giovedì 2 maggio 2019

Aspetta primavera, Bandini, John Fante




“Di nome faceva Arturo, ma avrebbe preferito chiamarsi John. Di cognome faceva Bandini ma lui avrebbe preferito chiamarsi Jones. Suo padre e sua madre erano italiani ma lui avrebbe preferito essere americano. (...) Aveva la faccia lentigginosa, ma avrebbe preferito averla pulita. Frequentava una scuola cattolica ma ne avrebbe preferita una pubblica. Aveva una ragazza che si chiamava Rosa, e che lo detestava”

L’incipit già dice molto…
Aspetta primavera, Bandini è il romanzo d'esordio di John Fante - scrittore che Bukowski definì come il narratore più maledetto d'America - nonché il primo volume della saga dedicata ad Arturo Bandini (anche se, in realtà, fu scritto per secondo).
Ambientato nell’America negli anni Trenta, racconta le vicende di una famiglia di origine abruzzese che abita in uno sperduto paesino sulle montagne e si trova alle prese con la povertà: un disagio che diventa ancora più problematico di fronte ad lungo inverno da superare.
Arturo, il protagonista, ha quattordici anni. Litiga spesso con i due fratelli, si vergogna della sua condizione e va a scuola esclusivamente per rimanere incantato di fronte alla ragazza di cui è innamorato.

Si tratta di un romanzo di formazione che riesce ad emozionare il lettore grazie alla sua semplicità ed al tocco lieve ed armonioso. La narrazione è contraddistinta da un essenzialità e da un ritmo che anticipano, di fatto, gli sviluppi della narrativa statunitense dei nostri giorni.
L’autore italo-americano non si limita a raccontare una vicenda qualsiasi, ma si dedica alla ricostruzione della quotidiana esistenza dei personaggi: pagina dopo pagina dipinge un affresco realistico e sincero, sorretto da una forte componente autobiografica, che rimanda agli anni dell’infanzia dello stesso Fante (di cui Arturo Bandini è l’indiscusso alter-ego).
Con una scrittura asciutta ed efficace, l’autore esplora in profondità l’animo umano, cercando di cogliere tutte le incongruenze e descrivendo le contraddizioni che lo caratterizzano. Gioie e dolori, rabbie e malinconie dei protagonisti emergono nel corso della narrazione, arrivando a sfiorare nel profondo il lettore come una soffice carezza.
Il giovane Arturo dai grandi sogni e dalle grandi speranze diventa così una sorta di moderno anti-eroe per chiunque apprezzi il talento di John Fante: soprattutto per quelli delle ultime generazioni che lo hanno riscoperto dopo un immeritato periodo di oblio.


Consigliato a: coloro che vogliono conoscere uno dei più grandi narratori statunitensi del Novecento, troppo spesso dimenticato, a cui negli ultimi anni è stato dedicato un giusto – seppur postumo – tributo ed a chi ama le storie a tema famigliare.


Voto: 8/10



Nessun commento:

Posta un commento