giovedì 23 maggio 2019

Il console onorario, Graham Greene



È stata davvero un’ottima intuizione, da parte di Sellerio, quella di ripubblicare l’opera omnia di un grande autore come Graham Greene. Visto che il buongiorno si vede dal mattino, non poteva esserci un inizio migliore di quello sancito da Il console onorario: opera che lo scrittore britannico considerava come la migliore della sua produzione, malgrado non avesse avuto grossa fortuna dal punto di vista commerciale.
“Tutte le cose si fondono l'una con l'altra - il bene e il male, la generosità e la giustizia, la religione e la politica”
Questo epitaffio di Thomas Hardy fa da apripista ad una narrazione potente, forse un pochino datata nella forma e nella struttura, ma che ancora oggi riesce ad incantare l’anima del lettore. 

Siamo negli anni Settanta del secolo scorso, in una località nel nord dell'Argentina situata sulle rive del fiume Paraná (di cui non viene però specificato il nome).
Charley Fortnum, console onorario britannico, è vittima di un clamoroso errore: viene rapito dai ribelli paraguayani al posto della vittima designata, l’ambasciatore statunitense. I guerriglieri, giunti a questo punto, non possono più fare marcia indietro mentre le strutture governative non sembrano volersi sforzare più di tanto per salvargli la vita.
L’unico a muoversi concretamente è il giovane medico Eduardo Plarr, metà inglese e metà paraguayano, costretto dalla situazione politica a lavorare sempre in prima linea.

Amore e sesso, vita e morte, cattolicesimo e politica sudamericana sono gli elementi cardine di un romanzo che, nel suo sviluppo, si trasforma in uno straordinario trattato sull’ambiguità umana e sulle difficoltà di effettuare una scelta in determinati frangenti dell’esistenza.
I protagonisti - Plarr, Fortnum, Leon, Saavedra – sono personaggi profondi e complessi, la cui psicologia è descritta in maniera encomiabile. Si muovono in un contesto sospeso tra aspirazione alla salvezza e eterna dannazione; un mondo in cui la corruzione ha travolto politici, rivoluzionari e religiosi trascinandoli in un sistema privo di qualsivoglia morale.   
Scritto divinamente, Il console onorario dimostra fino in fondo lo stile e la sagacia di un autore che avevo già avuto modo di apprezzare nel celebre Il nostro agente all’Avana e che andrebbe assolutamente riscoperto (ma da questo punto di vista Sellerio sta lavorando egregiamente).


Consigliato a: coloro che vogliono (ri)scoprire un grande autore del Novecento, di cui non si parla abbastanza, ed a chiunque ami le storie che indagano i punti di conflitto all'interno dell’animo umano.


Voto: 8/10



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