martedì 10 luglio 2018

Benedizione, Kent Haruf



Con Haruf, purtroppo, non ho molta sintonia.
Dopo aver letto Le nostre anime di notte, romanzo a mio parere abbastanza mediocre (una sorta di Harmony dedicato alla terza età), ho deciso di dare un'altra possibilità a questo autore ed ho preso in mano Benedizione: uno dei tre capitoli che compongono la cosiddetta Trilogia della pianura.
Si tratta indubbiamente di qualcosa di meglio rispetto alla precedente lettura. Però, se devo dirla tutta, continuo a non capire tutto lo scalpore suscitato da questo scrittore statunitense, catapultato nell'olimpo della notorietà internazionale dopo anni di oblio più o meno assoluto. 

La scrittura è a tratti elementare, senza troppi guizzi, con alcune perle espressive (“Lorraine entrò da fuori”… sfido chiunque ad entrare da dentro!) che lasciano basiti: la colpa sarà di Haruf o del traduttore?
La trama è abbastanza inconsistente, con personaggi banali e stereotipati, ed arriva spesso a dare una sensazione di desolante deja-vu.
L'unico elemento apprezzabile, nel contesto, è rappresentato dalle descrizioni della grande pianura americana: la polvere, il caldo opprimente, le strade sterrate, gli odori e di sapori di luoghi catapultano il lettore in un territorio inesplorato, a metà strada tra il vecchio west e la moderna civiltà urbana. Troppo poco, però, per trasformare un romanzo qualunque in qualcosa di memorabile.

Chi ha tirato fuori termini di paragone con Philip Roth o Corman McCarthy, probabilmente, ha esagerato un pochino: Haruf non si avvicina ai grandi della letteratura americana manco a distanza di telescopio.
Rimane però una domanda a cui, sinceramente, non sono in grado di rispondere. A cos'è dovuto questo straordinario successo postumo? Com'è possibile che uno scrittore a lungo trascurato cominci, tutto ad un tratto, a scalare le classifiche di vendita, trasformando i suoi "vecchi" libri in best sellers?


Consigliato a: chi ama l'America con i suoi spazi immensi ed a chiunque abbia l'intenzione di (ri)scoprire un autore il cui successo "postumo" è stato davvero inaspettato.


Voto: 5,5/10



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