Il giallo svedese rappresenta oggi una delle realtà più
sorprendenti all’interno del genere: una scuola in continua espansione che, nel
corso degli ultimi anni, si è trasformata
in una vera e propria fucina di autori dal respiro internazionale.
Non è facile spiegare le ragioni di un simile successo.
Stieg Larsson, con la sua Millenium Trilogy, è stato sicuramente la fonte
d’innesco per l’intero movimento, ma l’esplosione a livello planetario non può
essere basata sul successo di un unico autore: in un contesto diverso,
probabilmente, un trionfo individuale sarebbe rimasto un fenomeno del tutto
isolato.
Il compito di questo articolo è individuare i motivi della
crescita esponenziale della letteratura gialla all’interno di un paese che,
storicamente, si è sempre dimostrato più avvezzo ai drammi borghesi anziché
alle indagini poliziesche.
La Svezia, nell’ultimo ventennio, è stata oggetto di una
profonda trasformazione. Segnali evidenti di un malessere sociale si erano già manifestati in periodi
precedenti: l’omicidio del Primo Ministro Olof Palme, avvenuto nel 1986, aveva
rappresentato un importante segnale d’allarme sul logoramento del rapporto tra
l’individuo e le istituzioni.
La successiva crisi economica, che si è diffusa a macchia
d’olio su scala globale, ha provocato uno stravolgimento delle regole anche in
nazioni come quelle nordiche che parevano immuni dal contagio. La
disoccupazione dilagante, la crescita del costo della vita e l’immigrazione
selvaggia hanno profondamente alterato il tessuto connettivo svedese,
affievolendo di fatto una serie di diritti che sembravano acquisiti.
Queste situazioni hanno avuto un impatto notevole anche sul
versante della cultura: la letteratura di genere, che fino a quel momento era
un fenomeno di nicchia, si è così trasformata in un potente strumento di
analisi della società e dei suoi problemi.
È indiscutibile che il poliziesco Svedese sia soprattutto un
Giallo sociale. Un esempio? Basti pensare alla componente di denuncia che
accomuna gli autori più celebrati (da Mankell a Stieg Larsson, passando
attraverso Roslund & Hellstrom): molto spesso, all’interno dei loro
romanzi, viene stigmatizzata la diffusione di movimenti xenofobi, spesso di
ispirazione neo-nazista.
I cambiamenti interni non sono però l’unica ragione del
successo.
Un fattore da tenere a mente è la tendenza a differenziarsi
dalle crime-story d’oltreoceano, che fino a non molto tempo prima rappresentavano
il modello dominante. Il giallo/thriller svedese rifugge spesso da narrazioni a
carattere sanguinolento, avvicinandosi ad un prototipo letterario più cerebrale
e distaccato dalla fisicità roboante dei detective a stelle e strisce.
Va evidenziata, inoltre, la meticolosa attenzione nella
costruzione dei plot. Le descrizioni realistiche delle realtà urbane e rurali,
la cura quasi maniacale del dettaglio ed il montaggio serrato delle scene
rendono i gialli svedesi adatti ad un’immediata trasposizione cinematografica
che in alcuni casi diventa addirittura hollywoodiana (come, ad esempio, per i
romanzi di Mankell e Larsson).
Last but not least, non va trascurata la serialità dei
personaggi e delle situazioni. Il ritorno del tanto amato protagonista è
atteso, romanzo dopo romanzo, con trepidazione dai lettori di tutto il mondo:
col passare del tempo, poliziotti come Kurt Wallander, Martin Beck e Van
Veeteren si sono trasformati in vere e proprie icone del genere, creando
affezione in un pubblico desideroso di certezze e punti di riferimento.
Terminata questa analisi introduttiva, è giunto il momento
di esaminare da vicino alcuni degli autori che hanno contribuito al successo
del giallo svedese.
1) Sjöwall & Wahlöö: La coppia – non solo nella scrittura
ma anche nella vita – formata da Maj Sjöwall (1935) e Per Wahlöö (1926-1975) è
universalmente considerata come il punto di partenza dell’intero movimento
svedese. Con Roseanna, in cui compare per la prima volta il sovrintendente (e
futuro commissario) Martin Beck, i due autori hanno di fatto aperto la strada
ad un nuovo tipo di narrazione, che ha saputo adattare il modello statunitense
– tra i loro ispiratori c’è sicuramente Ed McBain – alla realtà scandinava. I
romanzi di Sjöwall & Wahlöö sono pubblicati in Italia da Sellerio.
2) Henning Mankell (1948-2015): I suoi libri, con protagonista
il Commissario Wallander, vanno al di là del semplice racconto poliziesco. Il
declino allo Stato di diritto e le
difficoltà in cui versa il sistema democratico sono elementi basilari
all’interno della trama e rendono le opere di Mankell adatti ad una platea più
vasta di quella rappresentata dai semplici amanti del giallo. Marsilio ha
presentato l’intera produzione.
