati per lo più distrutti e gli stessi testimoni di quei giorni lontani sono passati quasi tutti a miglior vita.
Modiano però non si lascia frenare nel suo intento. Come un abile investigatore fruga nelle tasche della storia e cerca di ricostruire, con i pochi elementi a disposizione, la vicenda di una ragazzina ebrea che terminerà prematuramente la propria esistenza nell'inferno di Auschwitz.

Con una capacità di analisi ed un'asciuttezza di scrittura che ricordano lo Sciascia di La scomparsa di Maiorana, lo scrittore racconta la vita di una ragazza qualunque, vittima di una tragedia inspiegabile quale è stato l'Olocausto.
La storia non rimane però confinata nel "microcosmo" di Dora e della sua famiglia: si inserisce prepotentemente nella più ampia pagina delle deportazioni e dei soprusi subiti dal popolo ebraico nella Francia collaborazionista.
E così, attraverso l'immagine evanescente e soffusa di Dora Bruder, Modiano ricostruisce con pathos e rigore un periodo storico drammatico, che ha lasciato una macchia indelebile sul bavero inamidato della Francia occupata.

Questo è stato il mio primo incontro con Patrick Modiano, Premio Nobel 2014. Leggerò sicuramente altri suoi libri, perché le sue doti narrative sono davvero notevoli: una semplicità apparente... che si trasforma con lo scorrere delle pagine in vera e potente espressione artistica. 
Alla fine del romanzo - se stiamo particolarmente attenti al dipanarsi del racconto - scopriamo che il percorso narrativo, in taluni casi, è molto più importante della sua conclusione: quasi a dire che in letteratura conta più "il viaggio" che il punto di approdo.


Consigliato a: coloro che amano la scrittura asciutta ed elegante, senza fronzoli ma capace di centrare ugualmente il bersaglio, ed a chiunque voglia fare la conoscenza di uno dei più "sottovalutati" Premi Nobel degli ultimi anni.      


Voto: 7,5/10


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