La produzione letteraria di Belgio e Olanda, storicamente, è
sempre stata sottorappresentata nel nostro paese. Nonostante la posizione
geografica favorevole, che individua un importante crocevia tra gli influssi
del nord Europa e quelli continentali, il noir del Benelux non ha avuto la
stessa fortuna di quello dei paesi Scandinavi, che continuano a sfornare autori
come fossero baguette.
Negli ultimi decenni – se si eccettua il fortunato caso di
Pieter Aspe – il giallo/noir belga-olandese sembra essere sparito dai radar
della letteratura “che conta”. Gli autori recentemente venuti alla ribalta, di
cui parleremo in seguito, non hanno avuto troppa attenzione da parte di un
pubblico ormai diviso tra la seriosità del thriller nordico e l’indole
scanzonata del giallo mediterraneo: hanno scritto opere che, almeno in Italia,
hanno fatto una rapida comparsata negli scaffali delle librerie per finire in
breve tempo nel dimenticatoio. Paradossalmente, i Paesi Bassi più intriganti
sono stati descritti dal giallista svedese Håkan Nesser, che li ha ambientati
nella città immaginaria di Maardam.
Nonostante questo periodo di crisi – che pare non aver fine
– Belgio ed Olanda hanno un passato importante nella storia del poliziesco:
basterebbe nominare Georges Simenon e Robert Van Gulik per mettere tutti
d’accordo.
In questo articolo parleremo essenzialmente degli autori più
importanti: quattro “pezzi da novanta” che hanno fatto conoscere al mondo
intero le potenzialità del giallo belga ed olandese. Faremo però qualche rapido
accenno anche agli emergenti: autori che al momento non hanno riscosso grossa
fortuna dalle nostre parti ma che, al di là delle critiche, ci fanno capire che
nei Paesi Bassi e dintorni il genere non è morto… anzi: trasmette una
sensazione di vitalità che non va trascurata. Magari bisognerà aspettare un po’
di tempo, occorrerà un personaggio forte e trainante – come lo sono stati Stieg
Larsson per la Svezia e Jo Nesbø per la Norvegia – ma i cromosomi del mistery
sono vivi e vegeti anche da quelle parti e prima o poi il riflettore del
successo tornerà ad illuminare anche gli stati che si affacciano sul Mare del Nord.
Belgio
Georges Simenon (1903-1989): Si tratta di uno dei più
prolifici scrittori del ventesimo secolo: si dice che fosse in grado di
produrre fino a ottanta pagine al giorno. A lui si devono centinaia di romanzi
e racconti, ma la sua notorietà è tale soprattutto grazie al personaggio di
Jules Maigret, commissario di polizia francese, che rappresenta una delle icone
del genere (il primo della serie è Pietr il lettone, edito in Italia da
Adelphi). Simenon, in realtà, aveva iniziato a scrivere i libri imperniati
sulla figura di Maigret con l’idea che gli stessi avrebbero rappresentato una
fase intermedia tra i suoi iniziali romanzi popolari ed i romanzi impegnati,
quelli che egli definiva i romanzi duri. E così, dopo appena tre anni dal lancio
della serie, l’autore decise di mandare in pensione il suo commissario, per la
costernazione dei lettori ed il dispiacere del proprio editore.
Maigret, col tempo, è diventato uno dei più celebri
investigatori di sempre. Con la sua aura di poliziotto flemmatico ed intuitivo,
si distingue per il personalissimo metodo d’indagine: riesce ad immergersi
letteralmente nell'atmosfera dei luoghi in cui sono avvenuti i delitti,
lasciandosi guidare dall'intuizione, cercando di comprendere fino in fondo la
personalità degli individui coinvolti nel caso.
Pieter Aspe (1953): Nome d’arte di Pieter Aspeslag, ha
esordito come scrittore nel 1995 con Il quadrato della vendetta. Nel 2001 ha
vinto il premio Hercule Poirot come miglior scrittore fiammingo di gialli.
I suoi romanzi sono basati sulla figura del commissario
Pieter Van In: un poliziotto malinconico ed irascibile, con un carattere
difficile, un caustico senso dell’umorismo e nessun rispetto delle gerarchie.
Amante della birra e delle belle donne, il nostro investigatore dimostra un
innato talento nella risoluzione dei casi più intricati.
Soprannominato il Simenon fiammingo, Aspe si differenzia
dall'illustre predecessore per la tipologia dei temi trattati. Profondamente
attaccato all'attualità, all'interno delle sue trame predilige situazioni
legate all'analisi sociale, concentrandosi su argomenti quali i delitti di
mafia, la corruzione dilagante e la pedofilia.
Ambientati nella tranquilla città di Bruges, i suoi libri sono
intrisi di una robusta critica alla conflittualità fiamminga-vallone: un
elemento ricorrente nella società belga dei nostri giorni.
Oltre ai due autori citati… non c’è molto altro.
Recentemente si è parlato della giovane Lize Spit, considerata la
promessa della letteratura fiamminga: con il romanzo Si scioglie (Edizioni e/o)
ha sforato il tetto delle 100.000 copie ed ha avuto il plauso della critica
internazionale. Sarà lei la fonte di innesco per la rinascita di un movimento
che, da troppo tempo, se ne sta rinchiuso in sordina?
