Come accade in gran parte dei romanzi di Simenon, viene narrata una vicenda che – seppur ambientata nel microcosmo di una piccola città francese – arriva presto ad assumere una valenza a carattere universale.
Il protagonista del romanzo è Jonas Milk, un libraio di origine russa, timido ed abitudinario. Ha sposato la giovane e trasgressiva Gina, bella ed esuberante compaesana che gli aveva precedentemente fatto da governante. Quando la donna, dopo essere uscita una sera, non fa ritorno a casa, Jonas si trova improvvisamente in difficoltà: di fronte alle domande dei concittadini comincia a mentire e si trova isolato da un mondo circostante crudele e beffardo, incapace di mostrare anche un solo briciolo di umana comprensione nei suoi confronti.
Abbiamo a che fare, indubbiamente, con un dramma della solitudine, disegnato in maniera esemplare dall’autore. La descrizione dei sentimenti di Jonas è intensa, incisiva e folgorante: capace di lasciare il segno anche nel lettore più disincantato. Simenon si conferma per l’ennesima un vero maestro nell'esplorare i lati più oscuri e segreti dell'animo umano, mostrando allo stesso tempo un’inarrivabile capacità nella caratterizzazione dei personaggi: piccoli esseri che, molto spesso, fanno trapelare tutta la loro inadeguatezza e meschinità.
Il finale, di grande impatto emotivo, è duro e lancinante come un colpo di baionetta e lascia sicuramente un poco di amaro in bocca: raramente è capitato di veder descritta in maniera così forte e realistica la disperazione di un essere umano.
A mio parere si tratta di uno dei migliori romanzi dell’autore belga. Supportato da una scrittura impeccabile, lucida e pregnante, descrive in maniera essenziale ed equilibrata la deriva di un piccolo (ma lo sarà per davvero?) uomo che si trova suo malgrado al di fuori del tempo e della storia.
Giudizio: imperdibile.
Consigliato a: coloro che amano i romanzi in grado di rendere psicologie ed atmosfere in maniera realistica e a chiunque voglia avvicinarsi ad una delle opere migliori di questo scrittore straordinario.
Voto: 8/10
L'ho letto ieri . Secondo me non è solo la disperazione a portare Jonas al suicidio, ma anche il ...volersi togliere dalla vita di Gina e lasciarla libera di vivere la sua nuova relazione senza problemi. Perché,sennò, arrivare fin dal commissario per parlare della signora che lo scagiona ,e poi tornare indietro a uccidersi?
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