“Di nome faceva Arturo, ma avrebbe preferito chiamarsi John. Di cognome faceva Bandini ma lui avrebbe preferito chiamarsi Jones. Suo padre e sua madre erano italiani ma lui avrebbe preferito essere americano. (...) Aveva la faccia lentigginosa, ma avrebbe preferito averla pulita. Frequentava una scuola cattolica ma ne avrebbe preferita una pubblica. Aveva una ragazza che si chiamava Rosa, e che lo detestava”
L’incipit
già dice molto…
Aspetta primavera, Bandini è
il romanzo d'esordio di John Fante - scrittore che Bukowski definì come il
narratore più maledetto d'America - nonché il primo volume della saga dedicata ad Arturo
Bandini (anche se, in realtà, fu scritto per secondo).
Ambientato
nell’America negli anni Trenta, racconta le vicende di una famiglia di origine
abruzzese che abita in uno sperduto paesino sulle montagne e si trova alle prese
con la povertà: un disagio che diventa ancora più problematico di fronte ad lungo
inverno da superare.
Arturo,
il protagonista, ha quattordici anni. Litiga spesso con i due fratelli, si
vergogna della sua condizione e va a scuola esclusivamente per rimanere
incantato di fronte alla ragazza di cui è innamorato.
Si
tratta di un romanzo di formazione che riesce ad emozionare il lettore grazie
alla sua semplicità ed al tocco lieve ed armonioso. La narrazione è contraddistinta da un essenzialità
e da un ritmo che anticipano, di fatto,
gli sviluppi della narrativa statunitense dei nostri giorni.
L’autore
italo-americano non si limita a raccontare una vicenda qualsiasi, ma si dedica
alla ricostruzione della quotidiana esistenza dei personaggi: pagina
dopo pagina dipinge un affresco realistico e sincero, sorretto da una forte componente autobiografica,
che rimanda agli anni dell’infanzia dello stesso Fante (di cui Arturo Bandini è l’indiscusso alter-ego).
Con
una scrittura asciutta ed efficace, l’autore esplora in profondità l’animo
umano, cercando di cogliere tutte le incongruenze e descrivendo le
contraddizioni che lo caratterizzano. Gioie e dolori, rabbie e malinconie
dei protagonisti emergono nel corso della narrazione, arrivando a sfiorare nel profondo il lettore come una soffice carezza.
Il
giovane Arturo dai grandi sogni e dalle grandi speranze diventa così una sorta
di moderno anti-eroe per chiunque apprezzi il talento di John
Fante: soprattutto per quelli delle ultime generazioni che lo hanno riscoperto
dopo un immeritato periodo di oblio.
Consigliato
a: coloro che vogliono conoscere uno dei più grandi narratori statunitensi del
Novecento, troppo spesso dimenticato, a cui negli ultimi anni è stato dedicato
un giusto – seppur postumo – tributo ed a chi ama le storie a tema famigliare.
Voto:
8/10
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