martedì 5 maggio 2020

La chimera, Sebastiano Vassalli



Era da tempo immemore che volevo leggere La chimera di Sebastiano Vassalli, Premio Strega nel lontano 1990: un libro che racconta una vicenda di diversi secoli fa, ricostruita minuziosamente dall'autore; le vicissitudini di una ragazzina divenuta la vittima sacrificale di un'epoca terrificante e crudele. 

Ambientato in un piccolo borgo piemontese nei primi anni del Seicento, il romanzo ci svela la triste storia di Antonia Spagnolini: una trovatella cresciuta nella Pia Casa di Novara che viene di fatto adottata da una coppia di contadini - i Nidasio - e condotta nel villaggio di Zardino, un centro abitato oggi scomparso dalle carte geografiche. 
La ragazza si dimostra un poco "strana" agli occhi della gente: sia per la sua carnagione scura che la rende simile a una strega, sia per essersi fatta ritrarre come una Madonna in un'edicola votiva, sia per aver danzato a cielo aperto con degli invasori Lanzichenecchi, sia per essere svenuta di fronte al vescovo Bascapè, un prelato che ha abbracciato la stramba idea di trasformare in santo chiunque gli si presenti a tiro. Ma la maldicenza - come nella canzone di De André - "insiste, batte la lingua sul tamburo": e così nello sguardo della malcapitata Antonia - troppo bella, troppo anticonformista, troppo indipendente - le folle cominciano a scorgere un qualcosa di malsano, di diabolico, di pericoloso.

Si tratta di un romanzo storico-sociale che racconta fino in fondo la follia di un popolo sadico e malvagio, schiavo di un'irrefrenabile ignoranza. La ricostruzione storica è notevole e rende alla perfezione quella che era la vita vissuta nelle risaie del milleseicento.
La scrittura di Vassalli è piena, raffinata, corposa come un buon vino d'annata; i paesaggi sono descritti con grande cura e i personaggi vengono rappresentati in maniera dettagliata e convincente. L'unica pecca - a mio avviso - è rappresentata dalle eccessive digressioni, che di tanto in tanto ostacolano il fluire del racconto, spostando l’attenzione dalla trama principale - quella incentrata sulla vita di Antonia - ad avvenimenti di contorno che possono risultare più o meno interessanti.
Rivisitando il passato attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, lo scrittore ligure (ma piemontese d'adozione) rimane ben lontano dal darne un'immagine idealizzata; la realtà di molti secoli fa diventa così lo strumento ideale per raccontare la società in cui viviamo e, probabilmente, quella che sarà la sua evoluzione negli anni a venire.


Consigliato a: coloro che vogliono (ri)scoprire un classico della letteratura italiana del Novecento ed a chiunque apprezzi i romanzi dall'accurata e meticolosa ricostruzione storica.


Voto: 7,5/10


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