Dopo Uccidi il Padre e L’angelo, si conclude (almeno per il
momento) la trilogia incentrata sui personaggi di Colomba Caselli e Dante
Torre. Pur non raggiungendo le auree vette del primo volume – senza dubbio il
migliore - il terzo capitolo mantiene desta
l’attenzione del lettore, supportato da una trama incalzante e da continui
colpi di scena.
La
vicenda prende le mosse proprio dalla scena finale del romanzo precedente,
riproposta integralmente nel prologo del libro: quella in cui un uomo senza identità
ha quasi ucciso Colomba ed ha rapito Dante.
Colomba
ha lasciato la polizia da un anno e mezzo e trascorre il tempo in una situazione
di semi-isolamento, vittima di angoscia ed insonnia.
Mentre
il paesino delle Marche in cui si è trasferita è flagellato da una terribile
tempesta di neve, l'ex vicequestore rinviene nel capanno degli attrezzi un
ragazzo autistico infreddolito ed imbrattato di sangue. Tommy – questo è il suo
nome – è sopravvissuto alla strage della propria famiglia e nel suo
comportamento si intravvedono similitudini con quelle delle vittime del Padre,
il rapitore/serial-killer che lei ha ucciso qualche anno prima.
La
poliziotta si renderà presto ben conto che c’è qualcuno che sta emulando il defunto assassino e che il ragazzo può essere il punto di partenza per
scoprire, finalmente, che fine abbia fatto Dante, che sembra essere sparito
dalla faccia della terra.
Sandrone
Dazieri, che ha ottenuto la celebrità grazie alla serie noir del “Gorilla”, dimostra
di aver ormai cambiato rotta, scegliendo un percorso completamente diverso:
quello del thriller d’azione adrenalinico, di matrice yankee ma con una caratterizzazione
dei personaggi ed un’ambientazione del tutto nostrana.
Come
nei due libri precedenti, l’autore sviluppa la sua narrazione a diversi livelli,
ottenendo così una sorta di effetto Matrioska:
ogni evento si sviluppa in maniera inaspettata, diventando preludio a sviluppi
del plot del tutto inattesi.
Il
rapporto sinergico tra Colomba e Dante, pieno di risvolti ed implicazioni inintelligibili,
è la chiave di volta attorno a cui si dipana la storia. Ogni tanto qualche
colpo di scena appare un poco forzato (se non inverosimile) ed alcuni snodi del
racconto non convincono del tutto… ma che volete fare? Quando ci si abbandona
al flusso ininterrotto della narrazione, calamitati dalla prosa scorrevole ed
avvincente di Sandrone, si è disposti a passare sopra a certe imperfezioni.
La
trama scorre veloce come un Intercity, gli eventi si susseguono alla velocità
della luce ed i protagonisti – a cui abbiamo imparato ad affezionarci in questi
anni - non annoiano mai.
Speriamo
che Dazieri decida, un giorno o l’altro, di tirare fuori Colomba e Dante dalla
naftalina. Per il momento, chiuso il terzo volume, la loro saga parrebbe
conclusa…
Però, mai dire mai!
Consigliato
a: coloro che amano i thriller adrenalinici, che non concedono un attimo di
tregua, ed a chiunque apprezzi i prodotti d’intrattenimento costruiti con grande ed incontrovertibile professionalità.
Voto:
7/10
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