Angelo
Marenzana è un personaggio più unico che raro all’interno del variegato mondo del
noir italiano. Mentre la stragrande maggioranza dei suoi colleghi ha scelto la
strada di una scrittura semplice e diretta, scevra da orpelli, lo scrittore
alessandrino ha optato per una narrazione “colta” – se mi passate il termine – che
si affida ad una eccellente padronanza lessicale e a una cura minuziosa nella
descrizione del dettaglio.
A
due anni di distanza da Alle spalle del
cielo Marenzana ci fa rincontrare Lorenzo Maida, l’ex poliziotto con un
passato al servizio della polizia franchista che dopo il ritorno in Italia si è
riciclato nella veste di commerciante di tessuti.
Siamo
nella primavera del 1945, ad Alessandria: una città che sta vivendo gli ultimi
giorni del secondo conflitto mondiale. Maida, ormai assuefatto alla sua
attività di piccolo imprenditore, viene coinvolto dal cognato Vito Todisco nell’indagine
su un omicidio. Il fascista Egidio Visconti è stato ucciso sull’uscio della
propria abitazione con un fendente in pieno cuore; nella sua bocca è stata
rinvenuta una manciata di sabbia. Poco tempo dopo Osvaldo Mantelli, braccio
destro della vittima, subisce la medesima sorte.
A
poco a poco, le indagini sui due delitti si ricollegheranno ad una vicenda di vent'anni
prima: il suicidio di Valentina Lanzavecchia, una giovane donna che era stata vittima
di un brutale stupro.
Siamo
di fronte ad un ottimo esempio di noir ad ambientazione storica. Miscelare una trama
gialla con la storia reale non è per niente semplice: richiede acume, capacità
di sintesi, senso dell’equilibrio (per non “sbandare” troppo in un senso o nell’altro).
Marenzana, però, evita agevolmente gli scogli della retorica e del cronachismo,
facendo coesistere in maniera eccellente le due anime del racconto: un plot avvolgente,
che tiene desta l’attenzione fino alla fine, e l’immagine di una città in
ginocchio, che cerca di sopravvivere sotto una gragnuola di bombe che piovono
dal cielo.
Lo
scrittore evita gli estremi opposti del “bianco e nero” (o del “buono e cattivo”,
per essere più precisi); predilige le sfumature intermedie – sia per quanto
concerne l’ambientazione sia per le caratteristiche emotive dei protagonisti –
immergendosi in quella zona grigia in cui si perdono le anime degli uomini nei tempi
più difficili ed inclementi.
I personaggi sono ben caratterizzati, con un approfondimento delle psicologie che
è raro riscontrare nella letteratura di genere. Il dipanarsi della vicenda è supportato
da una scrittura in cui la narrazione in terza persona si amalgama
perfettamente con dialoghi realistici, che rimandano spesso al linguaggio comune
(l’utilizzo del dialetto è emblematico, in tale senso).
Probabilmente
Il delitto del fascista Nuvola Nera
rappresenta la miglior prova letteraria di Angelo Marenzana: un autore che, seppur
considerato di nicchia, sta dando al noir nostrano un contributo ben più solido
di quello di tanti autori più decantati ma, sicuramente, meno coraggiosi ed
originali.
Consigliato
a: coloro che amano le trame gialle che si sviluppano in un concreto contesto
storico ed a chiunque apprezzi a prescindere i libri “ben scritti”, con una stesura elegante
e fermamente attenta al dettaglio.
Voto:
7,5/10
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