In
questo romanzo ritroviamo il colonnello Bruno Arcieri – uno dei personaggi più carismatici del noir italiano – nella Firenze del 1970. In un lungo flash-back l’ex
carabiniere, ormai spossato e disilluso, racconta alla compagna di vita Marie
una vicenda di trent’anni prima, collocata in un momento in cui l'Europa si trovava sull'orlo
del conflitto: un periodo contraddistinto dall’impeto squadrista e dalla deriva
populista, in cui mettere a rischio la propria vita era all’ordine del giorno.
Nel
marzo del 1938 una nave di profughi proveniente dalla Spagna arriva nel porto
di Genova. A bordo viene rinvenuto il corpo di un uomo non identificato. L'indagine viene assegnata al giovane Bruno Arcieri, all'epoca capitano dei Carabinieri.
La sua strada incrocerà quella dell’emissario del Vaticano Eugenio Winkelmann:
un uomo piuttosto enigmatico, incaricato di incontrare un agente segreto da cui
dovrebbe acquisire alcuni documenti fondamentali al fine di evitare la guerra.
Il
compito di Bruno, da quel momento in avanti, sarà quello di procedere con gli interrogatori
dei passeggeri per individuare
l'agente in quel groviglio di varia umanità.
Collocato
temporalmente dopo Nero di Maggio e La finale, La nave dei vinti si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto:
l’approdo nel porto ligure del piroscafo Burrington-Combe (ottimamente descritto
da Daniele Cambiaso nell’appendice al romanzo).
Basandosi
su un contesto reale, frutto di un accurato lavoro di ricerca, Gori costruisce una
trama avvincente e ben congegnata. Dramma, psicologia e tensione emotiva si amalgamano
in maniera eccellente in questo noir a sfondo storico, in cui si riesce a
percepire fino in fondo l’atmosfera di angoscia che gravava su un mondo improvvisamente
impazzito.
La
scrittura supporta ottimamente il plot, facendoci percepire il giusto contrasto
tra il presente – quello scorcio di anni settanta in cui l’anziano colonnello racconta
la sua storia con disincanto – e l’epoca passata in cui si sente
vibrare la tensione dell’azione, del mistero e dell’intrigo.
In
quell’Italia ormai assuefatta al saluto romano, Arcieri - uomo di cultura ed appassionato
di jazz – si troverà improvvisamente a fare i conti col proprio senso di
responsabilità, che si risveglierà attraverso il contatto con i passeggeri
della nave in disarmo. Non sarà facile, per lui, rimettere in discussione tutto
ciò in cui ha creduto fino a quel momento; sarà costretto a rimodulare le sue più
intime convinzioni e scegliere da che parte stare, in un’Italia dolente ormai
giunta sull’orlo dell’abisso.
Consigliato
a: coloro che amano il noir a sfondo storico, qui rappresentato da uno dei suoi
autori più talentuosi, ed a chiunque desideri gettare uno sguardo su un’epoca passata,
gravida di integralismi, i cui germi patogeni – purtroppo - si percepiscono
ancora oggi nell’aria.
Voto:
7,5/10
Nessun commento:
Posta un commento