lunedì 6 maggio 2019

La versione di Fenoglio, Gianrico Carofiglio





Nonostante sia scorrevole e si legga piuttosto rapidamente, La versione di Fenoglio mi è sembrato una “furbata” (furbata d’autore…ma pur sempre furbata) di uno scrittore a corto di idee.
Carofiglio, probabilmente, non aveva da parte il materiale adatto per un intero romanzo… ed allora che cosa ha fatto? Ha recuperato dal cassetto tre racconti brevi abbastanza banali e li ha cementati tra loro con un escamotage narrativo che, seppure non di prima mano, è riuscito a restituire un minimo di dignità ad un romanzo che altrimenti sarebbe risultato insulso e fiacco.  

Abbandonato da tempo (chissà se tornerà?) l’Avvocato Guerrieri – il personaggio che gli ha donato il successo – il Gianrico nazionale ha deciso di proseguire il suo viaggio editoriale col Maresciallo Pietro Fenoglio, già protagonista di Una mutevole verità e di L’estate fredda
Questa volta l’attempato carabiniere, che nel corso della sua lunga vita lavorativa ha visto di tutto e di più, fa la conoscenza di Giulio, un ventenne sensibile ma anche un po’ confuso riguardo al proprio futuro. I due uomini – entrambi in riabilitazione dopo un incidente - si incontrano in una casa di cura e stringono rapidamente amicizia. Pietro avrà così l’occasione di trasmettere al giovane parte del proprio bagaglio di esperienze, raccontando alcuni eventi cruciali della sua carriera di investigatore; per Giulio, invece, l’incontro con il Maresciallo sarà di aiuto per gettare uno squarcio di luce su un futuro più che mai incerto.

Il racconto di tre delitti del passato, brillantemente risolti dall’acume di Fenoglio, rappresenta il filo conduttore di questo libro. Purtroppo, il quasi-monologo del carabiniere sulle tecniche investigative diventa ben presto autoreferenziale e fa scaturire nel lettore una certa antipatia per il maresciallo-saputello: manco Sherlock Holmes, nei racconti di Watson, arrivava a tanto.
La scrittura è decisamente buona e giunge spesso in salvataggio di una storia che, usando un eufemismo, potremmo definire come “poco ispirata”.     
Gianrico Carofiglio è un ottimo scrittore, su questo non ci sono dubbi di sorta. In questa ultima opera, però, è apparso stanco ed imbolsito; quasi come se non avesse granché da dire…


Consigliato a: coloro che sono appassionati di indagini e di tecniche investigative ed a chiunque ami le storie di amicizia in cui ognuna delle parti, alla fine del percorso, porta con sè qualcosa dell’altro.


Voto: 6/10



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