Ragione da vendere è
il settimo episodio della serie incentrata su Les Italiens: una squadra di
poliziotti della Brigata Criminale parigina, tra loro accomunati dalle origini
italiane (rese ancora più evidenti dai cognomi).
Anche
stavolta Pandiani si conferma tra le voci più originali del noir di casa nostra,
innestando suggestioni provenienti dal poliziesco d’oltralpe – echi di Sanantonio
e Manchette, prima di tutto – su un substrato classico, che rimanda ai grandi
del genere come Chandler e Hammett.
Ma
andiamo con ordine, partendo dalla trama.
Questa
volta Mordenti e il collega Servandoni vengono coinvolti - per puro caso - nella
rapina a mano armata ad un furgone: la morte di un uomo e il rapimento di una
giovane donna sono le tragiche conseguenze del misfatto.
Da
quel momento in avanti gli “italiani” si ritroveranno cooptati nella ricerca di
un’opera d’arte: una statua cinese dal valore inestimabile che pare essere
scomparsa nel nulla. Nel corso dell’indagine, la loro strada incrocerà quelle
di un subdolo poliziotto britannico, di un losco ricettatore vietnamita e di una
malefica “femme fatale”: personaggi ambigui e spietati, disposti a qualsiasi cosa
pur di mettere le mani sul prezioso bottino.
Come
nei libri precedenti, la trama è avvincente ed il ritmo incalzante. Gli snodi
narrativi appaiono naturali e mai forzati, garantendo un continuum narrativo non sempre riscontrabile nella letteratura di
genere dei nostri giorni.
All’interno
di questo romanzo, vanno comunque evidenziate tre particolarità. In primo
luogo, l’imminente trasferimento della brigata dal Quai d’Orfevres - il leggendario tempio
della polizia parigina - al modernissimo Bastione, un gigantesco edificio situato
nei pressi delle Porte di Cluchy: quasi a voler sottolineare un taglio netto
col passato ed un salto a piè pari nella modernità.
Il
secondo evento da sottolineare è quello dell’incontro tra Les Italiens e Zara
Bosdaves, ex poliziotta e detective privata, già protagonista di La donna di troppo e Più sporco della neve: il confronto/scontro
tra Mordenti e l’investigatrice è interessante e dona alla trama quel “qualcosa
in più” in termini di dialoghi, pathos ed azione.
Infine
– e questo è il pezzo pregiato all’interno della trama – da qualche romanzo
a questa parte Pandiani ha dato maggior consistenza emotiva al proprio protagonista,
Pierre Mordenti, rendendolo più riflessivo, meno scavezzacollo e - su questo
non ci sono dubbi – più realistico e credibile.
Cos’altro
resta da dire? La risposta è ovvia: non vediamo l’ora di ritrovare Mordenti e
la sua squadra in una nuova ed avvincente avventura sotto i cielo parigini.
Consigliato a:
coloro che amano il noir italiano, con trame coinvolgenti e non scevro da
momenti ironici, ed a chiunque apprezzi i personaggi ben costruiti e pieni di
sfaccettature capaci di far breccia nel cuore del lettore.
Voto:
7,5/10
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