A metà degli anni quaranta i romanzi hard-boiled provenienti da oltre oceano, col loro carico di sesso e violenza, andavano per la maggiore in Francia.
Fu proprio allora che Boris Vian decise di cimentarsi in questo genere letterario e, dietro lo pseudonimo di Vernon Sullivan, pubblicò Sputerò sulle vostre tombe: un libro di straordinario successo (diventerà il best-seller del 1947, con 120.000 copie vendute in due anni), ma che verrà condannato per "offesa alla pubblica morale", segnando per sempre la sua carriera di scrittore.
Lee Anderson, il protagonista, è un uomo che - nonostante la pelle bianca e i capelli biondi - non può cancellare la propria origine: è infatti figlio di una donna mulatta. A seguito della morte del fratello - un ragazzo dalla pelle scura che è stato linciato perché innamorato di una bianca - abbandona la città e, dopo aver trovato occupazione come libraio, entra a far parte di una piccola cricca di giovani dediti al consumo di alcool e al sesso promiscuo. Il suo obiettivo è vendicare la morte del fratello facendo perdere completamente la testa alle splendide e in apparenza inavvicinabili sorelle Asquith...
La trama è cruda, violenta e deliberatamente provocatoria; Vian utilizza degli stereotipi tipicamente americani - che probabilmente faranno persino sorridere i disincantati lettori di oggi - per raccontare la realtà della segregazione razziale e per individuare il vero punto di rottura: ovvero il limite fino a cui degli esseri in apparenza civili possano arrivare a spingersi.
Ci troviamo così a riscoprire l'epoca dei "belli e dannati” alla James Dean, amanti della velocità, del sesso facile, degli eccessi alcolici e della violenza senza limite.
I propositi di vendetta di Lee costituiscono la trave portante del racconto, rappresentando fino in fondo tutta la prevedibilità dal male.
Alla fine, ad emergere sarà soprattutto la condanna di ogni sorta di razzismo, bianco o nero che sia (forse è proprio per questo che Vian ci invita a "sputare" piuttosto che a "danzare" sulle loro tombe).
Sputerò sulle vostre tombe è un'opera un po' datata - sia come trama sia come tessuto narrativo - che al giorno d'oggi può apparire addirittura ingenua. Sicuramente non eccelsa a livello letterario - il Vian di La schiuma dei giorni è ben altra cosa! - ha comunque il merito di non lasciare indifferente il lettore, creando disagio e annichilendo per gli eccessi di violenza.
Consigliato a: chi vuole riscoprire un Vian "sotto mentite spoglie" e a chi non ha paura di lasciarsi catturare da storie torbide, eccessive e violente.
Voto: 6,5/10
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