Olanda
Robert Van Gulik (1910-1967): Diplomatico e studioso di
culture orientali, è famoso per i suoi originali romanzi polizieschi, che sono
stati lodati da celeberrime colleghe come Agatha Christie. Le sue storie sono
ambientate nella Cina del periodo della dinastia Tang (VII secolo) ed hanno per
protagonista l’onorevole Magistrato Dee: un personaggio ispirato ad una figura
realmente esistita, quella del funzionario Ti Jendjieh.
Dee rappresenta una sorta di Sherlock Holmes cinese, con
occhio e cervello talmente acuti che gli permettono di risolvere i casi più
complessi contando su pochissimi indizi.
Molte delle avventure descritte dall'autore olandese trovano
ispirazione in fatti realmente accaduti, raccontati nel tempo anche da altri
autori. Van Gulik li ha rielaborati, utilizzando i fatti principali e
modificando spesso l’ambientazione al fine di adattarli a quanto richiesto
dalla narrativa poliziesca.
La serie, pubblicata in Italia a cura di O Barra O Edizioni,
è apprezzabile per l’accuratezza nella descrizione della cultura e
dell’ambiente cinesi. Tra i romanzi va menzionato: I delitti della campana
cinese.
Janwillem Van de Wetering (1931-2008): Ha iniziato a
scrivere all'età di 40 anni, dopo essere stato uomo d’affari giramondo,
commissario speciale ad Amsterdam ed aver soggiornato a lungo in un monastero
giapponese. I protagonisti dei suoi romanzi sono due detective della polizia di
Amsterdam: De Gier e Grijpstra.
Grijpstra, il partner più anziano della squadra, è un
imbolsito padre di famiglia; De Gier, giovane e aitante, è uno scapolo
impenitente. Ognuno dei due detective, in realtà, è geloso della vita del
collega: uno vorrebbe avere una moglie, mentre l’altro tornerebbe volentieri
single. I due poliziotti hanno un metodo d’indagine molto particolare e spesso
si dimostrano più inclini alla discussione filosofica che all'azione.
La coppia compare in una dozzina di romanzi polizieschi
oltreché in numerosi racconti, che hanno avuto un’eco internazionale così vasta
da essere pubblicati sui Mistery Magazine di Ellery Queen e di Alfred
Hitchcock. In Italia, la serie è stata pubblicata anni fa da TEA ma è di
difficile reperibilità (speriamo in una sollecita ristampa!). Tra le opere più
note, ricordiamo Lo strano omicidio della casa galleggiante e Il caso del
cadavere ritrovato sull'argine.
Dal punto di vista delle nuove leve, l’Olanda è messa
decisamente meglio del Belgio: nell'ultimo decennio sono numerosi gli autori
che sono giunti fino a noi.
Charles den Tex ha vinto per ben tre volte il premio Gouden
Strop, il maggior riconoscimento olandese per i romanzi gialli, ed ha avuto visibilità con il
libro Amsterdam. La rete uccide
(pubblicato da Edizioni e/o).
Un altro nome da tenere a mente è quello di Gerbrand Bakker
che, con La deviazione – edito da Einaudi –, ha ottenuto il consenso del pubblico
e della critica ed è stato inserito nel novero dei più promettenti scrittori
olandesi.
Saskia Noort ha fatto parlare di sé con il romanzo La
febbre, un thriller dalle connotazioni erotiche che ha venduto parecchio in
giro per il mondo (oltre 1.500.000 di copie, secondo Newton Compton).
Chiudiamo questa breve rassegna con Danielle Hermans, che si
è cimentata nel thriller con risvolti storici alla Dan Brown con L’eredità
Winckel (Piemme).
Scrittori promettenti esistono, indubbiamente, ma al momento
non sono altro che luci minuscole in una notte senza luna. All'Olanda
occorrerebbe invece un faro gigantesco, capace di illuminare tutto quanto il
movimento.
Anche stavolta siamo giunti alla fine del nostro percorso.
La situazione del giallo in Belgio ed Olanda, come abbiamo
visto, è tutt'altro che rosea: i giovani autori paiono quasi intimoriti – se
non schiacciati – dalle ombre dei colossi del passato. D’altra parte, chi non
diventerebbe piccolo piccolo confrontandosi col carisma di Georges Simenon?
Nonostante tutto, occorre essere ottimisti riguardo al
futuro più o meno immediato. In fondo, si tratta di nazioni in cui si legge e
si traduce moltissimo e dall'italiano – in particolare – si trova un po’ di
tutto: dai classici ai best-seller di Paolo Giordano ed Elena Ferrante.
Inoltre, se ci concentriamo sui Paesi Bassi, l’attenzione al fenomeno libro è
notevole: annualmente vengono organizzati eventi per i lettori in giro per il
paese e, per ogni acquisto in libreria, viene donata una novella scritta per l’occasione
da un autore affermato.
Quindi… è ancora troppo presto per celebrare il funerale del
giallo/noir del Benelux. Attendiamo speranzosi in un colpo di coda, affinché un
movimento che ha scritto pagine importanti all'interno del genere riesca
finalmente a risalire la china.
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