martedì 4 giugno 2019

La seconda vita di Annibale Canessa, Roberto Perrone





Roberto Perrone è un ex giornalista che da qualche anno bazzica il mondo letterario. Pareva che il suo destino di scrittore fosse legato a trame a carattere sentimentale, spesso descritte con toni da commedia, ma con questo nuovo romanzo sceglie una strada (per lui) del tutto inedita: quella del thriller-noir all’italiana. Per il suo esordio nel genere, lo scrittore di Rapallo (ma milanese d’adozione) ha creato il personaggio di Annibale Canessa, un ex poliziotto dell’antiterrorismo che durante gli anni Settanta è stato uno dei baluardi della lotta contro l'eversione e la lotta armata.

Da qualche anno Annibale ha abbandonato l’Arma e si è trasferito – in una sorta di esilio autoimposto - a San Fruttuoso, dove trascorre le giornate tra lunghe nuotate e la gestione del piccolo ristorante di cui è socio.
A turbare la sua tranquillità giunge una notizia tremenda. Il fratello Napoleone, che non vedeva da una trentina d’anni, viene giustiziato da una raffica di Kalashnikov assieme all’ex terrorista Pino Petri, che lo stesso Canessa qualche anno prima aveva consegnato nelle mani della giustizia.
Toccherà ad Annibale cercare di far luce sul duplice omicidio, scoprendo poco per volta il marcio che si annida tra i corridoi del potere e dando il la, di fatto, alla sua “seconda vita”: un nuovo corso che avrà sviluppi del tutto inattesi.   

Siamo al cospetto di un ottimo romanzo poliziesco, dalla trama intrigante e ricca di sfaccettature, che scorre rapido come un Intercity nella notte. Il taglio cinematografico, con rapidi cambi di scena, rende avvincente la narrazione, trascinando il lettore in un meccanismo impeccabile e più avvincente di una pianta d’edera.
I riferimenti al periodo “storico” del terrorismo arricchiscono d’interesse la vicenda, divisa tra il tempo presente ed i riferimenti ad un passato lontano ma ancora capace di far sentire la sua scomoda presenza.
L’unica critica che mi sento di fare a Perrone riguarda la caratterizzazione dei protagonisti, che paiono, talvolta, tagliati con l’accetta. Incontriamo così personaggi femminili un poco stereotipati, vilain da b-movie ed altri figuranti di cartapesta tutt’altro che realistici. Lo stesso Canessa, a tratti, assume le sembianze di un semidio, una via di mezzo tra Rambo e Terminator che si dimostra più invincibile di 007. Ma si tratta di difettucci che perdoniamo volentieri, consapevoli di aver conosciuto – tramite Perrone – una nuova via al noir italiano: a metà strada tra il poliziesco di denuncia ed il thriller adrenalinico d’oltreoceano. Quasi come se Leonardo Sciascia si fosse infilato i panni di un Lee Child… e riuscisse a farseli calzare a pennello.

N.B. Il personaggio di Annibale Canessa tornerà nei due successivi romanzi dell’autore: L’estate degli inganni (2018) e L’ultima volontà (2019).  


Consigliato a: coloro che amano i thriller adrenalinici, che si divorano alla velocità della luce, ed a chiunque sia appassionato di storie che raccontano il passato più tragico ed oscuro del nostro paese.


Voto: 7,5/10    




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