Lamento di Portnoy è il romanzo che lanciò definitivamente Philip Roth e lo fece conoscere al grande pubblico, cambiando per sempre la storia della letteratura americana contemporanea.
Sesso ed ebraismo rappresentano una miscela potenzialmente esplosiva: mai come in questo caso le contraddizioni tra sessualità e religione, natura ed educazione, istinto e normalità vengono spiegate al pubblico in maniera dissacrante, realistica, spontanea.
Il protagonista, Alex Portnoy, nevrotico ed erotomane, racconta allo psicanalista la storia della sua vita. Assistiamo così ad un lungo monologo, impetuoso come un fiume in piena, in cui le pastoie delle radici ebraiche sono come lacci stringenti ed avvolgenti che impediscono la realizzazione di se stessi mentre la sessualità - esposta in maniera caustica, sboccata, sarcastica e scurrile - diventa lo strumento del protagonista per uscire da questo stato delle cose: quasi che il fatto di "penetrare" col proprio organo sessuale una donna non ebrea costituisse una sorta di passepartout per intrufolarsi nel suo ambiente sociale.
Si tratta di un romanzo che, all'epoca della sua uscita (seconda metà degli anni '60), creò scandalo e polemiche ma che oggi, a distanza di anni, possiamo apprezzare per l'umorismo sottile - quasi alla Woody Allen -, la potenza espositiva, la lucida invettiva e la fredda determinazione.
Roth è uno scrittore eccellente. Nell'arco della propria carriera ha trattato una serie di argomenti diversi, potenzialmente antitetici e conflittuali, riuscendo sempre a ricondurre ogni vicenda sotto il grande mantello dell'ebraismo.
Con ironia e spirito di provocazione, capacità di analisi e senso di appartenenza, l'autore riesce ad esporre in maniera sincera e totale i sentimenti di inadeguatezza di un uomo che risulta in perenne conflitto: contro l'ambiente familiare rigido ed oppressivo, contro le proprie strampalate concezioni di amore e sentimento, contro il desiderio sessuale spasmodico ed eccessivo.... ma soprattutto contro se stesso.
Consigliato a: coloro che vogliono conoscere il primo Roth - irriverente, sarcastico, sboccato - ed a chiunque sia capace di apprezzare la grande letteratura intrisa di originalità e senso dell'ironia.
Voto: 7,5/10
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