giovedì 20 giugno 2019

La nave dei vinti, Leonardo Gori





In questo romanzo ritroviamo il colonnello Bruno Arcieri – uno dei personaggi più carismatici del noir italiano – nella Firenze del 1970. In un lungo flash-back l’ex carabiniere, ormai spossato e disilluso, racconta alla compagna di vita Marie una vicenda di trent’anni prima, collocata in un momento in cui l'Europa si trovava sull'orlo del conflitto: un periodo contraddistinto dall’impeto squadrista e dalla deriva populista, in cui mettere a rischio la propria vita era all’ordine del giorno.

Nel marzo del 1938 una nave di profughi proveniente dalla Spagna arriva nel porto di Genova. A bordo viene rinvenuto il corpo di un uomo non identificato. L'indagine viene assegnata al giovane Bruno Arcieri, all'epoca capitano dei Carabinieri. La sua strada incrocerà quella dell’emissario del Vaticano Eugenio Winkelmann: un uomo piuttosto enigmatico, incaricato di incontrare un agente segreto da cui dovrebbe acquisire alcuni documenti fondamentali al fine di evitare la guerra.
Il compito di Bruno, da quel momento in avanti, sarà quello di procedere con gli interrogatori dei passeggeri per individuare l'agente in quel groviglio di varia umanità.

Collocato temporalmente dopo Nero di Maggio e La finale, La nave dei vinti si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto: l’approdo nel porto ligure del piroscafo Burrington-Combe (ottimamente descritto da Daniele Cambiaso nell’appendice al romanzo).
Basandosi su un contesto reale, frutto di un accurato lavoro di ricerca, Gori costruisce una trama avvincente e ben congegnata. Dramma, psicologia e tensione emotiva si amalgamano in maniera eccellente in questo noir a sfondo storico, in cui si riesce a percepire fino in fondo l’atmosfera di angoscia che gravava su un mondo improvvisamente impazzito.
La scrittura supporta ottimamente il plot, facendoci percepire il giusto contrasto tra il presente – quello scorcio di anni settanta in cui l’anziano colonnello racconta la sua storia con disincanto – e l’epoca passata in cui si sente vibrare la tensione dell’azione, del mistero e dell’intrigo.   
In quell’Italia ormai assuefatta al saluto romano, Arcieri - uomo di cultura ed appassionato di jazz – si troverà improvvisamente a fare i conti col proprio senso di responsabilità, che si risveglierà attraverso il contatto con i passeggeri della nave in disarmo. Non sarà facile, per lui, rimettere in discussione tutto ciò in cui ha creduto fino a quel momento; sarà costretto a rimodulare le sue più intime convinzioni e scegliere da che parte stare, in un’Italia dolente ormai giunta sull’orlo dell’abisso.


Consigliato a: coloro che amano il noir a sfondo storico, qui rappresentato da uno dei suoi autori più talentuosi, ed a chiunque desideri gettare uno sguardo su un’epoca passata, gravida di integralismi, i cui germi patogeni – purtroppo - si percepiscono ancora oggi nell’aria.


Voto: 7,5/10



Nessun commento:

Posta un commento