3) Hakan Nesser (1950): Con la serie imperniata sul Commissario
Van Veeteren – iniziata nel 1993 con La rete a maglie larghe – Nesser è
riuscito nella difficile impresa di creare una variante scandinava al modello
Simenon. Il suo protagonista, solitario e riflessivo, è una sorta di Maigret
nordico che, passo dopo passo, si è ritagliato un posto di rilievo nella
letteratura gialla. I romanzi di Nesser sono proposti in Italia nelle edizioni
Guanda.
4) Roslund & Hellström: Il duo Anders Roslund (1961) e
Börge Hellström (1957–2017), giornalista il primo ed ex detenuto il secondo,
hanno dato un fondamentale contributo al genere, innescando un importante
dibattito sulle storture del sistema carcerario nazionale. Il loro lavoro
migliore è Tre secondi, con protagonista il Commissario Evert Grens: un libro che in patria ha fatto incetta dei premi più
importanti. Cairo Editore e Einaudi hanno pubblicato l’intera serie.
5) Leif G. W. Persson (1945): Professore di criminologia nonché
docente all’accademia di polizia di Stoccolma, ha riscosso un enorme successo
con la trilogia conosciuta come La caduta dello Stato Sociale. I suoi romanzi,
editi in Italia da Marsilio, hanno ricevuto i premi più importanti destinati al
genere, dal prestigioso Glass Key al Premio dell’Accademia svedese.
6) Arne Dahl (1963): Scrittore e critico letterario, Arne Dahl
(nom de plume di Jan Arnald) ha raggiunto la celebrità con la serie incentrata sul Gruppo A, tradotta in
ben 25 lingue, che ha come protagonista Paul Hjelm. Il primo episodio è La
linea del male, uscito nel 1998. L’edizione italiana è a cura di Marsilio.
7) Liza Marklund (1962): Personaggio eclettico (è giornalista,
moderatrice televisiva e fondatrice di una casa editrice, oltre che scrittrice)
ha creato la serie poliziesca incentrata sulla cronista Annika Bengtzon, che ha
riscosso un enorme successo internazionale. Con Cartoline di morte, scritto
insieme a James Patterson, ha raggiunto il primo posto della classifica dei
bestseller del New York Times. La casa editrice italiana è Marsilio.
8) Stieg Larsson (1954-2004): Successo postumo, il suo.
Scomparso nel 2004 per un improvviso attacco cardiaco, dopo la sua morte sono
stati pubblicati i tre romanzi della trilogia Millenium (con protagonisti
Mikael Blomqvist e Lisbeth Salander). In queste opere, che hanno venduto 27
milioni di copie in oltre 40 paesi, Larsson è riuscito a fondere alla
perfezione la tensione del thriller con la sua esperienza di profondo
conoscitore dei movimenti di estrema destra e neo-nazisti. Anche in questo
caso, i libri sono stati messi in commercio da Marsilio.
9) Camilla Lackberg (1974): I suoi romanzi, ambientati nella
cittadina costiera di Fjällbacka (sua città di origine), hanno come
protagonisti l’ispettore Patrik Hedstrom e la scrittrice Erica Falck. Grazie
allo straordinario successo di pubblico, la Lackberg è ormai considerata una
delle regine del thriller europeo nonché la più importante autrice svedese di
gialli. I suoi romanzi sono editi da Marsilio.
10) Lars Kepler: Dietro questo pseudonimo si nascondono due
scrittori: Alexander Ahndoril (1967) e Alexandra Coelho Ahndoril (1966). Come i
predecessori Sjöwall & Wahlöö, costituiscono una coppia non solo in ambito
letterario ma anche nella vita. Il grande successo è arrivato con L’ipnotista,
best-seller dell’anno 2010, che ha scalzato dalla vetta delle classifiche
svedesi la trilogia di Stieg Larsson. Longanesi ha pubblicato l’opera omnia.
A questo punto dobbiamo sottolineare l’eccezionale vitalità
di un movimento che continua a proporre romanzi importanti senza mostrare il
minimo segno di rilassamento. Nonostante la scomparsa dei capostipiti del
genere (Stieg Larsson e Henning Mankell), gli autori che si sono recentemente
affacciati sulla scena letteraria non hanno fatto di certo rimpiangere i loro
predecessori. Il Giallo Svedese continua a dimostrare un’energia incredibile
proponendo annualmente scrittori di qualità capaci di svettare nelle
classifiche internazionali.
Emblematico è il caso italiano, dove l’editore Marsilio ha
creato una collana letteraria ad hoc – Giallo Svezia – in cui sono stati
raggruppati gli autori di punta.
La letteratura scandinava rappresenta ormai una solida
certezza: in pochi anni, partendo dal nulla (o quasi), si è trasformata in una
delle travi portanti del poliziesco a livello mondiale.
È impossibile prevedere cosa accadrà nel futuro più o meno
immediato. Possiamo però sostenere che il thriller nordico, con i suoi
introversi commissari e le sue location cupe ed intriganti, rappresenti
tutt'altro che un fuoco di paglia. Si tratta di un fenomeno forte: non teme il
rinnovamento, non mostra sintomi di rilassamento e ci accompagnerà ancora per
un bel pezzo di strada.
Gio*
Gli articoli relativi agli altri paesi scandinavi si trovano nella pagina della rubrica, che trovate cliccando sul mio nome (appena sopra).
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