martedì 3 marzo 2020

Il treno per Istanbul, Graham Greene





Forse non lo sapevate ma, ben due anni prima della pubblicazione di Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie, il celebre treno che attraversava mezza Europa lungo il suo tragitto da Ostenda ad Istanbul era già stato teatro di un altro importante romanzo. 

Il treno per Istanbul di Graham Greene racconta la storia di una serie di individui che si ritrovano per caso nel corso di un viaggio ferroviario; l'autore descrive mirabilmente questa sorta di microcosmo, rendendo il lettore partecipe delle varie relazioni che si sviluppano tra i passeggeri e descrivendo le loro difficoltà di adattamento alle circostanze.
Mentre il paesaggio cambia in continuazione, i viaggiatori si immergono in una statica realtà fatta di incontri, chiacchiere e reciproche diffidenze.

La trama, come vi dicevo, ci mostra diversi personaggi i cui destini si mescolano in maniera casuale ma inesorabile. Ognuno porta con sé il proprio fardello di tormenti dovuti al fallimento politico, alla frustrazione sessuale, alla povertà e persino alla propria razza. Tra questi, sono indimenticabili le figure dell'uomo d'affari ebreo Carleton Myatt, della giornalista lesbica Mabel Warren, della ballerina indigente Coral Musker e del dottor Czinner, un rivoluzionario intento a ritornare in Patria a cinque anni di distanza da una condanna a morte. Ognuno di loro racchiude nell'anima un segreto oscuro e profondo che sboccerà in maniera improvvisa mentre il treno procede indolente il suo viaggio.

Greene definì questo suo romanzo come una sorta di "divertimento", facendo ampio ricorso a momenti melodrammatici che avrebbero potuto trovare posto nel più convenzionale dei thriller. Malgrado ciò, lo scrittore inglese utilizzò questi elementi per andare al di là del modello apparente e costruire un romanzo di ben più ampio respiro, in grado di raggiungere un pubblico assai più vasto di quello della letteratura di genere.
Antisemitismo e comunismo, amore e disprezzo, omosessualità e lussuria, delitto e castigo: questi sono i temi portanti dell'opera, che si sviluppano con armonia nel corso della narrazione. Sono rilevanti anche la questione della fedeltà, della predominanza degli obblighi verso gli altri rispetto a quelli nei confronti di se stessi, e la riflessione sul fatto se fare il proprio dovere ripaghi oppure no.
I personaggi - questo è innegabile - sono stereotipi di figure dell'epoca: l'ambizioso capitalista, la lesbica che sfida i maschi, l'intellettuale rivoluzionario e persino lo scrittore "popolare", in grado di incantare il pubblico dei propri lettori.
Nonostante Myatt - il giovane giudeo - venga dipinto come una sorta di perdente e descritto in maniera umoristica, si può dire che il libro contenga un attacco al capitalismo imperante piuttosto che contro la razza o la religione ebraica.


Consigliato a: chi vuole scoprire un piccolo gioiello della letteratura del Novecento, opera di uno scrittore considerato all'epoca - e del tutto impropriamente - come semplice giallista ed annoverato, col passare del tempo, tra i Grandi Autori della letteratura britannica.


Voto: 8/10





Nessun commento:

Posta un commento