Tra le varie tipologie di noir europeo, la Novela Negra
spagnola ha oggi un’importanza fondamentale. Pur avendo origini piuttosto
recenti – individuabili nel periodo di tempo intercorso tra la fine del Regime
Franchista e l’avvento della democrazia – nel corso degli ultimi anni ha fatto
passi da gigante, recuperando il gap che la separava dalle altre varietà
continentali del genere.
Negli anni Settanta del secolo scorso, quando il panorama
letterario nazionale attraversava un momento di crisi, alcuni scrittori
ambiziosi utilizzarono il romanzo poliziesco come una nuova forma espressiva,
adattandolo a scelte stilistiche del tutto sperimentali; tra questi menzioniamo
Manuel Vazquez Montalban e Eduardo Mendoza. In un paese che viveva un momento
di incertezza e di instabilità politica, questo genere riusciva ad inquadrare
la realtà e l’immaginario collettivo di un’intera nazione più di altre forme
letterarie. Di conseguenza, gli scrittori spagnoli della prima generazione si
sono avvicinati al modello proposto dalla scuola americana – il cosiddetto
hard-boiled – che, rispetto al giallo di matrice classica, era senz'altro più
adatto a raccontare le contraddizioni e le paure di una realtà in continua e
costante trasformazione.
Anche se negli ultimi anni sono nati e cresciuti autori che
hanno recuperato le radici del giallo classico, la Novela Negra continua a
rappresentare un importante strumento di critica politica e sociale. Molto
spesso le trame investigative presenti in queste opere non sono altro che un
mero specchietto per le allodole: un espediente per catturare l’attenzione del
lettore ed indirizzarla verso importanti temi di natura sociale.
Compito di questo articolo è quello di raccontare
l’evoluzione del giallo/noir spagnolo attraverso la presentazione di 10
narratori di assoluto rilievo. Nonostante venga quasi spontaneo inserirli nella
categoria dei “giallisti” tout court, non è per niente esagerato riconoscere
loro il giusto tributo, innalzandoli nel gotha degli Scrittori con la S
maiuscola.
Una piccola avvertenza: se non parleremo di Alicia
Gimenez-Bartlett, uno degli autori più rinomati del genere, non è per una
dimenticanza. Della creatrice di Petra Delicado abbiamo già abbondantemente
parlato, poche settimane fa, nell'articolo dedicato alle Signore del giallo
europeo.
Ed ora… è giunto il momento di dare il via alla nostra
consueta carrellata.
Francisco García Pavón (1919-1989): Saggista, critico letterario e narratore, può essere considerato uno dei padri del poliziesco spagnolo. In un paese in cui il genere era privo di tradizioni e snobbato da gran parte della critica, scrisse opere ricche di originalità che ancora oggi costituiscono un riferimento imprescindibile per gli autori giunti successivamente. La sua notorietà è legata a un ampio numero di romanzi gialli, di carattere costumbrista e assai ironici, imperniati sulla figura del detective Plinio, un sagace ed intuitivo vigile urbano. Tra le sue opere, pubblicate in Italia da Sellerio, ricordiamo Il regno di Witiza e Le sorelle scarlatte.
Manuel Vazquez Montalban (1939-2003): Scrittore,
giornalista ed intellettuale, è considerato una delle più importanti figure del
post Franchismo e del periodo di transizione della Spagna verso la Monarchia
Costituzionale. La sua fama è legata soprattutto al personaggio di Pepe
Carvalho, che fece la sua prima apparizione nel romanzo sperimentale Ho
ammazzato J. F. Kennedy (1972). Si tratta di una versione ironica e catalana di
Maigret: un avventuriero dagli accentuati interessi erotico-gastronomici, che
sarà protagonista di una serie che porterà l’autore a godere di un notevole
apprezzamento internazionale (tra cui quello di Andrea Camilleri, che chiamerà
Montalbano il suo celebre commissario).
Eduardo Mendoza (1943): Contraddistinto da uno stile
narrativo semplice e diretto, in cui il linguaggio popolare arriva a coesistere
con le ricercatezze lessicali, è uno dei capostipiti del noir spagnolo.
L’autore ha fatto ricorso alle convenzioni del genere per la costruzione del cosiddetto
“romanzo assurdo”. Il genere poliziesco è stato rielaborato da Mendoza in
maniera originale e spensierata, tanto da arrivare paradossalmente a costruire
storie criminali senza crimini. I suoi romanzi, basati spesso su vicende
inverosimili, si sviluppano sullo sfondo di città dai connotati astratti e
mitici, come Barcellona e Venezia. Tra le sue opere ricordiamo La verità sul
caso Savolta, pubblicato in Italia da Feltrinelli.
Francisco González Ledesma (1927-2015): Giornalista e scrittore piuttosto eclettico, in grado di spaziare tra generi diversi (dal western ai romanzi sentimentali), è celeberrimo per gli undici polizieschi che hanno come protagonista il sarcastico e malinconico ispettore Méndez. Capace di spiazzare continuamente il lettore, passando dal realismo più crudo alle divagazioni surreali, si è dimostrato inimitabile nelle descrizioni paradossali, nella spietata ironia e nei dialoghi ironici e beffardi. Durante il franchismo, ha scritto una serie di romanzi – censurati dal regime – che gli hanno permesso di ottenere per ben due volte il Premio Mystère per il miglior romanzo straniero pubblicato in Francia.
Juan Madrid (1947): Personaggio di grande spessore
culturale, è cresciuto in una famiglia di sinistra: sia lui che il padre sono
stati incarcerati per le idee politiche di oppositori al regime dittatoriale
franchista. Scrittore assai prolifico (ha più di 40 romanzi al suo attivo) è
considerato uno degli esponenti di spicco della nuova Novela Negra – o Novela
Urbana – spagnola. È celebre per i suoi gialli che hanno come protagonista l’ex
poliziotto ed ex pugile Toni Romano. Lo stile raffinato, le trame credibili e
ben strutturate ed i dialoghi meravigliosi, fanno di Madrid uno degli scrittori
più amati dalla critica spagnola. Tra le sue opere reperibili in Italia,
ricordiamo Mele marce – Marbella Noir, edito da e/o.
Domingo Villar (1971): La particolarità di questo
scrittore è quella di comporre le sue storie in gallego (il dialetto
galiziano), un ibrido parlato da oltre tre milioni di persone in Galizia e
nelle Asturie. I suoi romanzi non cercano i colpi di scena ad effetto;
prediligono piuttosto quella suspense ingegnosa e sottile che scaturisce dalla
curiosità e dall’ansia di scoprire cosa si celi realmente dietro al delitto
commesso. Protagonista dei gialli di Villar è l’ispettore di polizia Leo
Caldas: un personaggio riservato, dal carattere riflessivo e dotato di
un’insolita pazienza. L’editore Ponte alle Grazie ha pubblicato il primo
episodio della serie, intitolato Occhi di acqua.
Antonio (Toni) Hill (1966): Con una laurea in psicologia nel cassetto, ha lavorato per più di dieci anni come traduttore e collaboratore editoriale: tra gli autori da lui trasposti in lingua spagnola, vanno citati Jonathan Safran Foer e Peter May. Il suo primo libro, L’estate dei giochi spezzati, ha avuto uno straordinario successo: tradotto in quindici lingue (in Italia è stato pubblicato da Mondadori), ha venduto oltre 200.000 copie nella sola Spagna. Con questo romanzo, Hill si è liberato dal genere prettamente “spagnolo” per creare un’opera dal respiro internazionale. Protagonista è l’ispettore Hector Salgado che, tornato in servizio dopo una lunga sospensione, si ritroverà alle prese con un apparente caso di suicidio.
Lorenzo Silva (1966): Con alle spalle studi di
giurisprudenza ed un’esperienza di avvocato, è conosciuto per i romanzi
polizieschi imperniati sulle figure delle Guardie Civili Bevilacqua e Chamorro.
Silva è uno di quegli autori che hanno sublimato la Novela Negra,
trasformandola in una vera e propria fotografia della società contemporanea. Le
sue opere si allontanano spesso dagli stereotipi del genere e sono sorrette da
trame veloci ed avvolgenti, capace di catturare l’attenzione del lettore senza
lasciarlo più.
È stato introdotto in Italia dall'editore Guanda, che ha
pubblicato parecchi romanzi della serie, tra cui vanno menzionati La strategia
dell’acqua e Una donna sospesa.
Carlos Zanon (1966): Si è fatto conoscere col romanzo
Fuori tempo massimo (pubblicato in Italia da Edizioni e/o), con cui ha vinto il
Premio Brigada 21 per la migliore opera prima di genere poliziesco. Ambientato
in una Barcellona insolitamente cruenta, il libro racconta le vicende di Epi e
Álex, due fratelli dall'esistenza decisamente borderline: due novelli Caino e
Abele che svilupperanno un particolarissimo rapporto di amore e odio.
Personaggio polivalente – è giornalista, poeta e saggista oltre che narratore –
l’autore si è avvicinato alla Novela Negra ispirato da numi tutelari del genere
come il citato Vazquez Montalban e, soprattutto, il genio del noir americano
Jim Thompson, a cui è stato ripetutamente accostato.
Dolores Redondo (1969): Ha riscosso uno straordinario
successo con Il guardiano invisibile, primo volume della cosiddetta Trilogia
Baztán (edito in Italia da Salani): ad oggi la serie ha venduto più di 700.000
copie ed è stata tradotta in oltre 15 lingue. La protagonista dei suoi romanzi
è Amaia Salazal, ispettrice a capo di una squadra tutta maschile. L’autrice può
essere inserita di diritto in quel filone narrativo a cui appartengono grandi
autrici quali Patricia Highsmisth, Fred Vargas e Sue Grafton, anche se la
Redondo riesce a differenziarsi per l’uso molto particolare del folklore e
delle leggende popolari. Le trame – basate su omicidi seriali ed indagini
scientifiche – non sono originalissime, ma traggono forza dalla
caratterizzazione dei personaggi e dalla prosa diretta e priva di fronzoli.
Giunti al termine di questa disamina, ci rendiamo conto
dell’incredibile vitalità di un movimento in continua trasformazione. Recependo
l’importante eredità di autori come Montalban e Mendoza, adattandola alle
mutate esigenze socio-culturali, gli autori spagnoli delle nuove generazioni
hanno proseguito su un sentiero che si è rivelato fruttuoso e ricco di
significati.
La Novela Negra ha consolidato il suo ruolo di strumento di
denuncia, giungendo ad analizzare in maniera ipercritica il moderno contesto
urbano e costituendo al tempo stesso un’analisi dura e spietata della realtà
circostante.
In conclusione, si può dire che il noir spagnolo abbia
costretto l’ignaro lettore ad interrogarsi sugli atavici concetti di verità e
giustizia, spingendolo ad una riflessione per nulla banale su se stesso e sulla
sua posizione all'interno della società.
Questo perché nel mondo della Novela
Negra non esistono parametri assoluti necessari per distinguere il bene dal
male.
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